Ogni settimana i Musei Civici di Bologna propongono un ricco calendario di appuntamenti, per svelare le loro collezioni e raccontare aspetti ed episodi inediti e curiosi della storia della città, anche attraverso punti di vista differenti e insoliti accostamenti fra le diverse collezioni.
Conferenze, laboratori, concerti, visite guidate, visite in lingua sono i principali “strumenti” di questo racconto, che si dispiega lungo millenni di storia, dai primi utensili in pietra di uomini vissuti 800.000 anni fa ai prodotti dell’attuale distretto industriale, dalla pittura alle varie forme dell’arte moderna e contemporanea, dalla musica alle grandi epopee politiche e civili.
Di seguito gli appuntamenti in programma da venerdì 11 a giovedì 17 gennaio.
IN EVIDENZA
sabato 12 gennaio
ore 16: Museo Archeologico – via dell’Archiginnasio 2
Nell’ambito del ciclo Uno sguardo straniero sull’Egitto
“L’Egitto nell’immaginario dei Greci da Omero a Pausania” Conferenza di Christian Greco, direttore Museo Egizio, Torino.
L’Egitto è presente nel mondo greco (nel suo immaginario e nella sua realtà) fin dagli albori: le voci di poeti, storici e filosofi greci restituiscono, a chi oggi voglia indagare il rapporto fra le due culture, una varietà di immagini che testimonia l’importanza e la complessità che la terra del Nilo ebbe nel pensiero greco. Si può cercare di evidenziare alcuni aspetti dello sguardo greco sul mondo egizio mettendo in risalto il mutamento di prospettiva dal periodo arcaico a quello ellenistico. Si passa da una visione mitica (Egitto terra di mirabilia, ricchezze ed eroi) ad un’attenzione per i modelli organizzativi e per le strutture politico sociali (Egitto come modello istituzionale) per terminare con un approccio che ha il suo emblema in Alessandria d’Egitto e nella cultura che lì si sviluppa a partire dal III secolo a.C.
Il ciclo “Uno sguardo straniero sull’Egitto” propone quattro incontri per conoscere l’antico Egitto attraverso lo sguardo delle popolazioni straniere che lo conquistarono.
Prossimi incontri: 19 gennaio e 9 febbraio.
Ingresso: gratuito fino ad esaurimento posti
mercoledì 16 gennaio
ore 18: Palazzo d’Accursio (Sala Farnese) – Piazza Maggiore 6
In occasione di ART CITY Bologna
“Massimo Kaufmann. Mille Fiate”
Inaugurazione della mostra a cura di Giusi Affronti in collaborazione con DO UT DO e Art Defender.
Ingresso: gratuito
giovedì 17 gennaio
Porta San Donato – Piazza di Porta San Donato
In occasione di ART CITY Bologna
“Patrick Tuttofuoco. ZERO (Weak Fist)”
Nel corso della giornata, accensione dell’installazione luminosa a cura di Denise Tamborrino (Polo Museale dell’Emilia-Romagna), Silvia Fanti e Daniele Gasparinetti (XING) e Leonardo Regano.
Promossa da Polo Museale dell’Emilia-Romagna in collaborazione con Comune di Rimini, Accademia di Belle Arti di Bologna, Istituto Italiano di Cultura di Berlino.
Ingresso: opera visibile 24 ore su 24
PER I BAMBINI
sabato 12 gennaio
ore 16: Museo del Patrimonio Industriale – via della Beverara 123
“La scienza in cucina” Laboratorio per bambini e ragazzi da 6 a 10 anni.
Trasformare la propria cucina in un laboratorio è facile: basta fare un salto dal fruttivendolo o al mercato! Esperimenti e semplici prove con alcuni alimenti usati quotidianamente, trasformeranno i partecipanti in piccoli scienziati in grado di compiere esperimenti di alta scienza.
Prenotazione obbligatoria allo 051 6356611 (entro le ore 13 di venerdì 11 gennaio).
Ingresso: € 5,00 (gratuito per un accompagnatore adulto)
domenica 13 gennaio
ore 10.30: Museo Medievale – via Manzoni 4
“Arabescando” Laboratorio per bambini da 4 a 7 anni con Angela Lezzi, RTI Senza Titolo S.r.l., ASTER S.r.l. e Tecnoscienza.
Prenotazione obbligatoria allo tel. 051 2193933 (lunedì ore 9-13, martedì e giovedì ore 12-16) oppure musarteanticascuole@comune.bologna.it (entro le ore 12 di venerdì 11 gennaio).
