Com’era il primo Vecchione di Capodanno?
Il 31 dicembre 1922 viene bruciato per la prima volta in Piazza Maggiore, nella notte di San Silvestro, un Vecchione, che rappresenta l’anno appena trascorso.
Si tratta di un grosso fantoccio di cartapesta imbottito di petardi.
È promosso dalla Società “I fiù dal Dutour Balanzon”.
Nel programma della serata è previsto un corteo con bande musicali, la lettura del testamento dell’anno vecchio e l’estrazione dei premi della lotteria di Capodanno.
Nel 1972, il 31 dicembre, invece del tradizionale Vecchione, viene bruciato in Piazza Maggiore il “mostro della guerra”, realizzato su bozzetto di Roberto Sebastian Matta (1911-2002).
Il rogo di “Babbo Napalm” vuole testimoniare l’impegno di Bologna per la pace nel mondo e l’avversione per la politica americana di aggressione in Vietnam.
Il progetto del pittore cileno è stato realizzato assieme agli organizzatori della mostra Tra rivolta e rivoluzione, aperta a Bologna in varie sedi espositive tra il novembre 1972 e il gennaio 1973.
La scelta di dare una connotazione politica alla festa di fine anno non manca di accendere aspre polemiche sulle colonne dei giornali moderati.
Quest’anno, il Vecchione, avrà veri e propri cassetti, dentro i quali ogni partecipante potrà conservare i pensieri e i sogni che più desidera per l’anno che verrà.