Ogni settimana i Musei Civici di Bologna propongono un ricco calendario di appuntamenti, per svelare le loro collezioni e raccontare aspetti ed episodi inediti e curiosi della storia della città, anche attraverso punti di vista differenti e insoliti accostamenti fra le diverse collezioni.
Conferenze, laboratori, concerti, visite guidate, visite in lingua sono i principali “strumenti” di questo racconto, che si dispiega lungo millenni di storia, dai primi utensili in pietra di uomini vissuti 800.000 anni fa ai prodotti dell’attuale distretto industriale, dalla pittura alle varie forme dell’arte moderna e contemporanea, dalla musica alle grandi epopee politiche e civili.
Di seguito gli appuntamenti in programma da venerdì 23 a giovedì 29 novembre.
IN EVIDENZA
venerdì 23 novembre
ore 17.30: Museo Medievale – via Manzoni 4
“I volti del Buddha dal perduto Museo Indiano di Bologna”
Inaugurazione della mostra promossa dai Musei Civici d’Arte Antica e curata da Luca Villa.
Ingresso all’inaugurazione: gratuito
giovedì 29 novembre
ore 18: Villa delle Rose – via Saragozza 228/230
“Dina Danish & Jean-Baptiste Maitre. Whatever They Do May It All Turn Out Wrong”
Inaugurazione della mostra, a cura di Giulia Pezzoli.
MAMbo ha un “luogo di ritiro” per i giovani artisti italiani e internazionali. Il progetto ROSE coinvolge la Residenza per Artisti Sandra Natali, luogo in cui soggiornare e lavorare per realizzare nuove opere, e la sede espositiva di Villa delle Rose.
A marzo 2018 è stato presentato il bando che ha offerto a giovani artisti l’opportunità di vivere a Bologna e realizzare una mostra site-specific. Dina Danish & Jean-Baptiste Maitre sono i primi artisti selezionati per l’edizione 2018-2019 e il loro progetto espositivo è intitolato “Whatever They Do May It All Turn Out Wrong”.
Ingresso: gratuito
PER I BAMBINI
sabato 24 novembre
ore 10 e ore 11.15: Museo della Musica – Strada Maggiore 34
In occasione della rassegna The Best of
“Mamamusica IV” (III incontro)
Laboratorio in 4 incontri per bambini da 0 a 36 mesi e genitori.
Alle ore 10 per bambini da 0 a 18 mesi; alle ore 11.15 per bambini da 25 a 36 mesi.
Un progetto del Museo della Musica in collaborazione con Associazione Musica e Nuvole. Con Chiara Bartolotta, Luca Bernard, Linda Tesauro.
Uno spazio musicale speciale, emozionante ed inclusivo per grandi e piccolissimi in cui l’attenzione si concentra esclusivamente sui suoni. Canti e ritmi provenienti da repertori molto diversi, un avvolgente abbraccio di suoni scandito anche da intensi silenzi, in cui adulti e bambini costruiscono una relazione comunicativa unica, per scoprire e riscoprire l’ incanto di esprimersi attraverso la musica.
Prenotazione obbligatoria solo online su www.museibologna.it/musica.
Si richiede conferma o eventuale disdetta entro il giovedì precedente la data del laboratorio.
Ingresso: € 5,00 a partecipante
ore 10.30: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – via Don Minzoni 14
“Trasformami tu”
Laboratorio per bambini da 5 a 9 anni, in occasione della mostra “Io sono Mare”, con l’autrice Cristina Portolano.
In cosa vorrebbe trasformarsi il mio compagno di banco? Desidera caratteristiche speciali? E perché? In questo laboratorio si sperimenta l’empatia. Cristina Portolano, insieme ai bambini e alle bambine partecipanti, cercherà di calarci nei panni dell’altro per trasformarlo, dandogli la forma che potrebbe assumere se davvero potesse trasformarsi. Si tratterà di un bambino che vorrebbe essere una bambina? E se invece fosse una zucchina? Un fiore o una nuvola? Magari un robot?
Durante il laboratorio si affronterà lo studio di un personaggio di fantasia per poi creare una microstoria dove bambini e bambine si immedesimeranno nel personaggio che hanno creato. A far da bussola durante il laboratorio sarà il libro Io sono Mare edito da Canicola edizioni.
Prenotazione obbligatoria a bbbragazzi@bilbolbul.net oppure allo 051 233401 (max 20 bambini).
Ingresso: gratuito
ore 16: Museo del Patrimonio Industriale – via della Beverara 123
“Dal chicco al pane”
Laboratorio per bambini da 4 a 6 anni.
Il pane è stato per molto tempo la base alimentare dell’uomo. Per produrlo, nel corso dei secoli, si sono adoperate tecnologie sempre più complesse ed energie più efficienti. Dal Medioevo in poi si è affermato in Italia l’uso di mulini da grano alimentati da enormi ruote mosse dalla forza dell’acqua di corsi naturali o di canali come è avvenuto a Bologna. Pesanti macine in pietra provvedevano, infine, a schiacciare e polverizzare il grano, trasformandolo in leggerissima farina.
Il laboratorio prende il via mostrando ai bambini – con giochi e manipolazioni – le fasi principali della coltivazione del grano (dalla semina al raccolto) e quelle relative alla sua successiva trasformazione in farina.
Le grandi ruote dei mulini in movimento, il gioco a squadre delle stagioni, disegni e semplici puzzle aiuteranno i più piccoli a capire come il grano diventi, infine, pane.
Prenotazione obbligatoria allo 051 6356611 (entro le ore 13 di venerdì 23 novembre).
Ingresso: € 5,00 (gratuito per un accompagnatore adulto)
domenica 25 novembre
ore 16.30: Museo della Musica – Strada Maggiore 34
In occasione della rassegna The Best of
“Chi vuol essere costumista?” (II e ultimo incontro)
Laboratorio in due incontri per bambini da 7 a 9 anni. Con Giulia Sassi, in collaborazione con Associazione Senza Titolo.
Un percorso per avvicinarsi al mondo dell’Opera e conoscere le tante figure professionali che lavorano dietro le quinte dei grandi teatri. Visitando il Museo si conosceranno le storie e i protagonisti di famosi spettacoli d’opera, si curioserà tra schizzi e maquette di teatri, si approfondiranno mode e costumi di epoche diverse. In laboratorio, bambini e genitori insieme potranno utilizzare una tavola di studio da costumista per progettare un abito di scena e per realizzare un magnifico accessorio ispirato al proprio costume.
Prenotazione obbligatoria solo online su www.museibologna.it/musica.
Si richiede conferma o eventuale disdetta entro il giovedì precedente la data del laboratorio.
