Di seguito gli appuntamenti in programma da venerdì 9 a giovedì 15 febbraio.
Ogni settimana i Musei Civici di Bologna propongono un ricco calendario di appuntamenti per svelare le loro collezioni e raccontare aspetti ed episodi inediti e curiosi della storia della città, anche attraverso punti di vista differenti e insoliti accostamenti fra le diverse collezioni.
Conferenze, laboratori, concerti, visite guidate, visite in lingua sono i principali “strumenti” di questo racconto, che si dispiega lungo millenni di storia, dai primi utensili in pietra di uomini vissuti 800.000 anni fa ai prodotti dell’attuale distretto industriale, dalla pittura alle varie forme dell’arte moderna e contemporanea, dalla musica alle grandi epopee politiche e civili.
È in corso una nuova promozione per i visitatori della mostra “REVOLUTIJA” al MAMbo: all’acquisto di un biglietto per la mostra, aggiungendo 1 euro si potrà ricevere anche un biglietto di ingresso per visitare (nella stessa giornata) le collezioni permanenti del MAMbo e del Museo Morandi.
In alternativa, conservando il biglietto di “REVOLUTIJA”, entro il 13 maggio si potrà tornare a visitare le collezioni in un giorno diverso, ottenendo la riduzione a 4 euro anziché 6 euro.
IN EVIDENZA
Sabato 10 febbraio
ore 16:30 Museo del Patrimonio Industriale – via della Beverara 123
“Moto bolognesi C.M. Trent’anni memorabili 1929-1959”
Inaugurazione della mostra e presentazione del volume a cura di Enrico Ruffini e Antonio Campigotto.
La C.M, fondata da Mario Cavedagni, ha avuto un ruolo importante nella storia del motociclismo bolognese, conquistando un suo spazio tra le marche locali e nazionali.
I 15 modelli in esposizione sono il punto di partenza per ricostruire la storia di questo importante marchio bolognese.
Ingresso gratuito.
PER I BAMBINI
Sabato 10 febbraio
ore 16 e ore 17.15: Museo della Musica – Strada Maggiore 34
In occasione della rassegna “The Best of” – “Musica da paura!” Visita in costume di Carnevale in collaborazione con Associazione QB Quanto Basta.
Con Luca Bernard, Luigi Mosso, Francesca Quadrelli, Linda Tesauro, Rocco Casino Papia.
Hai coraggio? Vuoi liberare il museo dal mistero che lo abita? Raccogli la sfida della voce misteriosa e supera tutte le sue prove. Festeggiamo insieme il Carnevale con una visita guidata “travestita”, un percorso attraverso le sale espositive in cui i bambini incontreranno musicisti terrorizzati ma con ancora tanta voglia di suonare.
Prenotazione obbligatoria solo online su www.museibologna.it/musica.
Si richiede conferma o eventuale disdetta entro il giovedì precedente la data del laboratorio.
Ingresso: € 5,00 a partecipante
Domenica 11 febbraio
ore 15-19: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – via Don Minzoni 14
In occasione della mostra REVOLUTIJA. Da Chagall a Malevich, da Repin a Kandinsky – “I rivoluzionari della domenica” Laboratorio aperto per bambini (dai 4 anni) e famiglie.
Gli spazi del Dipartimento educativo MAMbo sono connotati da un allestimento speciale con quattro zone tematiche che corrispondono ad altrettante proposte laboratoriali.
Prenotazione obbligatoria direttamente alla cassa della mostra o via mail a info@mostrarevolutija.it (min. 8 persone).
Ingresso: mostra e laboratorio adulti+bambini: adulti € 8,00 per il laboratorio + € 10,00 per l’ingresso in mostra (biglietto ridotto speciale); bambini: € 8,00 per il laboratorio + € 5,00 per l’ingresso in mostra (biglietto ridotto speciale)
laboratorio bambini: € 8,00 solo laboratorio
GLI ALTRI APPUNTAMENTI
Sabato 10 febbraio
ore 15-18: Padiglione de l’Esprit Nouveau – Piazza della Costituzione 11
“Apertura al pubblico e visita guidata”
A quarant’anni dalla sua costruzione, il Padiglione de l’Esprit Nouveau è stato restituito alla città di Bologna, grazie alla Regione Emilia-Romagna e al Comune di Bologna che ne hanno finanziato il restauro. Grazie ad una convenzione fra la Regione Emilia-Romagna, cui il Comune di Bologna ha affidato la gestione dell’edificio, e l’Istituzione Bologna Musei, tutti i sabati e le domeniche fino al 18 marzo, alle ore 15, sarà possibile conoscere il padiglione attraverso visite guidate a cura del Dipartimento educativo MAMbo.
Fino al 18 marzo 2018 il padiglione ospita la mostra “Katarina Zdjelar. Ungrammatical”, a cura di Lorenzo Balbi, promossa da Istituzione Bologna Musei | MAMbo, in collaborazione con SpazioA.
Prenotazione obbligatoria allo 051 6496611.
Ingresso: gratuito fino ad esaurimento posti.
Museo della Musica – Strada Maggiore 34
ore 15-18: Nell’ambito della rassegna Bologna Harp Festival
“Workshop di arpa irlandese” Con Dearbhail Finnegan. A cura dell’Associazione Arpeggi.
L’arpa irlandese: melodie, arie tradizionali, composizioni di O’ Carolan, danze, ornamenti e arrangiamenti. Il workshop è rivolto a arpisti principianti, intermedi o professionisti. L’intero corso sarà tradotto in italiano.
Iscrizione obbligatoria.
Ingresso: € 100,00
ore 21: Nell’ambito della rassegna Bologna Harp Festival
“The Irish Harp” Concerto di Dearbhail Finnegan. A cura dell’Associazione Arpeggi.
Dearbhail (pronuncia Derval) è cresciuta in una famiglia immersa nella musica tradizionale, vicino al villaggio di Nobber, Contea di Meath, in Irlanda. Suo padre era presidente dell’Irish Traditional Music Organization – Comhaltas Ceoltoiri Eireann e suo nonno era un famoso violinista irlandese. Dearbhail si è avvicinata alla musica all’età di 5 anni suonando il violino, il flauto irlandese (tin whistle) e la fisarmonica, diventando poi appassionata di arpa irlandese all’età di 13 anni.
