Medioevo è un termine che oggi viene usato spesso per definire situazioni di arretratezza (…è roba da medioevo!…) mentre invece è vero il contrario: in questo lungo periodo di tempo, che per convenzione riconosciuta abbraccia ben dieci secoli – dal sesto al quindicesimo – si sono avuti grandi cambiamenti e innovazioni, che incidono ancora adesso sulla nostra vita. Ci sono state invenzioni assolute, come per esempio l’orologio meccanico e di conseguenza la scansione del tempo, con tutto quello che ha significato (e significa) sull’organizzazione della vita quotidiana, dal lavoro ai rapporti sociali, non più regolata in base al sole e alla luna..
Durante il Medioevo Bologna ha vissuto lunghi periodi di gloria economica, sociale e culturale: era una città tra le più importanti e attirava quindi anche tanti talenti dell’arte e del sapere, che qui trovavano il terreno ideale per esprimersi.
Le tracce di questo grande prestigio si trovano ben esposte al Museo Civico Medievale, nel Palazzo Ghisilardi-Fava di via Manzoni 4, con reperti datati fin dal VII secolo (alto medioevo).
Tra il numeroso materiale in esposizione spicca la statua dedicata a papa Bonifacio VIII (1235-1303) come ringraziamento per il ruolo che il pontefice ebbe nel portare la pace tra Bologna e Ferrara. Si tratta di una statua in legno ricoperta da lamine di rame dorato che il Comune di Bologna commissionò con atto ufficiale nell’autunno del 1300 a Manno di Bandino, orafo senese per tanti anni attivo e residente a Bologna.
Saltando tra i secoli troviamo una croce laminata in oro di epoca longobarda o un pivale (una veste liturgica di forma circolare) decorato con scene di vita del Cristo e della Vergine. Buona parte del materiale esposto riguarda la vita e l’arte bolognese durante il medioevo, e non possono mancare testimonianze dello Studio, ovvero l’università cittadina, riconosciuta come la più antica del mondo occidentale (1088). Si possono ammirare alcuni monumenti funebri dedicati ai dottori dello Studio, secondo la pratica di dedicare ai maggiori Dotti un sepolcro funerario che ne celebrasse la vita e la sapienza attraverso scene tipiche, come quella del magister in cattedra, che sono come delle immagini istantanee scolpite.
Visitando il museo, lungo un percorso che va dalle miniature ai libri liturgici, dalle opere in vetro o in avorio alle armi, passando anche tra testimonianze della vita di corte dei Bentivoglio, si arriva ad un ponte ideale che proietta Bologna nel Rinascimento, con il bellissimo modello del Nettuno di Giambologna (Jean de Boulogne: 1529-1608) realizzato per la celebre fontana di fronte a Palazzo Re Enzo: un capolavoro del ‘500 che chiude idealmente una lunga epoca di arte a Bologna e al tempo stesso ne prepara una nuova, conseguenza di un nuovo modo di concepire la visione del mondo.