Accanto alle numerose bellezze e alle numerose attrazioni rinomate e conosciute di Bologna ci sono altrettanti dettagli davvero affascinanti ma meno noti ai più, che soltanto chi ha un occhio attento e presta molta attenzione (o legge la nostra guida) può riuscire a scoprire.
Disseminati per la città infatti, ci sono i Sette Segreti di Bologna, particolarità nascoste che spesso sono sconosciute agli stessi bolognesi. Potete trovarli tutti, raccolti per voi, in questo articolo, in modo tale che la prossima volta che passeggerete per le vie della città, non ve le farete scappare.
- Le tre frecce. Conficcate nel soffitto del portico all’ingresso di Corte Isolani si possono scorgere tre frecce sulle quali si narra una leggenda che racconta di tre briganti che molto tempo fa si trovavano lì per uccidere un signorotto bolognese. Ma fortunatamente una fanciulla, affacciandosi nuda ad una finestra, li distrasse, le frecce partirono quindi ognuna in una direzione diversa e si conficcarono nel soffitto, facendo così fallire l’attentato.
- Il telefono senza fili. Sotto il voltone di Palazzo del Podestà, nei quattro angoli sotto la torre dell’Arengo, avvicinandosi alle pareti si può notare un fatto curioso: parlando contro il muro i suoni vengono trasmessi da un angolo all’altro. Questo canale di comunicazione tra i quattro angoli era stato architettato in epoca medievale per far confessare i lebbrosi. Oggi si possono scorgere molte persone, rivolte spalle al muro che si divertono a sperimentare questo speciale sistema di comunicazione.
- La finestrella sulla piccola Venezia. In molti non lo sanno ma anche a Bologna c’è una “Little Venice”: Passando sotto Porta Govese o Torresotto dei Piella si giunge alla celebre Finestrella sul Canale delle Moline e al ponte sul canale, entrambi con affaccio. Affacciandosi fra i palazzi infatti, si può vedere scorrere uno dei tratti d’acqua che venivano usati per la navigazione mercantile, uno dei pochi che tra i primi del Novecento e il dopoguerra non fu ricoperto di asfalto. ll canale delle Moline è la prosecuzione del canale di Reno, per buona parte del suo itinerario è rinchiuso tra le case, come si vede dalla Finestrella, e per questo in passato è rimasto a lungo nascosto alla vista. Di recente sono stati riaperti gli affacci sui ponti delle vie Oberdan e Malcontenti, che si affiancano alla suggestiva finestrella di Via Piella. Visto il romanticismo di questo scorcio inaspettato il muro attorno alla finestrella è stato riempito da frasi d’amore e persino da qualche lucchetto.
- “Panis vita, canabis protectio, vinum laetitia”, ovvero: “Il pane è vita, il vino è allegria, la cannabis è protezione”. Questa scritta, che fa riferimento alla ricchezza che la coltivazione della canapa ha portato a Bologna la si trova in via Indipendenza, quasi all’angolo con via Rizzoli, sotto la Torre Scappi, sulla volta del Canton de’ Fiori.
- Il “dito” del Nettuno. La fontana del Nettuno, che con la sua imponente statua dà il nome alla piazza davanti a Salaborsa nasconde un simpatico effetto ottico che consente, se posizionati nei pressi della scalinata della biblioteca (ci sarebbe addirittura una mattonella più scura a indicare il punto preciso) di vedere non più l’indice del dio del mare, bensì l’erezione di quest’ultimo. Si pensa che questa illusione ottica sia stata volutamente progettata in modo scherzoso dall’autore Giambologna.
- Il vaso rotto sulla Torre degli Asinelli. In cima alla Torre degli Asinelli, sulla quale gli universitari più scaramantici non salgono fino al raggiungimento della laurea (si dice che chi sale non si laurea) c’è un vaso, un vaso rotto che simboleggia le buone qualità di Bologna nella risoluzione dei problemi.
- Bologna la Dotta: sul tavolo della sede dell’Alma Mater Studiorum di Bologna a Palazzo Poggi vedrete questa scritta incisa “panum resis”. L’incisione indica un principio basilare di questa città, quello di utilizzare la conoscenza come fonte di ogni decisione.