Ingresso: € 5,00 a partecipante
ore 16.30: Museo Archeologico – via dell’Archiginnasio 2
“Questa domenica vado in Giappone”
Visita e laboratorio per bambini da 5 a 11 anni e genitori insieme, dedicati alla mostra “Hokusai Hiroshige. Oltre l’onda”, a cura dei Servizi educativi Istituzione Bologna Musei.
Prenotazione obbligatoria allo 051 6496627 oppure mamboedu@comune.bologna.it.
Durata: 2 ore. L’attività parte con un minimo di 6 bambini.
Ingresso: € 5,00 a bambino + biglietto mostra (gratuito per minori di 6 anni, ridotto da 6 a 17 anni e famiglia)
GLI ALTRI APPUNTAMENTI
sabato 24 novembre
ore 10.30: Museo Medievale – via Manzoni 4
“I volti del Buddha dal perduto Museo Indiano di Bologna”
Visita guidata alla mostra con Luca Villa, curatore.
Ingresso: biglietto museo (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto)
ore 15: Padiglione de l’Esprit Nouveau – Piazza della Costituzione 11
“PHOENIX. Il Padiglione de l’Esprit Nouveau tra ricognizione e restauro”
Apertura della mostra, a cura di Maria Beatrice Bettazzi, Jacopo Gresleri, Paolo Lipparini con l’alta consulenza di Giuliano Gresleri, e visita guidata a cura del Dipartimento educativo MAMbo.
Pe la visita guidata, prenotazione obbligatoria allo 051 6496611 (entro le ore 13 di venerdì 23 novembre).
Ingresso: gratuito
ore 15: Museo della Musica – Strada Maggiore 34
Nell’ambito di BilBOlbul
“Amandine Meyer. Mosca Cieca”
Inaugurazione della mostra, realizzata in collaborazione con Fondazione Nuovi Mecenati.
Sarà presente l’autrice.
Entrare dentro la mostra di Amandine Meyer vuol dire fare un passo nel suo giardino lussurioso e pop, abitato da bambine perturbanti e colorate, bambini senza volto, piante carnivore e goffi animaletti. E una volta dentro, rimanere invischiati nell’universo seducente di Meyer è un attimo: i colori pastello, le decorazioni eleganti, l’estetica un po’ kitsch dei suoi personaggi invitano a guardare con occhi bambini, a smettere di farsi domande, lasciarsi andare e giocare. Tra dadi, pedine e caselle tra cui saltare, infatti, la mostra stessa diventa un gioco.
Amandine Meyer, illustratrice e fumettista francese, è un’artista ancora sconosciuta in Italia; le sue opere – che siano di carta, di vetro, di ceramica o di uno dei tanti materiali che usa per creare – sono una goduria per gli occhi e una provocazione per la mente.
Ingresso all’inaugurazione: gratuito
ore 16: Museo Archeologico – via dell’Archiginnasio 2
Nell’ambito del ciclo Uno sguardo straniero sull’Egitto
“Occhi assiri sull’Egitto: ammirazione, conflitto, conquista, rivolte”
Conferenza di Giovanni Battista Lanfranchi, già Università degli Studi di Padova.
Il ciclo “Uno sguardo straniero sull’Egitto” propone quattro incontri per conoscere l’antico Egitto attraverso lo sguardo delle popolazioni straniere che lo conquistarono.
Ingresso: gratuito fino ad esaurimento posti
ore 16 e replica ore 17.30: Collezioni Comunali d’Arte, Palazzo d’Accursio – Piazza Maggiore 6
“Corpi e sguardi”
Spettacolo dell’Associazione Teatro-Storia.
Progetto e regia di Tanino De Rosa. Drammaturgia di Enrico Saccà. Direzione artistica e collaborazione ai testi di Silva Stagni.
Con Silvia Bruni, Luca Comastri, Alessandra Cortesi, Sonila Kaceli, Luca Mazzamurro e la partecipazione di Silvia Battistini, conservatrice delle Collezioni Comunali d’Arte.
Il fuoco, la peste, l’amore e l’acqua sono i temi e le energie che muovono questa messa in scena, incrociando simbolicamente la storia della nostra città e i percorsi del museo.
Gli artisti che hanno realizzato l’evento, cercando la bellezza anche nei suoi lati più oscuri, chiedono però qualcosa in più agli spettatori presenti: di osservare tagli, scorci limitati, piccoli segni, attraversamenti, di ascoltare suoni, spesso lontani, fuggevoli, di confondere le opere esposte con gli attori dello spettacolo, esposti essi stessi, di avvicinare corpi ed ombre secondo un disegno parziale ma trasversale che scorre per piccoli frammenti lungo l’intero museo.
Prenotazione obbligatoria allo tel. 051 2193933 (lunedì ore 9-13, martedì e giovedì ore 12-16) oppure musarteanticascuole@comune.bologna.it (entro le ore 12 di venerdì 23 novembre).
Max 25 persone a replica.
Ingresso: biglietto museo (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto)
ore 17: Museo della Musica – Strada Maggiore 34
In occasione della rassegna #novecento / Jazz Insight
“Chet”
Dedicato a Chet Baker (1929-1988). Narrazione musicale con Emiliano Pintori, pianoforte.
Special guest Tom Kirkpatrick, tromba e Luca Pisani, contrabbasso.
Non poteva mancare la dedica ad una delle icone del jazz, Chet Baker che, a lungo residente in Italia e anche a Bologna (una stella a lui dedicata è stata posta lungo la via del jazz), ha rappresentato come pochi altri l’emblema del jazzista autodistruttivo e romantico, eccelso esecutore di dolcissime e struggenti ballad, ma al contempo protagonista di una carriera discontinua e di una vita avventurosa e dissoluta.
“Jazz Insight”, ovvero cinque protagonisti della musica americana e africano-americana, di cui quest’anno ricorrono importanti anniversari, raccontati dall’interno, vale a dire dalla prospettiva di un musicista jazz, Emiliano Pintori, in compagnia del pianoforte e dei suoi “ospiti” a sorpresa.
È possibile prenotare i biglietti (con pagamento il giorno dell’evento) dal sito www.museibologna.it/musica.
Ingresso: € 5,00
domenica 25 novembre
ore 10.30-13 e 15-17.30: Museo della Musica – Strada Maggiore 34
In occasione della rassegna #novecento
“Musica da vedere… di domenica”
Visite guidate “a domanda aperta” alle collezioni del museo con Giuseppe Ayroldi Sagarriga, Museo della Musica.
Mozart sbagliava i compiti? La tastiera perfetta è insuonabile? Wagner era bolognese? Nell’orchestra di Respighi c’era un giradischi?
Non lo sapete? Allora non potete perdere le speciali visite guidate domenicali “a rilascio prolungato” in cui lo staff del museo sarà a vostra disposizione per rispondere a queste domande e a tutte quelle che vi saltano in mente sulle collezioni esposte: un percorso guidato (ma non troppo) attraverso sei secoli di storia della musica parlando di libri, dipinti, strumenti a partire da Palazzo Sanguinetti, splendida sede del museo.
