Appuntamento giovedì 6 dicembre alle ore 18 presso il Museo Civico Archeologico di Bologna, via dell’Archiginnasio 2, Bologna.
Nel 1858 H. Schliemann (1822·1890) compie il suo primo viaggio in Italia da turista ed uomo di affari. Non e ancora il personaggio famoso che il mondo celebrerà come lo scopritore di Troia. Tornerà negli anni successivi girando per tutta la penisola, dall’Emilia fino alla Sicilia e Sardegna, forte della gloria che l’ambiente scientifico gli tributava e con le immense ricchezze accumulate grazie alle proficue attività commerciali in Russia e negli Stati Uniti.
Quale è stato il rapporto tra lo studioso tedesco e l’Italia? Quali i suoi contatti con gli ambienti accademici nazionali, ma anche con personalità del mondo della politica e della cultura?
Il libro ricostruisce, attraverso lo studio delle lettere e diari personali conservati nel Fondo Schliemann della Biblioteca Gennadius di Atene, insieme con altre fonti archivistiche italiane presentate per la prima volta, il trentennale sistema di relazioni tra lo scopritore di Troia e l’Italia. Dopo la scoperta del «Tesoro di Priamo”, in un momento in cui era ancora aperto un contenzioso giuridico con le autorità ottomane, Schliemann rifletteva sulla possibilità di donare al giovane Regno d’Italia una parte della collezione troiana.
Era un omaggio a quella terra che aveva cominciato ad apprezzare studiandone la lingua, un paese descritto, nei suoi diari, con sagacia intellettuale e curiosità, ma anche attraverso la lente di un fine antropologo che interpreta la storia e le trasformazioni sociali dagli anni preunitari all’unificazione, fine al tragico evento delta morte delle studioso avvenuta a Napoli il 26 dicembre 1890.
I diari sono una fonte preziosa per far luce, in modo inatteso e stimolante, su aspetti insoliti della complessa personalità di Schliemann, uomo di natura energica e stravagante, eccentrico ed egocentrico, ma pur sempre dotato di vasti orizzonti. L’interesse per il mondo dell’arte, le prime esperienze da collezionista di antichità, ma anche l’attenzione all’universo femminile e alla cultura gastronomica, sono i tasselli mancanti di uno spaccato della vita privata, da cui emerge un individuo che appare molto più affascinante di quanto l’annalistica biografica ci abbia lasciato.
Massimo Cultraro è archeologo, primo ricercatore presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche di Catania, insegna Paletnologia e Preistoria Egea presso l’Università di Palermo. Allievo della Scuola Archeologica Italiana di Atene, è stato visiting professor presso la Brown University, Providence (USA). Ha diretto il progetto «The Virtual Museum of Iraq”, un’iniziativa internazionale promossa dal CNR e dal Ministero degli Affari Esteri (2006-2011) e si occupa di attività di ricerca in Grecia e nel Caucaso. Autore di un oltre un centinaio di articoli su riviste scientifiche, ha pubblicato Antiche Civiltà: Grecia, con M. Denti (Milano 1998), L’Anello di Minosse (Milano, 2001) e I Micenei (Roma 2006).
In collaborazione con la Biblioteca dell’Archiginnasio, depositaria di preziosi manoscritti di Schliemann. In occasione della presentazione del volume saranno esposti in sala i reperti provenienti da Troia donati da Schliemann al Museo Civico Archeologico di Bologna.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti disponibili.