Resterà aperta fino al 12 aprile la mostra “Giovanni da Modena . Un pittore all’ombra di San Petronio”, curata da Massimo Medica e Daniele Benati e realizzata dall’Istituzione Bologna Musei in collaborazione con la Basilica di San Petronio.
L’esposizione, prima monografica dedicata a questo importante artista tardogotico, modenese di nascita, ma bolognese di adozione, si pone ad ideale chiusura del percorso dedicato dal Museo Civico Medievale alla pittura bolognese del Tre-Quattrocento che ha prodotto, nelle passate stagioni, le mostre dedicate a Vitale da Bologna, a Simone dei Crocefissi e a Jacopo di Paolo.
Frutto di un’importante sinergia tra istituzioni culturali, la mostra si articola su due sedi espositive il Museo Civico Medievale e La Basilica di San Petronio.
Sono oltre venti le opere provenienti da musei e collezioni private esposte al Museo Medievale, tra queste alcune sontuose miniature e dipinti su
tavola come “San Giacomo”, “San Pietro”, “San Francesco”, “San Nicola da Tolentino” (Bologna, Compagnia dei Lombardi), “Madonna col Bambino” (Modena, Museo Civico d’Arte) e “Madonna col Bambino” (Ferrara, Pinacoteca Nazionale), affreschi come la “Madonna col Bambino e due angeli” (Carpi, chiesa di San Francesco), “La Vergine con il Bambino” (Bologna, chiesa di Santa Maria dei Servi) , “San Bernardino da Siena e storie della sua vita” (1451, Bologna, Pinacoteca Nazionale).
Nella Basilica di San Petronio sarà possibile visitare , seguendo un percorso appositamente predisposto e valorizzato da un nuovo sistema di illuminazione, gli affreschi della Cappella della Pace, opera di Giovanni da Modena, Francesco Lola ed anonimi bolognesi degli inizi del XV secolo, oggi nuovamente visibili dopo molti anni di oblio, gli affreschi dei Dieci di Balia, di Santa Brigida e della Società dei Notai e inoltre la ben nota Cappella Bolognini, con “Il Giudizio universale”, “Storie dei Magi” e “Storie di San Petronio”
L’esposizione è dunque uno straordinario excursus sull’opera di Giovanni da Modena, la cui figura domina il panorama della cultura artistica bolognese per quasi quarant’anni, contribuendo ad aggiornarla agli esiti del gotico internazionale, di cui seppe offrire una variante fortemente personalizzata, di forte ed immediata espressività.