I suoi studi sono iniziati con la società di arpa irlandese “Cairde na Cruite” sotto la guida di Mercedes Bolger / McGrath. Dearbhail ha continuato a studiare con Aibhlin McCrann partecipando e vincendo diversi concorsi sia a livello regionale che nazionale. Per la sua competenza e abilità nell’arpa irlandese è stata invitata a suonare in tutto il mondo nei vari festival celtici.
Nel 1995 Dearbhail si è laureata in musica alla Royal Irish Academy of Music di Dublino e poi ha conseguito il Diploma di insegnamento (TTCT) per l’arpa irlandese. Per la sua passione per la musica, l’avvincente performance sul palcoscenico e la sua grande personalità viene considerata un grande talento dell’arpa irlandese.
Prenotazione obbligatoria solo online su www.museibologna.it/musica.
Ingresso: € 10,00 (gratuito per minori di 18 anni).
ore 16: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – via Don Minzoni 14
“REVOLUTIJA. Da Chagall a Malevich, da Repin a Kandinsky”
Visita guidata alla mostra, realizzata grazie alla collaborazione in esclusiva con il Museo di Stato Russo di San Pietroburgo.
La mostra è prodotta e organizzata da CMS.Cultura in partnership con il Comune di Bologna | Istituzione Bologna Musei e curata da Evgenia Petrova e Joseph Kiblitsky.
Prenotazione obbligatoria direttamente alla cassa della mostra o via mail a info@mostrarevolutija.it (min 8 persone).
Ingresso: € 7,00 per la visita guidata + € 10,00 per l’ingresso in mostra (biglietto ridotto speciale con microfonaggio incluso).
ore 16: Museo Archeologico – via dell’Archiginnasio 2
“Leggere gli Etruschi: scrittura, lingua, società”
Conferenza di Giuseppe Sassatelli, Università di Bologna, nell’ambito del progetto “Griffo, La Grande Festa delle Lettere”.
Un incontro per fare il punto su una lingua complessa ma non misteriosa, contrariamente a quanto talvolta si sente ancora dire. Tolto il mistero, rimane il profondo fascino di una scrittura e di una lingua profondamente legate allo sviluppo della società etrusca e di essa simbolo esemplare.
Ingresso: gratuito.
ore 16: Villa delle Rose – via Saragozza 228/230
“It’s OK to change your mind! Arte contemporanea russa dalla Collezione Gazprombank”
Visita guidata alla mostra a cura del Dipartimento educativo MAMbo.
Ingresso: € 4,00 per la visita guidata + biglietto mostra (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto). Per i possessori della Card Musei Metropolitani Bologna € 4,00 per la visita guidata (ingresso mostra gratuito).
ore 17: Ex Forno MAMbo – via Don Minzoni 14
“Una straordinaria normalità – cucina e ricette in Casa Morandi” Presentazione del volume a cura di Carlo Zucchini e Simone Sbarbati.
È in via Fondazza che prende forma il racconto di una normalità per nulla ordinaria: quella della quotidianità di Casa Morandi.
“Una straordinaria normalità” (Corraini Edizioni) è un diario, un copione e un libro di ricette: un racconto fatto di personaggi, ambienti, odori e sapori che ci fa immergere nell’atmosfera della famiglia Morandi. Ricordi e ingredienti si intrecciano in questa raccolta di momenti e ricette ideata da WONDERINGSTARS e curata da Carlo Zucchini e Simone Sbarbati.
Una miscela che ci svela il lato più intimo dell’artista e della sua famiglia: i gusti, le abitudini, la dedizione e la cura con cui la madre e le sorelle raccoglievano e custodivano le ricette, sempre perfezionandole per creare un ricettario «che fosse raffinato com’era raffinata la famiglia».
Sabato 10 febbraio Carlo Zucchini e Simone Sbarbati ci racconteranno come è nato questo volume, ripercorrendo aneddoti e vicende legate alla famiglia dell’artista bolognese. Quale miglior modo per addentrarsi in profumi e sapori di una volta se non sorseggiando tè e mangiando biscotti preparati con le ricette che le sorelle Morandi hanno custodito?
Saranno presenti Lorenzo Balbi, responsabile Area Arte Moderna e Contemporanea Istituzione Bologna Musei e Valeria Lombardo, WONDERINGSTARS.
Presentazione organizzata dal Museo Morandi e WONDERINGSTARS in collaborazione con corrainiMAMbo artbookshop ed Ex Forno MAMbo.
Ingresso: gratuito.
Domenica 11 febbraio
ore 10.30: Museo del Tessuto e della Tappezzeria “Vittorio Zironi” – via di Casaglia 3
“La moda etica estone dal passato al futuro”
Visita guidata alla mostra con Ilaria Negretti, RTI Senza Titolo s.r.l. e ASTER s.r.l.
Ingresso: biglietto museo (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto).
ore 10.30-13.30 e 15-18: Museo della Musica – Strada Maggiore 34
Nell’ambito della rassegna Bologna Harp Festival – “Workshop di arpa irlandese” Con Dearbhail Finnegan. A cura dell’Associazione Arpeggi.
L’arpa irlandese: melodie, arie tradizionali, composizioni di O’ Carolan, danze, ornamenti e arrangiamenti. Il workshop è rivolto a arpisti principianti, intermedi o professionisti. L’intero corso sarà tradotto in italiano.
Iscrizione obbligatoria.
Ingresso: € 100,00
ore 15: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – via Don Minzoni 14
“Visita guidata alla collezione permanente MAMbo”
Una visita guidata alla collezione permanente per avvicinarsi alla storia dell’arte italiana, dalla metà degli anni Cinquanta a oggi, attraverso l’attività dell’ex Galleria d’Arte Moderna di Bologna e le successive acquisizioni del MAMbo.
Prenotazione obbligatoria allo 051 6496627 (martedì e giovedì dalle 9 alle 17) oppure mamboedu@comune.bologna.it.
Ingresso: € 4,00 + biglietto museo (€ 6,00 intero / € 4,00 ridotto). Per i possessori della Card Musei Metropolitani Bologna € 3,00 (ingresso museo gratuito).
ore 15-18: Padiglione de l’Esprit Nouveau – Piazza della Costituzione 11
“Apertura al pubblico e visita guidata”
A quarant’anni dalla sua costruzione, il Padiglione de l’Esprit Nouveau è stato restituito alla città di Bologna, grazie alla Regione Emilia-Romagna e al Comune di Bologna che ne hanno finanziato il restauro. Grazie ad una convenzione fra la Regione Emilia-Romagna, cui il Comune di Bologna ha affidato la gestione dell’edificio, e l’Istituzione Bologna Musei, tutti i sabati e le domeniche fino al 18 marzo, alle ore 15, sarà possibile conoscere il padiglione attraverso visite guidate a cura del Dipartimento educativo MAMbo.