Ingresso: biglietto museo (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto)
ore 10.30: Collezioni Comunali d’Arte, Palazzo d’Accursio – Piazza Maggiore 6
“L’anima e il corpo. Immagini del sacro e del profano tra Medioevo ed Età Moderna”
Visita guidata a cura di Giacomo Alberto Calogero, RTI Senza Titolo S.r.l., ASTER S.r.l. e Tecnoscienza.
Ingresso: biglietto museo (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto)
ore 11: Museo del Risorgimento – Piazza Carducci 5
“Guerra illustrata, guerra vissuta. La Grande Guerra a Bologna tra storia e memoria”
Visita guidata alla mostra.
Ingresso: biglietto museo (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto)
ore 11: Museo della Musica – Strada Maggiore 34
“Di sì felice innesto: con Shakespeare, Tasso e Voltaire”
Per la rassegna “Rossini, Opere, Lettere” – incontri a cura del Conservatorio di Musica G.B. Martini – una conferenza con Piero Mioli, musicologo, nell’ambito di “L’inquilino di Strada Maggiore e di Piazza Rossini – il maestro a Bologna nel 150° dalla scomparsa”.
Ingresso: gratuito fino ad esaurimento posti
ore 15: Padiglione de l’Esprit Nouveau – Piazza della Costituzione 11
“PHOENIX. Il Padiglione de l’Esprit Nouveau tra ricognizione e restauro”
Visita guidata alla mostra a cura del Dipartimento educativo MAMbo.
Prenotazione obbligatoria allo 051 6496611 (entro le ore 13 di venerdì 23 novembre).
Ingresso: gratuito
ore 16: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – via Don Minzoni 14
“Visita guidata al Museo Morandi, la Collezione”
L’allestimento ripercorre le diverse fasi della vicenda artistica di Giorgio Morandi, proponendo anche accostamenti tra i suoi lavori e quelli di altri autori contemporanei. Il percorso, recentemente rinnovato, include anche una sezione specificamente dedicata all’Incisione.
Prenotazione obbligatoria allo 051 6496627 (mercoledì dalle 10 alle 17 e giovedì dalle 13 alle 17) oppure mamboedu@comune.bologna.it.
Ingresso: € 4,00 + biglietto museo (€ 6,00 intero / € 4,00 ridotto). Per i possessori della Card Musei Metropolitani Bologna € 3,00 per la visita guidata (ingresso museo gratuito)
ore 16: Museo del Patrimonio Industriale – via della Beverara 123
In occasione di Open Factory
“Storie di imprese a Bologna nel Novecento”
Visita guidata.
Tra il XIX e il XX secolo Bologna ha conosciuto una lenta e profonda metamorfosi industriale, divenendo un centro di eccellenza nel settore meccanico prima, elettromeccanico e meccatronico poi. Il tessuto produttivo si è a mano a mano configurato come un sistema di piccole e medie imprese capaci di realizzare prodotti competitivi sul grande mercato internazionale. Tale sviluppo si è reso possibile grazie alla presenza di “Istituzioni” (modelli d’istruzione tecnica, banche, associazioni di imprenditori e produttori, enti di pianificazione e governo del territorio) che hanno agito in sinergia per lo sviluppo locale. Determinante è risultata l’opera svolta dall’Istituzione Aldini Valeriani del Comune di Bologna che, dalla prima metà del secolo XIX fino agli anni 1960, ha praticato forme di istruzione tecnica avanzate, sull’esempio di quelle europee, ad artigiani, maestranze di vario livello, futuri ceti imprenditoriali, che hanno rilanciato l’economia della città fiaccata dalla Seconda Guerra Mondiale.
I protagonisti di queste vicende verranno ricordati nel corso della visita al museo: dall’ACMA, azienda capostipite del comparto packaging con la mitica figura di Bruto Carpigiani, capo ufficio tecnico poi – a sua volta – affermato imprenditore nel settore delle macchine da gelato, alla G.D di Ariosto Seragnoli; da aziende leader nel settore meccanico come Calzoni e Technofrigo o Maccaferri sino ad arrivare ai nomi gloriosi di Ducati e Maserati.
Prenotazione obbligatoria allo 051 6356611 (entro le ore 13 di venerdì 23 novembre).
Ingresso: biglietto museo (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto)
giovedì 29 novembre
ore 17: Museo della Musica – Strada Maggiore 34
“Gioachino in Bologna. Mezzo secolo di società e cultura cittadina convissuto con Rossini e la sua musica”
Presentazione del volume a cura di Jadranka Bentini e Piero Mioli (Bologna, Pendragon Press, 2018) , nell’ambito di “L’inquilino di Strada Maggiore e di Piazza Rossini – il maestro a Bologna nel 150° dalla scomparsa”.
Conversano con i curatori Giuseppina La Face Bianconi e Guido Mascagni.
«Quel prisma di città: con il suo 150° da ricordare, Rossini (1792-1868) è stato un nobilissimo pretesto per conoscere meglio la personalità di Bologna, le desinenze laterali della sua bella radice turrita, più chiaramente i diversi settori della sua storia e cultura. Sebbene a volte intermittente con Napoli e Parigi, la presenza di Gioachino in carne e ossa coincise con la prima metà dell’Ottocento, un periodo di ancien régime stretto fra l’avventura napoleonica e l’avventura risorgimentale e proprio per questo spesso ritenuto d’attesa, di calma, di silenzio. E con ciò, non c’eran poeti e pittori? Non passavano visitatori stranieri? Non si rappresentavano commedie e melodrammi? Non si conversava nei circoli, nei salotti, nei caffè? E soprattutto non si insegnava e imparava nel primo istituto musicale autenticamente pubblico della penisola?
Al Liceo Filarmonico Rossini fu prima studente, non ineccepibile invero, e poi consulente, all’uopo, almeno, finalmentee illuminato e benefico. Del maestro e della scuola tratta a lungo il libro, mentre tratta anche di lettere e arti, di cronaca e società, di musicisti e figure superiori come Haydn, Stendhal, Leopardi, Bacchelli e Verdi (di cui pubblica una lettera inedita).
Insomma, se in questo esigente anno rossiniano che ha visto lavorare diverse piazze d’Italia, ciascuna per conto suo, Bologna per davvero s’è desta, bisogna proprio riconoscere che dell’elmo di Scipio s’è cinta la testa solo grazie al suo bravo Conservatorio». (Piero Mioli)
Ingresso: gratuito fino ad esaurimento posti
ore 19: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – via Don Minzoni 14
Nell’ambito della rassegna I favolosi ’80
“1986. The Cool Couple”
A grande richiesta, MAMbo ripropone l’appuntamento del giovedì dedicato a dieci opere, dieci artisti, dieci anni: trenta minuti per raccontare un’opera della mostra “That’s IT!”.