Ingresso: € 5,00
ore 16.30: Museo Archeologico – via dell’Archiginnasio 2
“Questa domenica vado in Giappone” Visita e laboratorio per bambini da 5 a 11 anni e genitori insieme, dedicati alla mostra “Hokusai Hiroshige. Oltre l’onda”, a cura dei Servizi educativi Istituzione Bologna Musei.
Prenotazione obbligatoria allo 051 6496627 oppure mamboedu@comune.bologna.it.
Durata: 2 ore. L’attività parte con un minimo di 6 bambini.
Ingresso: € 5,00 a bambino + biglietto mostra (gratuito per minori di 6 anni, ridotto da 6 a 17 anni e famiglia)
GLI ALTRI APPUNTAMENTI
venerdì 11 gennaio
ore 17.30: Museo Davia Bargellini – Strada Maggiore 44
Per il ciclo Palazzo Davia Bargellini: una dimora riscoperta
Visita guidata al palazzo e ai dipinti del XVII secolo, recentemente restaurati e ricollocati nel salone del piano nobile. Con Giacomo Alberto Calogero, RTI Senza Titolo S.r.l., ASTER S.r.l. e Tecnoscienza.
Il Palazzo Davia Bargellini, uno degli esempi più significativi di architettura barocca bolognese, è tornato al suo splendore grazie ad un restauro integralmente eseguito dalla Fondazione Opera Pia Da Via Bargellini, proprietaria dell’intero edificio. In occasione della progettazione dei recenti restauri al piano nobile del palazzo, è emerso come l’adattamento dell’edificio a fini scolastici avesse comportato importanti modificazioni all’assetto distributivo delle stanze. Eliminate numerose sovrastrutture, è tornato alla luce il salone con l’affaccio su Piazza Aldrovandi.
Ingresso: gratuito
sabato 12 gennaio
ore 10.30: Collezioni Comunali d’Arte, Palazzo d’Accursio – Piazza Maggiore 6
“L’anima e il corpo. Immagini del sacro e del profano tra Medioevo ed Età Moderna”
Visita guidata alla mostra con Ilaria Negretti , RTI Senza Titolo S.r.l., ASTER S.r.l. e Tecnoscienza.
Ingresso: biglietto museo (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto)
ore 16.30: Museo Davia Bargellini – Strada Maggiore 44
Nell’ambito di Andar per presepi
“Presepi genovesi del Settecento dal Museo Giannettino Luxoro”
Visita guidata alla mostra con Ilaria Negretti, RTI Senza Titolo S.r.l., ASTER S.r.l. e Tecnoscienza.
Ingresso: gratuito
domenica 13 gennaio
ore 10.30: Museo Medievale – via Manzoni 4
Per il ciclo Oriente e esotismo
“I volti del Buddha dal perduto Museo Indiano di Bologna”
Visita guidata alla mostra con Paolo Cova, RTI Senza Titolo S.r.l., ASTER S.r.l. e Tecnoscienza.
Ingresso: biglietto museo (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto)
ore 16.30: In occasione del Festival Francescano
“Lodi per ogni ora. I corali francescani provenienti dalla Basilica di San Francesco”
Visita guidata alla mostra con Massimo Medica, responsabile Musei Civici d’Arte Antica.
Ingresso: biglietto museo (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto)
ore 16: Museo del Patrimonio Industriale – via della Beverara 123
“Quando il cibo viaggiava sul Navile” Visita guidata.
Bologna vanta una lunghissima tradizione in campo culinario: numerose sono infatti le prelibatezze che le hanno valso l’appellativo di “grassa”. Con un percorso virtuale attraverso le testimonianze di viaggiatori stranieri che hanno descritto nei loro diari la città e i suoi prodotti più tipici, si ricostruiranno le ricette e le tecniche di produzione che hanno reso questi piatti famosi nel mondo. È il caso della mortadella, prodotto lussuoso e d’eccellenza tra XVI e XVIII secolo, che per molto tempo è stato celebrato e anche spiato in tutta Europa. Il Navile consentiva il trasporto di questo e molti altri prodotti dal porto della città sino a Venezia e al mercato internazionale.
Prenotazione obbligatoria allo 051 6356611 (entro le ore 13 di venerdì 11 gennaio).