Fino al 18 marzo 2018 il padiglione ospita la mostra “Katarina Zdjelar. Ungrammatical”, a cura di Lorenzo Balbi, promossa da Istituzione Bologna Musei | MAMbo, in collaborazione con SpazioA.
Prenotazione obbligatoria allo 051 6496611.
Ingresso: gratuito fino ad esaurimento posti.
ore 15-18.30: Villa delle Rose – via Saragozza 228/230
“Servizio di mediazione alla mostra It’s OK to change your mind!”
In occasione della mostra “It’s OK to change your mind!”, curata Lorenzo Balbi e Suad Garayeva-Maleki, il Dipartimento educativo MAMbo propone un servizio di mediazione gratuito.
Un operatore è presente ogni domenica a Villa delle Rose dalle ore 15 alle 18.30 per formire informazioni e approfondimenti sulle opere e gli artisti.
L’esposizione vuole offrire una possibile lettura dell’arte contemporanea russa e un nuovo punto di vista sull’eredità delle avanguardie di inizio Novecento attraverso le opere di ventuno artisti e collettivi che utilizzano differenti media, provenienti dalla Collezione Gazprombank.
Ingresso: mediazione gratuita + ingresso mostra (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto). Per i possessori di Card Musei Metropolitani Bologna: mediazione gratuita, ingresso alla mostra gratuito.
ore 16: Museo del Patrimonio Industriale – via della Beverara 123
Nell’ambito del ciclo Officina delle Stelle – “I fulmini globulari: fenomenologia di un mistero”
Sebbene dal 1596, anno in cui una misteriosa palla di luce irruppe improvvisamente nella cattedrale di Wells nel Somerset, i fulmini globulari siano stati oggetto di indagine da parte di scienziati e di scettici, nessuno è ancora arrivato a comprendere esattamente cosa siano e come ‘funzionino’. Diverse sono le teorie in auge su queste sfere di plasma. La più accreditata fa risalire la loro formazione a particolari combinazioni elettrochimiche causate dalle reazioni fra elementi che si innescano a seguito dell’impatto di un fulmine col terreno. Ma questa spiegazione sembra non dare pienamente ragione della complessa fenomenologia manifestata da queste enigmatiche sfere di plasma…
Prenotazione obbligatoria allo 051 6356611 (entro le ore 13 di venerdì 9 febbraio).
Ingresso: biglietto museo (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto).
ore 16: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – via Don Minzoni 14
“REVOLUTIJA. Da Chagall a Malevich, da Repin a Kandinsky”
Visita guidata alla mostra, realizzata grazie alla collaborazione in esclusiva con il Museo di Stato Russo di San Pietroburgo.
La mostra è prodotta e organizzata da CMS.Cultura in partnership con il Comune di Bologna | Istituzione Bologna Musei e curata da Evgenia Petrova e Joseph Kiblitsky.
Prenotazione obbligatoria direttamente alla cassa della mostra o via mail a info@mostrarevolutija.it (min 8 persone).
Ingresso: € 7,00 per la visita guidata + € 10,00 per l’ingresso in mostra (biglietto ridotto speciale con microfonaggio incluso).
ore 16.30: Museo Medievale – via Manzoni 4
“‘Il mestiere delle armi’: giostre tornei e battaglie tra il Medioevo e il Rinascimento”
Visita guidata con Paolo Cova, RTI Senza Titolo s.r.l. e ASTER s.r.l.
Una visita dedicata alla guerra, ai condottieri e ai grandi capitani di ventura che operarono nel panorama italiano del tardo Medioevo e del Rinascimento. Verranno prese in esame molte delle testimonianze della celebre collezione di armi e armature del Museo Civico Medievale e attraverso l’arte si darà una visione anche del loro utilizzo nella vita quotidiana del passato.
Ingresso: biglietto museo (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto).
Giovedì 15 febbraio
ore 17.30: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – via Don Minzoni 14
“Roberto Daolio. Aggregati per differenze”
Presentazione del volume edito da postmedia books che ricostruisce la ricchissima bibliografia del critico, selezionando una sessantina di testi raccolti e catalogati. Il libro esce in concomitanza con la mostra “Roberto Daolio. Vita e incontri di un critico d’arte attraverso le opere di una collezione non intenzionale”, in corso nella Project Room del MAMbo fino al 6 maggio 2018.
Intervengono: Davide Da Pieve, Lara De Lena, Claudio Marra, Roberto Pinto, Caterina Sinigaglia. Introduce Lorenzo Balbi.
Ingresso: gratuito
ore 21: Trekking Italia – via dell’Inferno 20/B
“Donne e guerra: il caso bolognese” Incontro con Lucia Gaudenzi e Mirtide Gavelli, Museo civico del Risorgimento.
In occasione della Grande Guerra si parlò per la prima volta nella storia di “fronte interno”. In questo ambito le donne ebbero un ruolo fondamentale: sostituirono gli uomini nel mondo del lavoro per la produzione agricola ed industriale, gestirono la quotidianità familiare, crearono reti di appoggio alle opere pro-soldati e per le famiglie dei richiamati, crearono la rete informativa degli uffici notizie, e tanto altro ancora, garantendo così la tenuta del paese.
Ingresso: gratuito
MOSTRE
Salone Banca di Bologna di Palazzo De’ Toschi – Piazza Minghetti 4/d
ART CITY Bologna. “Erin Shirreff”, fino al 4 marzo 2018
La mostra di Erin Shirreff (1975), a cura di Simone Menegoi, è la prima personale italiana dell’artista di origine canadese, i cui lavori sono inclusi nelle collezioni permanenti di importanti istituzioni internazionali.
Il progetto si compone di due parti: un video proiettato in dimensioni cinematografiche e un gruppo di sculture dal carattere più intimo. Tutte le opere sono state realizzate appositamente per la mostra e vengono esposte per la prima volta.