Dieci incontri coinvolgenti per rivivere l’atmosfera dei favolosi anni ’80. Ogni appuntamento sarà dedicato ad un artista presente in mostra il cui anno di nascita diventa un pretesto per per ripercorrere o conoscere gli accadimenti, le immagini, i protagonisti, le mode, le HIT del periodo. Chi c’era se lo ricorderà, chi non c’era… lo scoprirà.
Per ragazzi dai 12 anni in su e adulti. A cura del Dipartimento educativo MAMbo.
E se conservi il biglietto di ingresso, agli appuntamenti seguenti paghi solo il costo della visita guidata.
Prenotazione obbligatoria entro le ore 13 allo 051 6496627 (mercoledì dalle 10 alle 17 e giovedì dalle 13 alle 17) oppure mamboedu@comune.bologna.it.
Ingresso: € 4,00 per visita a persona + ingresso mostra ridotto € 4,00 (adulti). Per i possessori della Card Musei Metropolitani Bologna € 3,00 per visita a persona + ingresso mostra € 3,00
MOSTRE
Casa Morandi – via Fondazza 36
“Umberto Bonfini. Un dottore a Grizzana. Dalla medicina alla fotografia”, fino al 6 gennaio 2019
La porta di Casa Morandi si apre all’incontro con la fotografia di Umberto Bonfini per il progetto espositivo a cura di Claudio Spottl. Un dialogo fra la raccolta atmosfera della casa-atelier in cui Giorgio Morandi visse e lavorò per lunghi decenni fino alla sua morte e una selezione di immagini tratte dall’archivio fotografico lasciato da Umberto Bonfini, medico condotto a Grizzana, che ristabilisce una vicinanza tra due figure accomunate da una frequentazione amichevole e un’affine sensibilità di pensiero.
Nato a Pisa nel 1918, Umberto Bonfini arriva a Grizzana alla fine degli anni quaranta per esercitare la sua professione di medico-chirurgo. Nel paese dell’appennino bolognese conosce Giorgio Morandi, e in seguito ne diventa grande estimatore. Successivamente si sposta a Lagaro, piccolo paese limitrofo a Grizzana, dove continua a esercitare la professione di medico e resterà fino alla sua scomparsa il 10 agosto 1980.
Le frequentazioni con Giorgio Morandi avvicinano Bonfini alla sua pittura inducendolo, sotto il suo influsso, a dipingere diverse tele. Ma l’arte di Morandi si rivela propedeutica soprattutto di quella che diventerà la sua vera cifra artistica: la fotografia. Egli, infatti, si interessa al mondo della fotografia solo dopo la morte di Morandi nel 1964, iniziando a ritrarre composizioni di oggetti ispirate alle nature morte del maestro bolognese, di cui a Casa Morandi si possono ammirare 14 esemplari realizzati negli anni sessanta.
Bonfini trova la sua definitiva espressione poetica nel registro del racconto fotografico, tecnica con la quale si narra una storia attraverso una breve sequenza di foto si narra una storia, e in cui associa estetica e contenuto tracciando una nuova strada della fotografia artistica.
La mostra allestita a Casa Morandi rende testimonianza della sua intensa produzione fotografica contestualizzandola attraverso l’esposizione di cataloghi e materiali documentari come ritratti, note biografiche e interviste.
Museo Medievale – via Manzoni 4
“I volti del Buddha dal perduto Museo Indiano di Bologna”
24 novembre 2018 – 28 aprile 2019
La mostra, a cura di Luca Villa, ricompone per la prima volta un’ampia parte delle raccolte appartenute al Museo Indiano di Bologna, oggi suddivise e conservate in tre diverse sedi: lo stesso Museo Civico Medievale, il Museo di Palazzo Poggi di Bologna e il Museo di Antropologia dell’Università di Padova.
L’esposizione consente di riscoprire un rilevante patrimonio di oggetti e fotografie che illustrano l’archeologia e l’arte buddhista asiatica al tempo in cui il Museo Indiano, noto anche come Museo d’Indologia e Museo di Etnografia Indiana Orientale, rimase aperto dal 1907 al 1935.
Il Museo Indiano, allestito nel Palazzo dell’Archiginnasio nelle sale oggi in uso alla Biblioteca, nacque per ospitare inizialmente la cospicua collezione di oggetti, fotografie e manoscritti acquisiti da Francesco Lorenzo Pullè (1850-1934), professore ordinario di Filologia Indoeuropea e Sanscrito dal 1899 alla Regia Università di Bologna, durante un viaggio compiuto nel 1902 in Vietnam, Ceylon, India e Pakistan in occasione della sua partecipazione al Congresso Internazionale degli Orientalisti ad Hanoi.
Lo studioso aveva in animo di creare un museo che rappresentasse non solo l’area geografica a cui dedicava da molti anni le sue ricerche, ma l’intero continente asiatico. Tuttavia, il suo obiettivo poté dirsi raggiunto solo quando il Comune e l’Università di Bologna, enti che avevano partecipato alla creazione del Museo Indiano, si impegnarono a incrementare la collezione originale con acquisti e prestiti temporanei.
Al momento dell’apertura, nelle stanze riservate al museo il pubblico poteva osservare fotografie e oggetti raccolti durante le tappe del viaggio di Pullè attraverso l’India britannica, acquistati allo scopo di illustrare gli aspetti peculiari della religione e della tradizione artistica e artigianale del subcontinente indiano, per come si erano manifestati nel corso dei secoli precedenti e per come apparivano nel presente.
L’allestimento, di cui abbiamo traccia grazie alla pianta del museo, conservata presso l’Archivio Storico Comunale di Bologna, comprendeva molte raffigurazioni di divinità del pantheon hindu e, rispetto ai musei dell’epoca, si distingueva per la presenza di una vasta raccolta di immagini che immortalavano le architetture templari dell’India, hindu, buddhiste e islamiche.
La vicenda del Museo Indiano si concluse definitivamente nel 1935 e due anni più tardi si redasse l’atto con cui le raccolte furono suddivise tra Comune e Università, che ne rimangono ancor oggi custodi, e la famiglia Pullè. Quest’ultima pochi anni dopo cedette almeno una parte della collezione pervenuta al figlio del professore, Giorgio, all’Università di Padova, dove Pullè aveva insegnato a lungo prima di passare all’Alma Mater.
“È qui. Social pattern design on seating”, fino al 9 dicembre 2018
In occasione della Giornata del Contemporaneo, promossa da AMACI, il Museo Civico Medievale di Bologna presenta “È qui. Social pattern design on seating”, un progetto di ricerca, dedicato all’abitare, realizzato dagli studenti del Corso di Decorazione per l’Architettura dell’Accademia di Belle Arti di Bologna.