Ingresso: biglietto museo (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto)
ore 16: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – via Don Minzoni 14
“Visita guidata al Museo Morandi, la Collezione”
L’allestimento ripercorre le diverse fasi della vicenda artistica di Giorgio Morandi, proponendo anche accostamenti tra i suoi lavori e quelli di altri autori contemporanei. Il percorso, recentemente rinnovato, include anche una sezione specificamente dedicata all’Incisione.
Prenotazione obbligatoria allo 051 6496627 (mercoledì dalle 10 alle 17 e giovedì dalle 13 alle 17) oppure mamboedu@comune.bologna.it.
Ingresso: € 4,00 + biglietto museo (€ 6,00 intero / € 4,00 ridotto). Per i possessori della Card Musei Metropolitani Bologna € 3,00 per la visita guidata (ingresso museo gratuito)
giovedì 17 gennaio
ore 17: Museo Medievale – via Manzoni 4
In occasione della mostra I volti del Buddha dal perduto Museo Indiano di Bologna
“Da Sanchi al Gandhāra. Breve itinerario nell’arte buddhista dell’India antica”
Conferenza di Giovanni Verardi.
Ingresso: gratuito
ore 17: Collezioni Comunali d’Arte, Palazzo d’Accursio – Piazza Maggiore 6
“L’anima e il corpo. Immagini del sacro e del profano tra Medioevo ed Età Moderna”
Visita guidata alla mostra con Ilaria Negretti , RTI Senza Titolo S.r.l., ASTER S.r.l. e Tecnoscienza.
Ingresso: biglietto museo (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto)
MOSTRE
Museo Davia Bargellini – Strada Maggiore 44
“Presepi genovesi del Settecento dal Museo Giannettino Luxoro”, fino al 20 gennaio 2019
Come avviene da oramai più di dieci anni in occasione delle festività natalizie, i Musei Civici d’Arte Antica, in collaborazione con il Centro Studi per la Cultura Popolare di Bologna, promuovono al Museo Davia Bargellini un evento espositivo dedicato all’arte presepiale tradizionale, come momento di avvicinamento e celebrazione collettiva della raffigurazione della Natività.
Nel contesto di questo atteso appuntamento si pone la mostra “Presepi genovesi del Settecento dal Museo Giannettino Luxoro” organizzata con i Musei Civici di Genova, a cura di Mark Gregory D’Apuzzo, Simonetta Maione e Giulio Sommariva, con l’apporto di Fernando e Gioia Lanzi.
L’iniziativa si inserisce nel ciclo di mostre che pone a confronto scuole presepiali di aree regionali diverse, a documentare la straordinaria diffusione di questo specifico tipo di produzione artistica in Italia. Dopo la fortissima tradizione napoletana, che, attraverso la “Scarabattola” della Collezione di Gianfranco Bordoni, è stata tema dell’esposizione del 2008, quest’anno è oggetto di attenzione la grande scuola di Genova, città che fin dalla prima metà del XVI secolo si è affermata come uno dei centri più attivi nella produzione di figure da presepe, accanto a Napoli e Bologna.
Accanto alla ricca collezione del Museo Davia Bargellini – la più ampia, sia numericamente che qualitativamente, di statuine in terracotta policroma dei secoli XVIII-XIX presente in città – l’’esposizione consente al pubblico di ammirare due gruppi presepiali databili fra la seconda metà e la fine del XVIII secolo, provenienti dalle raccolte del Museo Giannettino Luxoro di Genova, rappresentativi dell’altissima qualità esecutiva raggiunta nella produzione di questo particolare tipo di scultura, generalmente di destinazione domestica, di ridotte dimensioni, ma di grande pregio.
Gli esemplari selezionati per l’allestimento, ricostruito con accurata attenzione filologica, sono riconducibili alle due principali varianti compositive rappresentate nella tradizione del capoluogo ligure: da una parte statuette in legno scolpite a tutto tondo e policromate, dall’altra manichini lignei articolati, parzialmente policromati, e rivestiti con abiti in splendido tessuto, testimonianza della grande manifattura tessile cittadina.
Ingresso: gratuito
Casa Morandi – via Fondazza 36
“Umberto Bonfini. Un dottore a Grizzana. Dalla medicina alla fotografia”, fino al 3 febbraio 2019
La porta di Casa Morandi si apre all’incontro con la fotografia di Umberto Bonfini per il progetto espositivo a cura di Claudio Spottl. Un dialogo fra la raccolta atmosfera della casa-atelier in cui Giorgio Morandi visse e lavorò per lunghi decenni fino alla sua morte e una selezione di immagini tratte dall’archivio fotografico lasciato da Umberto Bonfini, medico condotto a Grizzana, che ristabilisce una vicinanza tra due figure accomunate da una frequentazione amichevole e un’affine sensibilità di pensiero.