Basato su un intreccio di immagini fisse e in movimento, reali e costruite, il video “Son” (“figlio”, in inglese; ma il titolo gioca sulla semi-omofonia con la parola “sun”, sole) è un lungometraggio di animazione la cui prima ispirazione è stata la visione, da parte dell’artista, dell’eclisse totale di Sole della tarda estate del 2017. Nel corso del video, una grande sagoma circolare scura prende lentamente forma e poi muta identità, cambiando scala e collocandosi dapprima in un contesto cosmico, poi all’interno dello studio dell’artista. Questo vuoto – o portale, o occhio – rimane costante lungo tutto il video e fa riferimento alla cosiddetta “totalità”, quando la luna oscura completamente il sole; un passaggio che, nel corso di una reale eclissi, non dura che pochi minuti.
La seconda opera, “Many Moons” (“Molte lune”), consiste in un folto gruppo di oggetti di gesso scuro disposti in modo informale su una superficie coperta di fogli di giornale. Le forme impilate sono calchi dell’interno di un assortimento di bottiglie, tazze, ciotole e piatti: il negativo di una natura morta. “Many Moons” allude alla fatica quotidiana di un artista al suo tavolo di lavoro (e alle composizioni di Giorgio Morandi, un artista che Shirreff ama da tempo) ma evoca anche un’atmosfera di stasi e inutilità.
Progetto a cura di Simone Menegoi.
Promosso da Banca di Bologna.
Palazzo Magnani – via Zamboni 20
ART CITY Bologna. “Luca Pozzi. The Grandfather Platform”, fino al 30 marzo 2018
“The Grandfather Platform” è un progetto pensato appositamente dall’artista Luca Pozzi per la Sala dei Carracci di Palazzo Magnani come una vera e propria opera site specific, capace di fare dialogare l’antico con il contemporaneo, il mondo e la storia del Rinascimento con quello delle ultime scoperte scientifiche. La piattaforma infatti permette di ammirare per la prima volta a una distanza così ravvicinata gli alti affreschi dei Carracci, e allo stesso tempo di iniziare un viaggio dimensionale quantistico tra tempi diversi non linearmente interconnessi: dalle prospettive futuristiche della cosmologia e della fisica teorica del nuovo millennio al 753 a.C., anno della fondazione della città di Roma ed epicentro temporale non solo del nostro paese ma probabilmente dell’Europa intera.
Grazie alla trasformazione del sistema d’illuminazione della sala e all’ideazione della piattaforma stessa, Luca Pozzi costruisce un mondo di connessioni misteriose tra le comunità più distanti, le più visionarie discipline e le più differenti culture. Per lo spettatore è possibile raggiungere un diverso stato meditativo a 4 metri d’altezza tra il passato, la storia dell’arte e il presente, tra la verticalità della pittura e l’orizzontalità del piano stesso. Un’infrastruttura fisica ma al tempo stesso illusionistica che, facendo proprie le ardite tecniche dei Carracci, arriva a simulare la presenza di un gigantesco buco nero grazie ad un collage digitale riprodotto sulla moquette dove potere camminare anche scalzi. Il visitatore si troverà tra la Rosetta Mission dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), il Fermi Telescope (Nasa e INFN) e il Laser Interferometer Space Antenna (LISA) il cui lancio è previsto solo nel 2034.
La piattaforma d’artista è completata anche da altri elementi installativi inediti che proseguono nelle sale adiacenti della Quadreria, in primis una serie di sculture in bronzo lucidate a specchio dal titolo “Dragon’s Eggs” e alcuni scatti fotografici tratti dalla serie “Wilson Tour” realizzati documentando il lancio di una pallina da tennis di fronte alle quattordici scene delle Storie dei primi fondatori Romolo e Remo dipinte da Annibale, Ludovico e Agostino Carracci.
Nella Quadreria, inoltre, sono esposte due sculture realizzate dall’artista, già presenti nella Collezione d’Arte UniCredit.
Questo speciale appuntamento è parte di una serie di iniziative realizzate nell’ambito del progetto artistico della Quadreria di Palazzo Magnani a cura della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e di UniCredit.
Padiglione de l’Esprit Nouveau – Piazza Costituzione 11
ART CITY Bologna. “Katarina Zdjelar. Ungrammatical”, fino al 18 marzo 2018
Oltre all’ex GAM, teatro del progetto speciale 2018, ART CITY Bologna coinvolge un altro spazio iconico che si affaccia su Piazza Costituzione, nelle immediate vicinanze di Arte Fiera: il Padiglione de l’Esprit Nouveau. Qui l’artista serba Katarina Zdjelar, con la curatela di Lorenzo Balbi, presenta il progetto espositivo “Ungrammatical”, che offre una panoramica del suo lavoro, negli ultimi anni orientato al tema dell’interpretazione del linguaggio, in cui le opere vengono messe in dialogo diretto con l’architettura circostante.
Entrando all’interno del Padiglione i visitatori accedono al doppio volume, un ampio spazio diviso in sala da pranzo e salotto. In uno dei casier standard, i moduli/arredi studiati per contenere opportunamente tutto il necessario per la cucina, viene riprodotto il video “The Perfect Sound” (14’30”, 2009), che affronta il fenomeno dell’integrazione culturale attraverso la cancellazione della differenze di pronuncia, osservando un logopedista impegnato nell’esecuzione di esercizi fonetici per rimuovere l’accento straniero di un suo cliente a Birmingham.
Proseguendo nel doppio volume si entra nel salotto, dove è proiettato il video “My Lifetime” (Malaika) (5’37”, 2012) in cui la videocamera indugia sui corpi di alcuni musicisti dell’Orchestra Sinfonica Nazionale del Ghana.
Andando oltre nel percorso, si accede al giardino sospeso sovrastato dal grande albero che, attraversando l’oblò nel soffitto, non è più corpo estraneo ma diviene colonna portante dell’architettura. “Shoum” (7’ 00”, 2009), il video allestito in questo spazio, ritrae due operai serbi impegnati nel decifrare i testi di una celebre canzone dei Tears for Fears (“Shout”, del 1985) pur non conoscendo l’inglese, creando un linguaggio nuovo.
La grande sala circolare del diorama, sulle cui pareti è riprodotto il progetto della “città da tre milioni di abitanti”, struttura ideale utopica teorizzata da Le Corbusier, ospita i due monitor dell’opera “Into the interior” (“Last day of the permanent exhibition”) (19’22”, 2014). I video sono stati girati nel 2013 all’interno del Royal Museum of Central Africa di Tervuren, in Belgio, considerato l’ultimo museo esplicitamente coloniale del mondo, costruito nel 1897.