Partendo dal racconto di parole, immagini e suoni dei ragazzi delle cooperative sociali La Fraternità e Arca di Noè, gli studenti hanno realizzato i pattern tessili, stampati su tessuto fine serie presso l’azienda Dino Zoli Textile, per Jointly, una originale collezione di sedute. L’archivio dei segni ed il patrimonio orale raccolti durante gli incontri, sono stati rielaborati graficamente dagli studenti nelle 29 stampe tessili dalle nuove narrazioni.
“È QUI”, la frase stampata su una delle sedute in mostra, rende simbolicamente presente la relazione frutto della mescolanza delle diverse identità, fatta di desideri, emozioni e ricordi che hanno ispirato il percorso di lavoro. Ed è partendo da qui che gli studenti Bingjie An, Xi Chen, Hanssen Diaz, Arianna Fiorentino, Xue, Jiang Samira Khajavi, Ghazaleh Kohandel, Debora Lago, Weiguo Lai, Ruobi Li, Baoyi Liu, Ruiqi Ma, Elora Ndini, Ailar Noori, Sara Ruggeri, Yuxiang Wang, Ning Yu, Luo Zhang, Liyuan Zheng, Yianxi Zhou hanno sviluppato la loro sperimentazione, fatta di quell’esperienza iniziale di incontro unita ai personali linguaggi di ricerca.
Promosso dall’Accademia di Belle Arti e dai Musei Civici d’Arte Antica, il progetto, patrocinato dalla Fondazione Dino Zoli di Forlì, è sostenuto dalla Dino Zoli Textile di Forlì e dal Progetto Recooper in collaborazione con le cooperative sociali La Fraternità e Arca di Noè di Bologna per l’Anno Europeo del Patrimonio Culturale.
La mostra, a cura di Vanna Romualdi con il coordinamento di Laura Giovannardi, è parte del progetto culturale “Patrimonio, risorse per lo spazio pubblico, strumenti per la ricerca artistica contemporanea” promosso dall’Accademia di Belle Arti di Bologna.
“Lodi per ogni ora. I corali francescani provenienti dalla Basilica di San Francesco”, fino al 17 marzo 2019
La mostra, realizzata nell’ambito del Festival Francescano, presenta una nutrita selezione dei vari cicli liturgici, realizzati tra il XIII e il XV secolo per la basilica bolognese di San Francesco, che attualmente fanno parte della ricca collezione di codici miniati del Museo Civico Medievale di Bologna. Tra questi si segnala la serie di preziosi graduali francescani riccamente miniati dal cosiddetto Maestro della Bibbia di Gerona, protagonista assoluto della decorazione libraria bolognese della fine del Duecento. Prossimi a questa anche la serie poco più tarda degli antifonari, anch’essi ampiamente decorati, ispirandosi in parte alle più antiche esperienze del Giotto assisiate, evidentemente filtrate in città attraverso lo stesso ordine dei frati minori. A queste prime serie di corali ne seguirono altre nel corso del Quattrocento, quando i frati minori si affidarono a vari miniatori coordinati dal bolognese Giovanni di Antonio, per decorare intorno al 1440-50 alcuni dei loro libri liturgici, anch’essi presentati in occasione della mostra.
Museo della Musica – Strada Maggiore 34
“Amandine Meyer. Mosca Cieca”
25 novembre – 16 dicembre 2018
La mostra, realizzata nell’ambito di BilBOlbul in collaborazione con Fondazione Nuovi Mecenati, è dedicata a Amandine Meyer, illustratrice e fumettista francese.
Entrare dentro la mostra di Amandine Meyer vuol dire fare un passo nel suo giardino lussurioso e pop, abitato da bambine perturbanti e colorate, bambini senza volto, piante carnivore e goffi animaletti. E una volta dentro, rimanere invischiati nell’universo seducente di Meyer è un attimo: i colori pastello, le decorazioni eleganti, l’estetica un po’ kitsch dei suoi personaggi invitano a guardare con occhi bambini, a smettere di farsi domande, lasciarsi andare e giocare. Tra dadi, pedine e caselle tra cui saltare, infatti, la mostra stessa diventa un gioco.
Amandine Meyer è un’artista ancora sconosciuta in Italia; le sue opere – che siano di carta, di vetro, di ceramica o di uno dei tanti materiali che usa per creare – sono una goduria per gli occhi e una provocazione per la mente.
Padiglione de l’Esprit Nouveau – Piazza della Costituzione 11
“PHOENIX. Il Padiglione de l’Esprit Nouveau tra ricognizione e restauro”
24 novembre 2018 – 6 gennaio 2019
Ad un anno dalla sua riapertura al pubblico dopo l’intervento di restauro finanziato da Regione Emilia-Romagna e Comune di Bologna, il Padiglione de l’Esprit Nouveau ospita la mostra “PHOENIX. Il Padiglione de l’Esprit Nouveau tra ricostruzione e restauro” curata da Maria Beatrice Bettazzi, Jacopo Gresleri e Paolo Lipparini con l’alta consulenza di Giuliano Gresleri.
L’esposizione, allestita su progetto dell’architetto Jacopo Gresleri, offre allo spettatore la possibilità di ripercorrere la storia della costruzione dell’edificio, una replica – fedele in ogni dettaglio – del prototipo di unità abitativa che l’architetto Le Corbusier aveva proposto a Parigi nel 1925 in occasione dell’Exposition des Arts Decoratifs et Industriels Modernes, poi demolito a conclusione dell’evento.
All’interno del Padiglione sono esposti i progetti, i disegni, le immagini e le testimonianze che documentano il processo di realizzazione di quella che è l’unica opera del maestro svizzero-francese presente in Italia, dall’ideazione e studio alle varie fasi di lavoro.
I disegni, provenienti dal Fondo dell’Archivio Storico dell’Università di Bologna e da quello privato del professor Giuliano Gresleri, mettono in luce il processo di ricerca alla base della ricostruzione e della scelta di tutti i dettagli – infissi, porte, pavimenti e colori -, ai quali Le Corbusier dedicava particolare attenzione, in una visione di spazio cromatico e funzionale in costante rapporto tra interno ed esterno.
In esposizione alcuni materiali della Collezione Cassina dell’Archivio Storico di Cassina a Meda, i plastici eseguiti dagli allievi dell’Atelier di Giuliano Gresleri alla Syracuse University e l’eccezionale allestimento di volumi storici provenienti dalla Collezione Gresleri, dedicati in particolare alle tematiche dell’alloggio a basso costo, delle cromie architettoniche e della didattica dell’architettura.
Sono visibili anche filmati originali del 1977 in cui illustri protagonisti del mondo dell’architettura italiana dialogano sulle specificità del Padiglione, primo edificio nella storia dell’architettura ad introdurre un grande elemento vegetale all’interno della costruzione, e sull’importanza della sua ricostruzione.