Nato a Pisa nel 1918, Umberto Bonfini arriva a Grizzana alla fine degli anni quaranta per esercitare la sua professione di medico-chirurgo. Nel paese dell’appennino bolognese conosce Giorgio Morandi, e in seguito ne diventa grande estimatore. Successivamente si sposta a Lagaro, piccolo paese limitrofo a Grizzana, dove continua a esercitare la professione di medico e resterà fino alla sua scomparsa il 10 agosto 1980.
Le frequentazioni con Giorgio Morandi avvicinano Bonfini alla sua pittura inducendolo, sotto il suo influsso, a dipingere diverse tele. Ma l’arte di Morandi si rivela propedeutica soprattutto di quella che diventerà la sua vera cifra artistica: la fotografia. Egli, infatti, si interessa al mondo della fotografia solo dopo la morte di Morandi nel 1964, iniziando a ritrarre composizioni di oggetti ispirate alle nature morte del maestro bolognese, di cui a Casa Morandi si possono ammirare 14 esemplari realizzati negli anni sessanta.
Bonfini trova la sua definitiva espressione poetica nel registro del racconto fotografico, tecnica con la quale si narra una storia attraverso una breve sequenza di foto si narra una storia, e in cui associa estetica e contenuto tracciando una nuova strada della fotografia artistica.
La mostra allestita a Casa Morandi rende testimonianza della sua intensa produzione fotografica contestualizzandola attraverso l’esposizione di cataloghi e materiali documentari come ritratti, note biografiche e interviste.
Museo Medievale – via Manzoni 4
“I volti del Buddha dal perduto Museo Indiano di Bologna”, fino al 28 aprile 2019
La mostra, a cura di Luca Villa, ricompone per la prima volta un’ampia parte delle raccolte appartenute al Museo Indiano di Bologna, oggi suddivise e conservate in tre diverse sedi: lo stesso Museo Civico Medievale, il Museo di Palazzo Poggi di Bologna e il Museo di Antropologia dell’Università di Padova.
L’esposizione consente di riscoprire un rilevante patrimonio di oggetti e fotografie che illustrano l’archeologia e l’arte buddhista asiatica al tempo in cui il Museo Indiano, noto anche come Museo d’Indologia e Museo di Etnografia Indiana Orientale, rimase aperto dal 1907 al 1935.
Il Museo Indiano, allestito nel Palazzo dell’Archiginnasio nelle sale oggi in uso alla Biblioteca, nacque per ospitare inizialmente la cospicua collezione di oggetti, fotografie e manoscritti acquisiti da Francesco Lorenzo Pullè (1850-1934), professore ordinario di Filologia Indoeuropea e Sanscrito dal 1899 alla Regia Università di Bologna, durante un viaggio compiuto nel 1902 in Vietnam, Ceylon, India e Pakistan in occasione della sua partecipazione al Congresso Internazionale degli Orientalisti ad Hanoi.
Lo studioso aveva in animo di creare un museo che rappresentasse non solo l’area geografica a cui dedicava da molti anni le sue ricerche, ma l’intero continente asiatico. Tuttavia, il suo obiettivo poté dirsi raggiunto solo quando il Comune e l’Università di Bologna, enti che avevano partecipato alla creazione del Museo Indiano, si impegnarono a incrementare la collezione originale con acquisti e prestiti temporanei.
Al momento dell’apertura, nelle stanze riservate al museo il pubblico poteva osservare fotografie e oggetti raccolti durante le tappe del viaggio di Pullè attraverso l’India britannica, acquistati allo scopo di illustrare gli aspetti peculiari della religione e della tradizione artistica e artigianale del subcontinente indiano, per come si erano manifestati nel corso dei secoli precedenti e per come apparivano nel presente.
L’allestimento, di cui abbiamo traccia grazie alla pianta del museo, conservata presso l’Archivio Storico Comunale di Bologna, comprendeva molte raffigurazioni di divinità del pantheon hindu e, rispetto ai musei dell’epoca, si distingueva per la presenza di una vasta raccolta di immagini che immortalavano le architetture templari dell’India, hindu, buddhiste e islamiche.