Salite le scale si entra nelle stanze più intime del Padiglione de l’Esprit Nouveau tra cui la salle de bain et de sport in cui è allestita l’opera “Rise Again” (11’23”, 2011) che segue le attività di un gruppo di richiedenti asilo afghani, i quali, scoprendo un bosco vicino al centro di accoglienza in cui vivono, escono fuori dai loro ruoli di rifugiati e si impegnano in attività atletiche in questa oasi ai margini della città. La loro presenza “sgrammaticata” e irrisolvibile è uno spunto di meditazione per tutti e diventa titolo e filo conduttore per l’intera mostra.
Il percorso si conclude nel bureau de dame che si affaccia sullo spazio vetrato del doppio volume e sul giardino sospeso, offrendo una vista sui diversi video in mostra. Tra i casier-boudoir che arredano la stanza si può ammirare il video “AAA” (“Mein Herz”) (4’30”, 2016), che mostra una giovane donna che esegue contemporaneamente quattro composizioni musicali. Silenzio, musica, suono e parole si alternano e si scontrano in un’ideale conclusione di questo percorso in cui, come accade spesso nella pratica di Katarina Zdjelar, l’attenzione è tanto sulla gestione degli spazi quanto sulla precisione dell’esecuzione: stilisticamente e linguisticamente.
Mostra a cura di Lorenzo Balbi.
Promossa da Istituzione Bologna Musei | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna In collaborazione con SpazioA.
Cappella di Santa Maria dei Carcerati, Palazzo Re Enzo – Piazza del Nettuno
ART CITY Bologna. “Yuri Ancarani. La malattia del ferro”, fino all’11 febbraio 2018
“La malattia del ferro” è una video-installazione realizzata dall’artista e video-maker Yuri Ancarani durante le riprese di “Piattaforma Luna”, un film che riprende la vita di sei sommozzatori all’interno di una piattaforma di trivellazione per l’estrazione di gas in ambito offshore, al largo di Crotone. L’opera, dalla presenza scultorea quasi totemica, è costituita da una struttura in ferro autoportante su cui si innestano tre monitor ad alta risoluzione. Su di essi, un collage di immagini pressoché statiche, girate da camere fisse, documentano con il loro sguardo asettico e nitido la vita di questo gigantesco ammasso di ferro e tubi, griglie, scale e portelli. Ai dettagli metallici si alternano alcune inquadrature in cui l’orizzonte marino è protagonista e il tempo risulta falsato, dilatato.
Il racconto per immagini procede per variazioni minime, nella calma data dal rollio della nave su cui poggia la videocamera dell’artista, che non dirige, ma nemmeno documenta; semplicemente guida lo sguardo dello spettatore in un’arresa contemplazione degli eventi. All’imbrunire le luci della piattaforma si accendono costellando l’orizzonte tra mare e cielo di punti luminosi, come tante lucciole nelle notti d’estate.
Come già in passato nella serie di cortometraggi che compone la raccolta “Ricordi per moderni” (girati tra il 2000 e il 2009 lungo la Riviera Romagnola, di cui Ancarani è originario) l’artista mescola paesaggio naturale e paesaggio antropico. In questo caso non ci sono voci, la presenza umana è quasi completamente assente, eppure il contrasto si fa ancora più forte tra il mare aperto e questa piattaforma che trasforma l’ambiente in maniera così violenta. La leggerezza delle farfalle fa da contrasto alla pesantezza della materia ferrosa. La stessa levità mette Ancarani nel girare questo video, con uno sguardo capace di entrare nelle pieghe delle cose e svelarne il cuore pulsante, ma sempre con rispetto, distacco, umiltà.
Progetto a cura di Eva Brioschi.
Promosso da Istituzione Bologna Musei | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna in occasione di ART CITY Bologna in collaborazione con Zero.
Museo della Musica – Strada Maggiore 34
ART CITY Bologna. “Jacopo Mazzonelli. Sonografia”, fino al 25 febbraio 2018
Il progetto “Sonografia” di Jacopo Mazzonelli, a cura di Chiara Ianeselli, si concentra sul segno musicale inteso come alfabeto sonoro. Le opere, disposte nelle due sale dedicate agli eventi temporanei del Museo internazionale e biblioteca della musica e all’interno del percorso espositivo, riflettono sull’origine delle composizioni musicali, portando in primo piano la natura degli strumenti.
Centrale nell’esposizione è il lavoro “ABCDEFG” (2016-2017), da cui prende titolo l’intero progetto, in cui l’artista ha modificato sette pianoforti verticali dei primi anni del Novecento. Attraverso una complessa operazione tecnica ciascuno di essi è stato trasformato in scala, in modo tale da ridurre la capacità sonora a una sola delle sette note: un unico tasto sopravvive sulla tastiera.
La presenza di sette pianoforti copre dunque la scala musicale (DO-RE-MI-FA-SOL-LA-SI) costituendosi come alfabeto sonoro. Con questo progetto Jacopo Mazzonelli riesce a far immaginare al pubblico i suoni dell’intera collezione silente del museo, ridefinendone la natura stessa.
Progetto a cura di Chiara Ianeselli.
Promosso da ART CITY Bologna in collaborazione con Istituzione Bologna Musei | Museo internazionale e biblioteca della musica, Galleria Giovanni Bonelli, Paolo Maria Deanesi Gallery.
via Zamboni
“STREET/FRAMES”, fino al 28 febbraio 2018
La Torre Asinelli che sembra ruotare su se stessa, il mondo sospeso di una giostra in corsa, una saracinesca che si alza (o si abbassa) all’improvviso. Attimi inscritti su vecchie pellicole cinematografiche che ancora si lasciano svolgere dalle nostre mani svelando la loro “verità”, fotogramma dopo fotogramma.
“STREET/FRAMES” è l’intervento ideato e curato da Home Movies + Giuseppe De Mattia per la sesta edizione di ART CITY Bologna che, attraverso la dilatazione di immagini ritrovate, nel tempo e soprattutto nello spazio, si propone di trasformare una strada, via Zamboni, e gli elementi architettonici che la caratterizzano, in un originale dispositivo di visione a passo e velocità variabile, offrendo una fruizione differente, in differita ed espansa, di sequenze di fotogrammi d’archivio. Sequenze di pellicole 8mm e 16mm selezionate dall’Archivio di Home Movies, tra migliaia d’altre girate a Bologna da tanti cine-occhi amatoriali, collettori di momenti e dettagli da restituire alla città e agli occhi dei suoi abitanti.