La mostra è promossa da Università di Bologna, Archivio Storico – ASUB-SA con il supporto di Servizio Qualità Urbana e Politiche Abitative – Direzione Generale Cura del Territorio e dell’Ambiente della Regione Emilia-Romagna e di IBC – Istituto per i beni artistici, culturali e naturali dell’Emilia-Romagna.
In collaborazione con Istituzione Bologna Musei | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e con il patrocinio di Fondation Le Corbusier, Consiglio Nazionale Architetti Pianificatori e Paesaggisti e Conservatori e Ordine degli Architetti di Bologna.
Orari di apertura: sabato e domenica ore 15-17.
menica è possibile partecipare ad una visita guidata a cura del Dipartimento educativo MAMbo (su prenotazione, tel. 051 6496611).
Collezioni Comunali d’Arte, Palazzo d’Accursio – Piazza Maggiore 6
“L’anima e il corpo. Immagini del sacro e del profano tra Medioevo ed Età Moderna”, fino al 24 febbraio 2019
I Musei Civici d’Arte Antica proseguono nell’impegno per la valorizzazione delle Collezioni Comunali d’Arte in concomitanza con i lavori di ripristino della copertura di Palazzo d’Accursio, la cui conclusione è prevista nella primavera 2019, promuovendo una nuova esposizione che ne rivisita l’ampio patrimonio permanente alla luce di un nuovo criterio tematico.
Dopo un primo riallestimento incentrato sulla nascita del gusto moderno tra ‘700 e ‘800, il nuovo ordinamento del percorso espositivo propone un tema fondamentale nella cultura figurativa occidentale, la rappresentazione del divino e della figura umana, indagandone l’evoluzione iconografica tra il XIII e il XVIII secolo.
L’esposizione, a cura di Silvia Battistini e Massimo Medica, ricompone alcune delle opere di maggiore rilevanza storico-artistica del museo – tra cui la ricca collezione di sculture e di dipinti medievali dei Primitivi; le preziose tavole di Francesco Francia, Amico Aspertini, Luca Signorelli e le tele di Prospero Fontana, Ludovico Carracci, Michele Desubleo, Guido Cagnacci, Donato Creti, Gaetano Gandolfi, Pelagio Palagi – ordinate secondo due linee di lettura che si alternano nelle sale espositive narrando, da un lato, l’essenza del divino, dall’altra, la vita e i sentimenti quotidiani.
I visitatori hanno così modo di comprendere come anche le più note raffigurazioni religiose e profane non siano rimaste uguali a se stesse nel corso dei secoli, ma abbiano accompagnato il rinnovamento del linguaggio artistico, riverberando il dibattito sulla raffigurazione del corpo umano nel mutare del clima sociale e religioso europeo.
Se il Medioevo ricorre alla rappresentazione del corpo per dare un’identità alla dimensione religiosa nelle sue differenti manifestazioni (Padre Eterno, Cristo, la Vergine, i santi), nel Rinascimento il corpo rappresentato in modo naturalistico diviene fondamentale per dare un volto alla santità e facilitare la divulgazione della dottrina cattolica.
Museo del Risorgimento – Piazza Carducci 5
“Guerra illustrata, guerra vissuta. La Grande Guerra a Bologna tra storia e memoria”, fino al 27 gennaio 2019
A cento anni dalla fine del primo conflitto mondiale, la mostra presenta i risultati del progetto “La Grande Guerra a Bologna tra Storia e Memoria” finalizzato all’implementazione del portale www.storiaememoriadibologna.it per creare e rendere accessibile, in forma unitaria, una memoria collettiva, cittadina e nazionale sugli avvenimenti legati al primo conflitto mondiale, con particolare riferimento alla memoria dei caduti bolognesi.
L’iniziativa, a cura di Mirtide Gavelli e Roberto Martorelli, intende porsi come un momento di conoscenza e promozione del lavoro di digitalizzazione di fonti documentarie e memorialistiche di diversa natura svolto tra il 2015 e il 2018, attraverso l’esposizione al pubblico di alcuni dei più rilevanti documenti appartenenti a un patrimonio ancora poco conosciuto e in alcuni casi del tutto inedito.
Sulle pareti della sala mostre una selezione di manifesti di propaganda dei prestiti nazionali, recentemente restaurati, rievocano ciò che i nostri antenati potevano vedere sui muri di Bologna e delle altre città italiane ed europee: una propaganda massiccia, multiforme, capillare, perché ogni cittadino senza distinzione di età e condizione sociale, si sentisse “fronte interno” e si comportasse come tale, contribuendo, secondo le sue possibilità, alla vittoria finale.
Nelle vetrine sono esposti documenti e cimeli originali relativi alla città di Bologna, normalmente non visibili al pubblico, che l’implementazione del portale ha permesso di fare conoscere e contestualizzare, riproducendone le immagini e raccontandone la storia. Tra questi, documenti e fotografie provenienti da archivi pubblici e privati, compresi quelli donati dalle famiglie di Nazario Sauro ed altri eroi della Guerra; memorie del “Pantheon dei caduti illustri” creato all’interno della scuola Laura Bassi negli anni del conflitto; documenti dell’Ufficio per notizie alle famiglie dei militari, la grande esperienza prima bolognese poi nazionale di volontariato femminile; i numerosi ritratti dei caduti rinvenuti nel corso dei lavori.
Attraverso un codice QR, con uno smartphone è inoltre possibile accedere a tutte le notizie e agli approfondimenti contenuti nel portale: la sala dispone infatti di accesso gratuito wireless e il portale stesso è visualizzabile da tutti i device. La valenza fortemente didattica e divulgativa del progetto che si rivolge non solo a un pubblico giovane è testimoniata dalla presenza in mostra di un totem che consente di esplorare la ricostruzione virtuale in 3D del grandioso Lapidario della Basilica di Santo Stefano, così come si presentava nell’anno dell’inaugurazione (1925): con i nomi dei 2.536 caduti della città di Bologna incisi nelle 64 lapidi poste all’interno del chiostro.
Museo Archeologico – via dell’Archiginnasio 2
“HOKUSAI HIROSHIGE. Oltre l’onda. Capolavori dal Museum of Fine Arts di Boston”, fino al 3 marzo 2019
Il Museo Civico Archeologico ospita le opere dei due più grandi Maestri del “Mondo Fluttuante”: Katsushika Hokusai (1760-1849) e Utagawa Hiroshige (1797-1858).
La mostra espone, per la prima volta in Italia, una selezione straordinaria di circa 150 opere provenienti dal Museum of Fine Arts di Boston.
Il progetto, suddiviso in 6 sezioni tematiche, curato da Rossella Menegazzo con Sarah E. Thompson, è una produzione MondoMostre Skira con Ales S.p.A Arte Lavoro e Servizi in collaborazione con il Museum of Fine Arts di Boston, promosso dal Comune di Bologna | Istituzione Bologna Musei e patrocinato dall’Agenzia per gli Affari Culturali del Giappone, dall’Ambasciata del Giappone in Italia e dall’Università degli Studi di Milano.