La vicenda del Museo Indiano si concluse definitivamente nel 1935 e due anni più tardi si redasse l’atto con cui le raccolte furono suddivise tra Comune e Università, che ne rimangono ancor oggi custodi, e la famiglia Pullè. Quest’ultima pochi anni dopo cedette almeno una parte della collezione pervenuta al figlio del professore, Giorgio, all’Università di Padova, dove Pullè aveva insegnato a lungo prima di passare all’Alma Mater.
“Lodi per ogni ora. I corali francescani provenienti dalla Basilica di San Francesco”, fino al 17 marzo 2019
La mostra, realizzata nell’ambito del Festival Francescano, presenta una nutrita selezione dei vari cicli liturgici, realizzati tra il XIII e il XV secolo per la basilica bolognese di San Francesco, che attualmente fanno parte della ricca collezione di codici miniati del Museo Civico Medievale di Bologna. Tra questi si segnala la serie di preziosi graduali francescani riccamente miniati dal cosiddetto Maestro della Bibbia di Gerona, protagonista assoluto della decorazione libraria bolognese della fine del Duecento. Prossimi a questa anche la serie poco più tarda degli antifonari, anch’essi ampiamente decorati, ispirandosi in parte alle più antiche esperienze del Giotto assisiate, evidentemente filtrate in città attraverso lo stesso ordine dei frati minori. A queste prime serie di corali ne seguirono altre nel corso del Quattrocento, quando i frati minori si affidarono a vari miniatori coordinati dal bolognese Giovanni di Antonio, per decorare intorno al 1440-50 alcuni dei loro libri liturgici, anch’essi presentati in occasione della mostra.
Collezioni Comunali d’Arte, Palazzo d’Accursio – Piazza Maggiore 6
“L’anima e il corpo. Immagini del sacro e del profano tra Medioevo ed Età Moderna”, fino al 24 febbraio 2019
I Musei Civici d’Arte Antica proseguono nell’impegno per la valorizzazione delle Collezioni Comunali d’Arte in concomitanza con i lavori di ripristino della copertura di Palazzo d’Accursio, la cui conclusione è prevista nella primavera 2019, promuovendo una nuova esposizione che ne rivisita l’ampio patrimonio permanente alla luce di un nuovo criterio tematico.
Dopo un primo riallestimento incentrato sulla nascita del gusto moderno tra ‘700 e ‘800, il nuovo ordinamento del percorso espositivo propone un tema fondamentale nella cultura figurativa occidentale, la rappresentazione del divino e della figura umana, indagandone l’evoluzione iconografica tra il XIII e il XVIII secolo.
L’esposizione, a cura di Silvia Battistini e Massimo Medica, ricompone alcune delle opere di maggiore rilevanza storico-artistica del museo – tra cui la ricca collezione di sculture e di dipinti medievali dei Primitivi; le preziose tavole di Francesco Francia, Amico Aspertini, Luca Signorelli e le tele di Prospero Fontana, Ludovico Carracci, Michele Desubleo, Guido Cagnacci, Donato Creti, Gaetano Gandolfi, Pelagio Palagi – ordinate secondo due linee di lettura che si alternano nelle sale espositive narrando, da un lato, l’essenza del divino, dall’altra, la vita e i sentimenti quotidiani.
I visitatori hanno così modo di comprendere come anche le più note raffigurazioni religiose e profane non siano rimaste uguali a se stesse nel corso dei secoli, ma abbiano accompagnato il rinnovamento del linguaggio artistico, riverberando il dibattito sulla raffigurazione del corpo umano nel mutare del clima sociale e religioso europeo.
Se il Medioevo ricorre alla rappresentazione del corpo per dare un’identità alla dimensione religiosa nelle sue differenti manifestazioni (Padre Eterno, Cristo, la Vergine, i santi), nel Rinascimento il corpo rappresentato in modo naturalistico diviene fondamentale per dare un volto alla santità e facilitare la divulgazione della dottrina cattolica.
Museo del Risorgimento – Piazza Carducci 5
“Guerra illustrata, guerra vissuta. La Grande Guerra a Bologna tra storia e memoria”, fino al 27 gennaio 2019
A cento anni dalla fine del primo conflitto mondiale, la mostra presenta i risultati del progetto “La Grande Guerra a Bologna tra Storia e Memoria” finalizzato all’implementazione del portale www.storiaememoriadibologna.it per creare e rendere accessibile, in forma unitaria, una memoria collettiva, cittadina e nazionale sugli avvenimenti legati al primo conflitto mondiale, con particolare riferimento alla memoria dei caduti bolognesi.