Il progetto rientra in una più ampia ricerca sulla rappresentazione inedita della città nel cinema in formato ridotto e sullo status del fotogramma (un’immagine fissa prigioniera del movimento in quanto esiste solo in funzione di esso). La sfida che i curatori si sono posti è quella di liberare letteralmente i fotogrammi per la strada, pensando a qualcosa di analogo ai dispositivi di animazione pre-cinematografici. Per ottenere un effetto Muybridge, tre sequenze di immagini (tratte dai fondi Vittorio Cavina, Gaetano Carrer e famiglia Damiani), ciascuna composta di 16 fotogrammi, sono state lavorate in modo da simulare il movimento nella percezione di chi le vede passando a piedi o con un mezzo di trasporto.Percorrendo via Zamboni in un senso o in un altro di una sequenza sviluppata su una linea orizzontale, si ha così una progressione lenta, regolare, o un forte impatto cinetico.
Progetto ideato e curato da Home Movies + Giuseppe De Mattia.
Promosso da Istituzione Bologna Musei | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna.
Velostazione Dynamo – Bologna, via Indipendenza 71/z
ART CITY Bologna. “CT (Matteo Ceretto Castigliano). B-wall”
in permanenza nel 2018
“B-wall” è un format che prevede di invitare un artista, con cadenza annuale, a realizzare un’opera murale nella sala all’ingresso della Velostazione. Nato come appendice del progetto Frontier – La linea dello stile in collaborazione con Dynamo, “B-wall” ha visto la partecipazione di Luca Barcellona nel 2016 e Aris nel 2017, e ogni anno l’opera successiva ha cancellato quella precedente.
L’artista invitato per il 2018 è CT (Matteo Ceretto Castigliano). La sua ricerca, nata nell’ambito del graffiti writing, si è evoluta verso forme astratte di stampo minimalista. I caratteri diventano principi strutturali che vengono sovrapposti, ruotati, incastrati ottenendo sempre nuove soluzioni caratterizzate da piatte campiture cromatiche. Parte integrante dell’opera è la relazione con il contesto: la maggior parte dei suoi dipinti murali spontanei infatti trovano sede in luoghi industriali abbandonati e periferici. Tra i nomi più noti della nuova generazione di artisti attivi in ambito urbano, CT (Torino, 1985) fin dai primi anni di attività ha dedicato la sua ricerca alle evoluzioni e ai cambiamenti del rapporto tra dipinto murale e paesaggi marginali. Influenzato dalla storia della grafica e dall’Astrattismo delle Avanguardie, l’interesse per il lettering è diventato un espediente per studiare la forma fino al punto di raggiungere agli elementi essenziali della lettera.
Gli artisti italiani invitati nelle tre edizioni appartengono a una generazione che ha preso parte attivamente alla scena del writing, sia a livello nazionale che internazionale. Nell’intenzione curatoriale i profili selezionati sono la manifestazione evidente della varietà e della qualità di possibilità stilistiche offerte dagli esiti di una evoluzione che trova nello studio della lettera il denominatore comune e che apre ad innumerevoli percorsi originali.
Progetto a cura di Claudio Musso e Fabiola Naldi.
Promosso da Istituzione Bologna Musei | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna in collaborazione con Velostazione Dynamo – Bologna.
Teatro Anatomico dell’Archiginnasio – Piazza Galvani 1
ART CITY Bologna. “Roberto Pugliese. Transanatomy”, fino al 18 febbraio 2018.
“Transanatomy” è un progetto espositivo incentrato sui processi di ibridazione tra uomo e macchina, animato e inanimato, naturale e artificiale, che vede l’esposizione di “Equilibrium Variant” di Roberto Pugliese presso il Teatro Anatomico, a cura di Felice Moramarco.
Il concept del progetto nasce da una riflessione sull’interrogazione posta al tradizionale concetto di “umano” dalla crescente presenza di macchine, dispositivi elettronici e intelligenza artificiale e dalla loro profonda influenza sul linguaggio, la percezione e il comportamento umani.
L’emergere di una nuova forma di soggettività, ibrida ed espansa, mette in crisi la posizione centrale occupata dall’uomo nel cosmo, secondo la plurisecolare tradizione di pensiero umanista che, nella città di Bologna, proprio nell’antico Teatro Anatomico dell’Archiginnasio trovò una delle sue massime espressioni.
Sul tavolo in marmo posizionato al centro della Sala, su cui avvenivano le dissezioni sotto lo sguardo attento di studiosi, insegnanti e studenti guidati dal desiderio di conoscere che cosa fosse l’uomo, Pugliese posiziona simbolicamente la scultura sonora “Equilibrium Variant”, composta da due bracci meccanici che interagiscono mediante un sistema di feedback sonori.
L’opera riproduce una delle modalità con cui gli esseri viventi si costituiscono come soggetti: tramite un processo di continua negoziazione con l’ambiente esterno. I movimenti costanti e imprevedibili dei due bracci rievocano infatti quelli di un essere animato che in maniera incerta esplora un ambiente ignoto. La tragica impossibilità di realizzare ciò per cui la macchina è stata programmata, unita al suo ostinato tentativo di realizzarlo, produce inoltre un destabilizzante senso di empatia con il dispositivo meccanico.
Il contrasto tra l’inusuale vitalità dell’opera e il contesto storico del Teatro Anatomico restituisce così l’immagine immediata di un’anatomia del corpo del postumano.
Progetto a cura di Felice Moramarco.
Promosso da ART CITY Bologna in collaborazione con Istituzione Biblioteche di Bologna.
Villa delle Rose – via Saragozza 228/230
“It’s OK to change your mind! Arte contemporanea russa dalla Collezione Gazprombank”, fino al 18 marzo
La mostra, a cura di Lorenzo Balbi e Suad Garayeva-Maleki, offre un nuovo punto di vista per riflettere sull’eredità delle avanguardie di inizio Novecento e la loro influenza sull’arte contemporanea russa.
In un periodo di incertezza politica e di turbolenza globali, la resistenza assume nuovamente le forme dell’astrazione e interazioni quotidiane apparentemente apolitiche diventano una spinta al cambiamento sociale. La mostra delinea l’ampio spettro delle differenti posizioni artistiche, da quelle che si interrogano su sfide individuali e forme espressive prettamente locali a quelle che esplorano il sogno distopico di costruire una realtà alternativa.