Gli anni trenta dell’Ottocento segnarono l’apice della produzione ukiyoe nota come “immagini del Mondo Fluttuante”. In quel periodo furono realizzate le serie silografiche più importanti a firma dei maestri che si confermarono – qualche decennio più tardi con l’apertura del Paese – come i più grandi nomi dell’arte giapponese in Occidente.
Tra questi spiccò da subito Hokusai, artista e personalità fuori dalle righe che seppe rappresentare con forza, drammaticità e sinteticità insieme i luoghi e i volti, oltre che il carattere e le credenze della società del suo tempo. Egli è considerato uno dei più raffinati rappresentanti del filone pittorico dell’ukiyoe. Nei suoi dipinti su rotolo, ma soprattutto attraverso le sue silografie policrome, l’artista seppe interpretare in modo nuovo il mondo in cui viveva, con linee libere e veloci, un uso sapiente del colore e in particolare del blu di Prussia, da poco importato in Giappone, traendo spunto sia dalla pittura tradizionale autoctona sia dalle tecniche dell’arte occidentale.
Più giovane di circa vent’anni rispetto a Hokusai, Hiroshige divenne un nome celebre della pittura ukiyoe poco dopo l’uscita delle “Trentasei vedute del monte Fuji” del maestro grazie a una serie, nello stesso formato orizzontale, che illustrava la grande via che collegava Edo (l’antico nome di Tokyo) a Kyoto. Si trattava delle “Cinquantatré stazioni di posta del Tōkaidō”, conosciute come “Hōeidō Tōkaidō” dal nome dell’editore che lanciò verso il successo Hiroshige. Da allora l’artista lavorò ripetutamente su questo stesso soggetto, producendo decine di serie diverse fino agli anni cinquanta. La qualità delle illustrazioni di paesaggio e vedute del Giappone, la varietà degli elementi stagionali e atmosferici – nevi, piogge, nebbie, chiarori di luna – che Hiroshige seppe descrivere facendoli percepire in modo quasi sensoriale gli valse il titolo di “maestro della pioggia e della neve”.
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – via Don Minzoni 14
“Ritorno al Futuro? Dalle scuole all’aperto alle nuove esperienze educative nella natura”, fino al 9 dicembre 2018
Il MAMbo dedica a un tema di grande attualità – le scuole all’aperto – la mostra “Ritorno al futuro?dalle scuole all’aperto alle nuove esperienze educative nella natura”, a cura di Mirella D’Ascenzo e Mino Petazzini. Le scuole all’aperto, nate per la cura dei bambini gracili e cagionevoli, furono infatti anche fucina di sperimentazioni pedagogiche e didattiche innovative, grazie al contatto quotidiano con l’ambiente naturale e ad un nuovo rapporto tra indoor e outdoor.
Attraverso documenti originali, fotografie, oggetti e video la mostra ripercorre alcune tappe fondamentali del rapporto educazione/natura dal ‘700 a oggi, soffermandosi sulle scuole all’aperto dai primi del Novecento – Bologna fu allora una tappa significativa e originale – fino alle più recenti esperienze educative in natura, di cui Bologna è ancora un luogo di sperimentazione interessante.
L’iniziativa è promossa da Istituzione Bologna Musei e Area Educazione, Istruzione e Nuove Generazioni del Comune di Bologna in collaborazione con Fondazione Villa Ghigi e Università di Bologna. L’esposizione si realizza inoltre nell’ambito di un più ampio progetto dal titolo I retroscena del museo: realizzare e far vivere una mostra, a cura del MAMbo in collaborazione con Oficina Impresa Sociale, che è risultato vincitore del bando “Prendi parte! Agire e pensare creativo” ideato dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane (DGAAP) del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con la finalità di promuovere l’inclusione culturale dei giovani nelle aree caratterizzate da situazioni di marginalità economica e sociale.
“VHS +. Video/animazione/televisione e/o indipendenza/addestramento tecnico/controllo produttivo 1995/2000”, fino al 17 febbraio 2019
Nello spazio espositivo della Project Room, vocato alla riscoperta di alcuni degli episodi artistici più stimolanti e innovativi originati in ambito artistico bolognese e regionale, il MAMbo presenta “VHS +”.
Il progetto espositivo, nato da un’idea di Saul Saguatti (Basmati Film) e Lucio Apolito (Opificio Ciclope) con la curatela di Silvia Grandi e realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Arti dell’Università di Bologna, si configura come un dispositivo di pulsazioni audio-visive che nascono dall’ibridazione di differenti linguaggi, formati e pratiche di comunicazione video sperimentata in Italia tra il 1995 e i l 2000, raccontando il sogno elettronico di una stagione in cammino tra l’analogico e il digitale.
La produzione del periodo esorbita dall’autorialità individuale per estendersi a una dimensione collettiva, costituendosi in gruppi indipendenti di ricerca media-culturali che diventano veri e propri marchi, come Opificio Ciclope, Fluid Video Crew, Ogino Knauss, Otolab e Sun Wu Kung di cui la mostra documenta i peculiari approcci espressivi. In un mondo ancora senza bacheche, chat, social media e YouTube, questi laboratori pionieristici hanno materialmente costruito schermi di proiezione nelle loro rispettive residenze – Link Project a Bologna, Forte Prenestino a Roma, CPA ExLonginotti a Firenze, Garigliano e Pergola a Milano – sviluppando fucine creative sintonizzate con le coeve sperimentazioni più avanzate a livello europeo.
“VHS +” trova un’estensione on-line nel sito www.vhsplus.it, in cui sono consultabili materiali d’archivio e di approfondimento.
La mostra si avvale della sponsorizzazione tecnica di Eurovideo che ha concesso le forniture strumentali per l’allestimento impianto audio-video.
“That’s IT! Sull’ultima generazione di artisti in Italia e a un metro e ottanta dal confine”, fino al 6 gennaio 2019
Il MAMbo apre la programmazione espositiva del suo spazio principale – la Sala delle Ciminiere – sotto la direzione artistica di Lorenzo Balbi, con “That’s IT! Sull’ultima generazione di artisti in Italia e a un metro e ottanta dal confine”, una mostra che presenta i lavori di 56 tra artisti e collettivi nati dal 1980 in avanti, esplorando differenti media e linguaggi.
L’esposizione, dal taglio dichiaratamente generazionale, indaga gli sviluppi più recenti dell’arte nel nostro Paese, coerentemente con un preciso posizionamento nel panorama italiano e internazionale che il MAMbo ha scelto di darsi, individuando per ognuno dei suoi spazi espositivi una chiara identità scientifica. In questo contesto, il museo conferma e sviluppa una vocazione che lo ha reso storicamente punto di riferimento e privilegia, per le mostre nella Sala delle Ciminiere, la ricerca sulle nuove generazioni, sui media sperimentali e su nomi emergenti mai presentati in Italia. Una particolare attenzione è inoltre rivolta alla produzione di nuove opere, anche nell’ottica dell’accrescimento della collezione permanente: numerosi lavori in mostra saranno infatti realizzati per l’occasione.