L’iniziativa, a cura di Mirtide Gavelli e Roberto Martorelli, intende porsi come un momento di conoscenza e promozione del lavoro di digitalizzazione di fonti documentarie e memorialistiche di diversa natura svolto tra il 2015 e il 2018, attraverso l’esposizione al pubblico di alcuni dei più rilevanti documenti appartenenti a un patrimonio ancora poco conosciuto e in alcuni casi del tutto inedito.
Sulle pareti della sala mostre una selezione di manifesti di propaganda dei prestiti nazionali, recentemente restaurati, rievocano ciò che i nostri antenati potevano vedere sui muri di Bologna e delle altre città italiane ed europee: una propaganda massiccia, multiforme, capillare, perché ogni cittadino senza distinzione di età e condizione sociale, si sentisse “fronte interno” e si comportasse come tale, contribuendo, secondo le sue possibilità, alla vittoria finale.
Nelle vetrine sono esposti documenti e cimeli originali relativi alla città di Bologna, normalmente non visibili al pubblico, che l’implementazione del portale ha permesso di fare conoscere e contestualizzare, riproducendone le immagini e raccontandone la storia. Tra questi, documenti e fotografie provenienti da archivi pubblici e privati, compresi quelli donati dalle famiglie di Nazario Sauro ed altri eroi della Guerra; memorie del “Pantheon dei caduti illustri” creato all’interno della scuola Laura Bassi negli anni del conflitto; documenti dell’Ufficio per notizie alle famiglie dei militari, la grande esperienza prima bolognese poi nazionale di volontariato femminile; i numerosi ritratti dei caduti rinvenuti nel corso dei lavori.
Attraverso un codice QR, con uno smartphone è inoltre possibile accedere a tutte le notizie e agli approfondimenti contenuti nel portale: la sala dispone infatti di accesso gratuito wireless e il portale stesso è visualizzabile da tutti i device. La valenza fortemente didattica e divulgativa del progetto che si rivolge non solo a un pubblico giovane è testimoniata dalla presenza in mostra di un totem che consente di esplorare la ricostruzione virtuale in 3D del grandioso Lapidario della Basilica di Santo Stefano, così come si presentava nell’anno dell’inaugurazione (1925): con i nomi dei 2.536 caduti della città di Bologna incisi nelle 64 lapidi poste all’interno del chiostro.
Museo Archeologico – via dell’Archiginnasio 2
“HOKUSAI HIROSHIGE. Oltre l’onda. Capolavori dal Museum of Fine Arts di Boston”, fino al 3 marzo 2019
Il Museo Civico Archeologico ospita le opere dei due più grandi Maestri del “Mondo Fluttuante”: Katsushika Hokusai (1760-1849) e Utagawa Hiroshige (1797-1858).
La mostra espone, per la prima volta in Italia, una selezione straordinaria di circa 150 opere provenienti dal Museum of Fine Arts di Boston.
Il progetto, suddiviso in 6 sezioni tematiche, curato da Rossella Menegazzo con Sarah E. Thompson, è una produzione MondoMostre Skira con Ales S.p.A Arte Lavoro e Servizi in collaborazione con il Museum of Fine Arts di Boston, promosso dal Comune di Bologna | Istituzione Bologna Musei e patrocinato dall’Agenzia per gli Affari Culturali del Giappone, dall’Ambasciata del Giappone in Italia e dall’Università degli Studi di Milano.
Gli anni trenta dell’Ottocento segnarono l’apice della produzione ukiyoe nota come “immagini del Mondo Fluttuante”. In quel periodo furono realizzate le serie silografiche più importanti a firma dei maestri che si confermarono – qualche decennio più tardi con l’apertura del Paese – come i più grandi nomi dell’arte giapponese in Occidente.
Tra questi spiccò da subito Hokusai, artista e personalità fuori dalle righe che seppe rappresentare con forza, drammaticità e sinteticità insieme i luoghi e i volti, oltre che il carattere e le credenze della società del suo tempo. Egli è considerato uno dei più raffinati rappresentanti del filone pittorico dell’ukiyoe. Nei suoi dipinti su rotolo, ma soprattutto attraverso le sue silografie policrome, l’artista seppe interpretare in modo nuovo il mondo in cui viveva, con linee libere e veloci, un uso sapiente del colore e in particolare del blu di Prussia, da poco importato in Giappone, traendo spunto sia dalla pittura tradizionale autoctona sia dalle tecniche dell’arte occidentale.