Mentre le avanguardie russe del secolo scorso richiedevano un’azione concentrata, diretta verso un preciso obiettivo, oggi l’energia artistica sembra essere più diffusa e indeterminata. Molte opere emanano un’aura di sospensione nel tempo e nello spazio, in uno stato di perpetua attesa di un futuro migliore. Sentimenti nostalgici descrivono il desiderio di una società pacifica e più equa mentre la nuova identità russa viene negoziata attraverso la giustapposizione di vecchie tradizioni alla cultura giovanile globale del presente.
L’esposizione presenta le opere di ventuno artisti contemporanei russi delle ultime generazioni che, insieme, annunciano uno spostamento paradigmatico nonostante la confusione e l’incertezza che la loro generazione si trova a fronteggiare. Il titolo della mostra, suggerito dall’omonimo lavoro di Svetlana Shuvaeva, a sua volta preso in prestito dal popolare slogan di una campagna della multinazionale IKEA, evidenzia il senso di gioco insito nella pratica artistica attuale. I processi per raggiungere un nuovo status quo rimangono fluidi e multiformi e se sia ripristinando l’ambiente vicino a noi o atterrando sulla luna, il cambiamento è in arrivo e sarà OK.
Orari di apertura ART CITY Bologna:
venerdì 2 e domenica 4 febbraio: ore 10-20; sabato 3 febbraio: ore 10-21.
Museo del Tessuto e della Tappezzeria “Vittorio Zironi” – via di Casaglia 3
“La moda etnica estone dal passato al futuro”, fino al 24 febbraio 2018
La mostra, realizzata in collaborazione con l’Unione Stilisti Estoni e con il supporto del Ministero della Cultura dell’Estonia e della Fondazione Eesti Kultuurkapital, consente di ammirare per la prima volta in Italia le creazioni di quindici stiliste estoni rappresentate da Anu Hint, curatrice del progetto espositivo e presidente della stessa Unione Stilisti Estoni.
La mostra giunge a Bologna come trentesima tappa di una circuitazione che dal 2009, dopo l’Estonia, ha toccato diversi paesi in tutto il mondo – Cina, Russia, Germania, Finlandia, Repubblica Ceca, Bielorussia, Portogallo, Kazakhistan, Giappone e Canada – e si inserisce in un programma di iniziative che nel 2018 celebreranno la ricorrenza dei 100 anni dalla nascita della repubblica indipendente e democratica dell’Estonia, proclamata un secolo fa il 24 febbraio, giorno scelto simbolicamente per la conclusione dell’esposizione felsinea.
I 21 abiti esposti a Bologna sono creazioni di 15 stiliste affermate ed emergenti, alla costante ricerca di una combinazione tra elementi tradizionali e uno stile più attuale, che invitano lo spettatore a percepire l’essenza dell’arte etnica estone in cui il presente si interseca con il passato.
Un linguaggio immaginario costituito da materiali, forme, colori e motivi fondato sulla tradizione per l’altissima artigianalità di ricami e tessiture, che testimonia quanto lo stile etni-
co formatosi nel corso dei secoli sia ancora oggi fonte di ispirazione vitale.
L’estetica e l’abilità artistica del popolo estone si riflette nelle combinazioni dei colori degli indumenti tradizionali, negli ornamenti e nella gioielleria, mentre le componenti etniche raccontano la storia attraverso cui si è formata l’identità nazionale e l’influsso esercitato da altri popoli, filtrato dal gusto e dalla sensibilità locali: una combinazione interessante tra l’influenza occidentale dei paesi scandinavi – fatta di elementi grafici, semplicità, modernismo e funzionalità – e quella orientale, ornamentale e ricca.
L’allestimento è arricchito da ulteriori materiali che approfondiscono lo sguardo etnografico sui vestiti tradizionali estoni, tra cui i disegni realizzati dalla celebre costumista, designer e restauratrice di abiti popolari tradizionali Melanie Kaarma che illustrano i completi in uso tra il Settecento e gli inizi del Novecento, pubblicati nel 1981 con Aino Voolmaa nel volume Costumi popolari estoni.
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – via Don Minzoni 14
“REVOLUTIJA. Da Chagall a Malevich, da Repin a Kandinsky”, fino al 13 maggio 2018
L’arte delle avanguardie russe è uno dei capitoli più importanti e radicali del modernismo. Il periodo compreso tra il 1910 e il 1920 ha visto nascere, come in nessun altro momento della storia dell’arte, scuole, associazioni e movimenti d’avanguardia diametralmente opposti l’uno all’altro e a un ritmo vertiginoso.
La mostra “REVOLUTIJA. Da Chagall a Malevich, da Repin a Kandinsky”, prodotta e organizzata da CMS.Cultura in partnership con il Comune di Bologna | Istituzione Bologna Musei, è realizzata grazie a una collaborazione esclusiva con il Museo di Stato Russo di San Pietroburgo cui appartengono i due curatori, Evgenia Petrova, che ne è vicedirettore, e Joseph Kiblitsky.
L’esposizione intende mettere in luce la varietà degli sviluppi artistici in Russia tra i primi del Novecento e la fine degli anni ’30 ma anche, come evidenzia Evgenia Petrova: «riportare all’attenzione non tanto della critica o degli addetti ai lavori, quanto del pubblico, artisti tipo Repin come anche Petrov-Vodkin o Kustodiev, rimasti un po’ nell’ombra a causa dell’enorme successo avuto da altri quali Chagall, Malevich o Kandinsky che pure sono presenti in mostra».
Oltre 70 opere, capolavori assoluti provenienti dal Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, raccontano gli stili e le dinamiche di sviluppo di artisti tra cui Nathan Alt’man, Natal’ja Gončarova, Kazimir Malevich, Wassily Kandinsky, Marc Chagall, Valentin Serov, Aleksandr Rodčenko e molti altri, per testimoniare la straordinaria modernità dei movimenti culturali della Russia d’inizio Novecento: dal primitivismo al cubo-futurismo, fino al suprematismo e al costruttivismo, costruendo contemporaneamente un parallelo cronologico tra l’espressionismo figurativo e il puro astrattismo.