“That’s IT!” (IT come codice dell’Unione Europea che individua la sigla dell’Italia) non si sviluppa, volutamente, intorno a un concept unitario e monolitico, ma propone interrogativi e possibili letture della contemporaneità in una prospettiva aperta, dialettica e magmatica. Ha ancora senso oggi definire un artista “italiano”? Cosa contribuisce a determinare la definizione di “italianità”? Tale definizione ha delle conseguenze sull’autorappresentazione dell’artista? Dove e come poniamo il confine geografico e generazionale?
Nella mostra si possono rintracciare alcuni possibili indizi. Sono inclusi artisti nati in Italia che lavorano in Italia; nati in Italia che lavorano all’estero; nati in Italia che lavorano sia in Italia che all’estero; nati all’estero che lavorano in Italia; nati all’estero che lavorano all’estero ma che hanno studiato in Italia.
L’unico limite che si è scelto di stabilire e mantenere rigidamente è quello dell’età anagrafica, per dare spazio e visibilità a chi sulla scena artistica si è affacciato più di recente: nessuno dei protagonisti dell’esposizione infatti è nato prima del 1980.
La mostra tratteggia una panoramica della generazione Millennials, la prima a sperimentare un continuo adattamento all’evolversi frenetico delle tecnologie, l’iperconnessione costante e, sul piano sociale, una crescente precarizzazione del mondo del lavoro in un contesto di crisi economica. Una generazione che ha abbandonato le certezze e le ideologie delle precedenti per adottare modalità espressive che stimolano a interrogarsi sul presente, a investigare la contemporaneità più che a fornire delle risposte.
“Io sono Mare”, fino al 2 dicembre 2018
“Io sono Mare” è la mostra, realizzata in occasione di Gender Bender, con tavole e disegni originali dedicata all’omonimo libro a fumetti per l’infanzia di Cristina Portolano per la collana Dino Buzzati di Canicola. Un viaggio fantastico ed evocativo di una bambina e del suo amico pesce pagliaccio antropomorfo, un’avventura straordinaria, vissuta tra sogno e realtà, attraverso cui poter riflettere sulle tematiche dell’identità e della scoperta di sé, sui desideri e sulle emozioni.
Cristina Portolano, illustratrice e fumettista, è nata a Napoli nel 1986. Vive e lavora a Bologna. È autrice di “Quasi signorina2 (2016, Topipittori) e “Non so chi sei” (2017, Rizzoli Lizzard). Ha collaborato a “Storie della buonanotte per bambine ribelli” (2017, Mondadori).
Museo del Patrimonio Industriale – via della Beverara 123
“Il Canale Emiliano Romagnolo nello sguardo di Enrico Pasquali”, fino al 6 gennaio 2019
La promessa di regalare al visitatore suggestioni uniche e originali del nostro territorio – racchiuse già nel titolo della mostra per immagini “Il Canale Emiliano Romagnolo nello sguardo di Enrico Pasquali” – viene ampiamente mantenuta nel collage di emozioni in bianco e nero che il Consorzio per il Canale Emiliano Romagnolo (CER) ha ideato ed organizzato con la collaborazione di numerosi partner per valorizzare non solo una delle opere idrauliche più importanti del paese, ma per celebrare l’attività dell’uomo laborioso.
L’esposizione consegna al nostro presente la rilevanza del Canale per le economie agroalimentari di parte dell’Emilia e di gran parte della Romagna. Al contempo essa ci fa compiere un salto all’indietro, in un universo composito fatto di essenzialità, cruda, reale, quasi documentaristica, rappresentato dal maestro di neorealismo di Castel Guelfo, nato in quella fetta di terra bagnata dal Sillaro spesso indicata come spartiacque di confine tra l’Emilia e la Romagna, che ha iniziato il “mestiere” di fotografo a Medicina.
In mostra viene esposta una scelta significativa dei lavori di Enrico Pasquali degli anni ’50-’60 e un video con una ricca serie di testimonianze orali e interviste a lavoratori, tecnici, progettisti e dirigenti, protagonisti dell’avviamento dei lavori del Canale Emiliano Romagnolo, recentemente realizzate da Sonia Lenzi, con la regia di Enza Negroni.
“Scultura e Impresa. Mostra personale dello scultore Michele D’Aniello”, fino al 27 gennaio 2019
Il progetto “Scultura e Impresa”, nato nel 2008 da un’idea dello scultore Michele D’Aniello, annovera ad oggi circa 80 aziende, nazionali ed internazionali, che in questi anni, con entusiasmo, hanno accolto e aderito al progetto positivo e innovativo di arte contemporanea.
Ciò che la mostra presenta è il valore della bellezza e dell’ingegno, della tenacia e del coraggio; è la storia dei valori e il suo motto è riassunto in queste poche parole: “La forma dei Valori, i Valori della Forma”, da sempre filo conduttore di Scultura e Impresa e di tutta l’arte di D’Aniello.
“Scultura e Impresa” si svolge con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Bologna, del Comune di Pianoro e di Unindustria Bologna.
L’Istituzione Bologna Musei racconta, attraverso le sue collezioni, l’intera storia dell’area metropolitana bolognese, dai primi insediamenti preistorici fino alle dinamiche artistiche, economiche, scientifiche e produttive della società contemporanea.
Un unico percorso diffuso sul territorio, articolato per aree tematiche.
Archeologia, storia, storia dell’arte, musica, patrimonio industriale e cultura tecnica sono i grandi temi che è possibile affrontare, anche attraverso percorsi trasversali alle varie sedi.
Fanno parte dell’Istituzione Bologna Musei: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Museo Morandi, Casa Morandi, Villa delle Rose, Museo per la Memoria di Ustica, Museo Civico Archeologico, Museo Civico Medievale, Collezioni Comunali d’Arte, Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini, Museo del Patrimonio Industriale, Museo e Biblioteca del Risorgimento, Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna, Museo del Tessuto e della Tappezzeria “Vittorio Zironi”.
Info: www.museibologna.it.
La Card Musei Metropolitani di Bologna è il servizio attivato in occasione del IX centenario del Comune di Bologna per ampliare l’accessibilità al patrimonio storico artistico della città: un abbonamento che offre accesso illimitato alle collezioni permanenti e ingresso a prezzo ridotto alle mostre temporanee di tanti musei della città e dell’area metropolitana. Vale 12 mesi e costa 25 euro: tutte le informazioni sono disponibili sul sito cardmuseibologna.it.