Più giovane di circa vent’anni rispetto a Hokusai, Hiroshige divenne un nome celebre della pittura ukiyoe poco dopo l’uscita delle “Trentasei vedute del monte Fuji” del maestro grazie a una serie, nello stesso formato orizzontale, che illustrava la grande via che collegava Edo (l’antico nome di Tokyo) a Kyoto. Si trattava delle “Cinquantatré stazioni di posta del Tōkaidō”, conosciute come “Hōeidō Tōkaidō” dal nome dell’editore che lanciò verso il successo Hiroshige. Da allora l’artista lavorò ripetutamente su questo stesso soggetto, producendo decine di serie diverse fino agli anni cinquanta. La qualità delle illustrazioni di paesaggio e vedute del Giappone, la varietà degli elementi stagionali e atmosferici – nevi, piogge, nebbie, chiarori di luna – che Hiroshige seppe descrivere facendoli percepire in modo quasi sensoriale gli valse il titolo di “maestro della pioggia e della neve”.
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – via Don Minzoni 14
“VHS +. Video/animazione/televisione e/o indipendenza/addestramento tecnico/controllo produttivo 1995/2000”, fino al 17 febbraio 2019
Nello spazio espositivo della Project Room, vocato alla riscoperta di alcuni degli episodi artistici più stimolanti e innovativi originati in ambito artistico bolognese e regionale, il MAMbo presenta “VHS +”.
Il progetto espositivo, nato da un’idea di Saul Saguatti (Basmati Film) e Lucio Apolito (Opificio Ciclope) con la curatela di Silvia Grandi e realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Arti dell’Università di Bologna, si configura come un dispositivo di pulsazioni audio-visive che nascono dall’ibridazione di differenti linguaggi, formati e pratiche di comunicazione video sperimentata in Italia tra il 1995 e i l 2000, raccontando il sogno elettronico di una stagione in cammino tra l’analogico e il digitale.
La produzione del periodo esorbita dall’autorialità individuale per estendersi a una dimensione collettiva, costituendosi in gruppi indipendenti di ricerca media-culturali che diventano veri e propri marchi, come Opificio Ciclope, Fluid Video Crew, Ogino Knauss, Otolab e Sun Wu Kung di cui la mostra documenta i peculiari approcci espressivi. In un mondo ancora senza bacheche, chat, social media e YouTube, questi laboratori pionieristici hanno materialmente costruito schermi di proiezione nelle loro rispettive residenze – Link Project a Bologna, Forte Prenestino a Roma, CPA ExLonginotti a Firenze, Garigliano e Pergola a Milano – sviluppando fucine creative sintonizzate con le coeve sperimentazioni più avanzate a livello europeo.
“VHS +” trova un’estensione on-line nel sito www.vhsplus.it, in cui sono consultabili materiali d’archivio e di approfondimento.
La mostra si avvale della sponsorizzazione tecnica di Eurovideo che ha concesso le forniture strumentali per l’allestimento impianto audio-video.
Museo del Patrimonio Industriale – via della Beverara 123
“Scultura e Impresa. Mostra personale dello scultore Michele D’Aniello”, fino al 27 gennaio 2019
Il progetto “Scultura e Impresa”, nato nel 2008 da un’idea dello scultore Michele D’Aniello, annovera ad oggi circa 80 aziende, nazionali ed internazionali, che in questi anni, con entusiasmo, hanno accolto e aderito al progetto positivo e innovativo di arte contemporanea.
Ciò che la mostra presenta è il valore della bellezza e dell’ingegno, della tenacia e del coraggio; è la storia dei valori e il suo motto è riassunto in queste poche parole: “La forma dei Valori, i Valori della Forma”, da sempre filo conduttore di Scultura e Impresa e di tutta l’arte di D’Aniello.
“Scultura e Impresa” si svolge con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Bologna, del Comune di Pianoro e di Unindustria Bologna.
Padiglione de l’Esprit Nouveau – Piazza della Costituzione 11
“PHOENIX. Il Padiglione de l’Esprit Nouveau tra ricognizione e restauro”, fino al 13 gennaio 2019
Ad un anno dalla sua riapertura al pubblico dopo l’intervento di restauro finanziato da Regione Emilia-Romagna e Comune di Bologna, il Padiglione de l’Esprit Nouveau ospita la mostra “PHOENIX. Il Padiglione de l’Esprit Nouveau tra ricostruzione e restauro” curata da Maria Beatrice Bettazzi, Jacopo Gresleri e Paolo Lipparini con l’alta consulenza di Giuliano Gresleri.