In parallelo dell’esposizione, in tutta la città si svolge “Intorno a Revolutija”, un ricco programma collaterale cui partecipe le principali istituzioni culturali cittadine. La grande mostra rappresenta infatti l’occasione per accendere i riflettori su una città che si presenta come un grande laboratorio in grado di lavorare sul tema comune dei cento anni della Rivoluzione d’Ottobre e affrontarlo da molteplici punti di vista.
Un articolato progetto educativo a cura del Dipartimento educativo MAMbo, in collaborazione con Senza Titolo e CMS.Cultura, è stato messo a punto per soddisfare il pubblico delle scuole, delle famiglie e dei visitatori per tutta la durata dell’esposizione.
“Roberto Daolio. Vita e incontri di un critico d’arte attraverso le opere di una collezione non intenzionale”
Fino al 6 maggio 2018
Con il focus espositivo “Roberto Daolio. Vita e incontri di un critico d’arte attraverso le opere di una collezione non intenzionale” il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna presenta una selezione di opere d’arte e documenti appartenuti a Roberto Daolio, prematuramente scomparso nel 2013, la cui intera collezione entrerà prossimamente in possesso del museo grazie alla liberale volontà degli eredi Stefano Daolio e Antonio Pascarella.
Le opere, quasi sempre di piccolo formato e spesso accompagnate da una dedica, sono state donate dalle artiste e dagli artisti con cui il critico d’arte, fra i più attivi e stimati in ambito nazionale, ha intessuto fitte relazioni intellettuali e operative, di carattere sia professionale sia amicale. La raccolta costituisce quindi una significativa testimonianza, per quanto parziale, di una vicenda biografica densa di incontri e attraversamenti, dialoghi e scambi, che ha dato un impulso sostanziale alla crescita e alla diffusione dell’arte emergente, componendone uno spaccato rappresentativo degli sviluppi più rilevanti, soprattutto in area emiliana, nel corso di oltre quarant’anni.
La mostra si articola per passaggi che consentono di individuare i principali tracciati della ricerca e dell’attività di Daolio, attraverso una scelta ragionata di un centinaio di pezzi dei 146 che compongono la donazione, alcuni dei quali sottoposti a interventi di restauro conservativo per questa occasione.
I lavori di tale collezione, “involontaria” in quanto priva di un organico indirizzo distintivo, appartengono il più delle volte a una produzione di non facile classificazione, che può essere definita “minore”, apparendo talvolta perfino di statuto artistico incerto, come nel caso delle lettere e dei messaggi stupendamente decorati spediti per posta da Luciano Bartolini. Tuttavia, il loro addensarsi intorno alla personalità di Daolio le rende, nel loro insieme e nella corrispondenza di complicità affettive che sottendono, sintomatiche di un metodo di lavoro originale, costantemente rivolto verso l’insorgenza di fenomeni e di talenti nascenti, osservati e interpretati con disinteressata e selettiva partecipazione.
La mostra segna l’avvio di una nuova configurazione espositiva della sala Project Room di MAMbo, la cui funzione sarà prevalentemente dedicata alla ricognizione e alla ricerca storica sulle eccellenze della cultura contemporanea espresse in ambito territoriale.
La mostra è a cura di Uliana Zanetti, con la collaborazione di Giulia Pezzoli e Barbara Secci, e con il contributo scientifico di Davide Da Pieve, Lara De Lena, Roberto Pinto, Caterina Sinigaglia (Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici – Alma Mater Studiorum Università di Bologna). In collaborazione e con il sostegno di Accademia di Belle Arti di Bologna.
“POLIS / CINEMA. La comunità che viene”, fino al 28 febbraio 2018
La mostra “Viva L’Italia” (gennaio 2017) indagava i retaggi dell’ideologia socialista e utopista nell’arte e cinema d’avanguardia. Nel 2018, la seconda tappa del progetto POLIS / CINEMA di Arte Fiera, curata da Mark Nash, si intitola “La comunità che viene”. Un prestito dall’omonimo libro di Giorgio Agamben, nel quale l’autore sviluppa il concetto di comunità e le implicazioni sociali del suo pensiero filosofico. L’esposizione prende forma a partire dalle risposte di artisti e film-maker contemporanei a queste problematiche. Si presentano opere che affrontano le nozioni d’impegno, solidarietà, fraternità (nel senso di una “fraternità socialista”) e di ribellione (secondo l’idea maoista “ribellarsi è giusto”). Tutti questi concetti interessa no un’idea di comunità alternativa a quelle delle democrazie liberali occidentali.
Il progetto prevede un programma di proiezioni sia in fiera sia al MAMbo, dove nella Collezione permanente, Sezione Arte e Ideologia, verranno proiettati in visione continua: P. P. Pasolini, “Uccellacci Uccellini” (1966); W. E. Jones, “Model Workers” (2014); Pere Portabella, “Mudanza” (2008); Derek Jarman, “Imagining October” (1984); Chen Shaoxiong, “Ink History” (2010); G. Toti, J. Jordà, “Lenin Vivo” (1970); Y. Gianikian and A. Ricci Lucchi, “Lo Specchio di Diana” (1996); Arin Rungjang, “And then there were none” (2016).
L’Istituzione Bologna Musei racconta, attraverso le sue collezioni, l’intera storia dell’area metropolitana bolognese, dai primi insediamenti preistorici fino alle dinamiche artistiche, economiche, scientifiche e produttive della società contemporanea.
Un unico percorso diffuso sul territorio, articolato per aree tematiche.
Archeologia, storia, storia dell’arte, musica, patrimonio industriale e cultura tecnica sono i grandi temi che è possibile affrontare, anche attraverso percorsi trasversali alle varie sedi.
Fanno parte dell’Istituzione Bologna Musei: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Museo Morandi, Casa Morandi, Villa delle Rose, Museo per la Memoria di Ustica, Museo Civico Archeologico, Museo Civico Medievale, Collezioni Comunali d’Arte, Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini, Museo del Patrimonio Industriale, Museo e Biblioteca del Risorgimento, Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna, Museo della Tappezzeria “Vittorio Zironi”.
Info: www.museibologna.it.
La Card Musei Metropolitani di Bologna è il nuovo servizio attivato in occasione del IX centenario del Comune di Bologna per ampliare l’accessibilità al patrimonio storico artistico della città: un abbonamento che offre accesso illimitato alle collezioni permanenti e ingresso a prezzo ridotto alle mostre temporanee di tanti musei della città e dell’area metropolitana. Vale 12 mesi e costa 25 euro: tutte le informazioni sono disponibili sul sito cardmuseibologna.it.