L’esposizione, allestita su progetto dell’architetto Jacopo Gresleri, offre allo spettatore la possibilità di ripercorrere la storia della costruzione dell’edificio, una replica – fedele in ogni dettaglio – del prototipo di unità abitativa che l’architetto Le Corbusier aveva proposto a Parigi nel 1925 in occasione dell’Exposition des Arts Decoratifs et Industriels Modernes, poi demolito a conclusione dell’evento.
All’interno del Padiglione sono esposti i progetti, i disegni, le immagini e le testimonianze che documentano il processo di realizzazione di quella che è l’unica opera del maestro svizzero-francese presente in Italia, dall’ideazione e studio alle varie fasi di lavoro.
I disegni, provenienti dal Fondo dell’Archivio Storico dell’Università di Bologna e da quello privato del professor Giuliano Gresleri, mettono in luce il processo di ricerca alla base della ricostruzione e della scelta di tutti i dettagli – infissi, porte, pavimenti e colori -, ai quali Le Corbusier dedicava particolare attenzione, in una visione di spazio cromatico e funzionale in costante rapporto tra interno ed esterno.
In esposizione alcuni materiali della Collezione Cassina dell’Archivio Storico di Cassina a Meda, i plastici eseguiti dagli allievi dell’Atelier di Giuliano Gresleri alla Syracuse University e l’eccezionale allestimento di volumi storici provenienti dalla Collezione Gresleri, dedicati in particolare alle tematiche dell’alloggio a basso costo, delle cromie architettoniche e della didattica dell’architettura.
Sono visibili anche filmati originali del 1977 in cui illustri protagonisti del mondo dell’architettura italiana dialogano sulle specificità del Padiglione, primo edificio nella storia dell’architettura ad introdurre un grande elemento vegetale all’interno della costruzione, e sull’importanza della sua ricostruzione.
La mostra è promossa da Università di Bologna, Archivio Storico – ASUB-SA con il supporto di Servizio Qualità Urbana e Politiche Abitative – Direzione Generale Cura del Territorio e dell’Ambiente della Regione Emilia-Romagna e di IBC – Istituto per i beni artistici, culturali e naturali dell’Emilia-Romagna.
In collaborazione con Istituzione Bologna Musei | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e con il patrocinio di Fondation Le Corbusier, Consiglio Nazionale Architetti Pianificatori e Paesaggisti e Conservatori e Ordine degli Architetti di Bologna.
Orari di apertura: sabato e domenica ore 15-17.
Alle ore 15 del sabato e della domenica è possibile partecipare ad una visita guidata a cura del Dipartimento educativo MAMbo (su prenotazione, tel. 051 6496611).
L’Istituzione Bologna Musei racconta, attraverso le sue collezioni, l’intera storia dell’area metropolitana bolognese, dai primi insediamenti preistorici fino alle dinamiche artistiche, economiche, scientifiche e produttive della società contemporanea.
Un unico percorso diffuso sul territorio, articolato per aree tematiche.
Archeologia, storia, storia dell’arte, musica, patrimonio industriale e cultura tecnica sono i grandi temi che è possibile affrontare, anche attraverso percorsi trasversali alle varie sedi.
Fanno parte dell’Istituzione Bologna Musei: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Museo Morandi, Casa Morandi, Villa delle Rose, Museo per la Memoria di Ustica, Museo Civico Archeologico, Museo Civico Medievale, Collezioni Comunali d’Arte, Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini, Museo del Patrimonio Industriale, Museo e Biblioteca del Risorgimento, Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna, Museo del Tessuto e della Tappezzeria “Vittorio Zironi”.
Info: www.museibologna.it.
La Card Musei Metropolitani di Bologna è il servizio attivato in occasione del IX centenario del Comune di Bologna per ampliare l’accessibilità al patrimonio storico artistico della città: un abbonamento che offre accesso illimitato alle collezioni permanenti e ingresso a prezzo ridotto alle mostre temporanee di tanti musei della città e dell’area metropolitana. Vale 12 mesi e costa 25 euro: tutte le informazioni sono disponibili sul sito cardmuseibologna.it.