Tra le strade della prima università: musica, letture, arte sacra e vita quotidiana.
Bologna è nota anche per essere La Dotta, la città con la più antica università del mondo occidentale, con una data di fondazione, riconosciuta da tutte le altre università nazionali e internazionali, che risale al lontano 1088. Oltre nove secoli che hanno visto Bologna sempre al centro della cultura ai massimi livelli.
Lo Studio di Bologna, come era anticamente chiamata l’università, ha avuto migliaia di allievi, tra i quali anche personaggi che sono nella storia delle lettere, della scienza e del pensiero giuridico e filosofico:
Thomas Becket arcivescovo di Canterbury, Pico della Mirandola, Erasmo da Rotterdam, Niccolò Copernico, Torquato Tasso, Carlo Goldoni e Giosuè Carducci tra i tanti.
Percorrere i luoghi che hanno visto nascere e crescere l’università bolognese significa seguire secoli di grande splendore.
via Zamboni è il cuore moderno di questa città dentro all’università. Su via Zamboni si affaccia piazza Rossini, con la sede del conservatorio musicale intitolato a padre Giovanni Battista Martini, musicista del XVIII secolo maestro del contrappunto, che ebbe anche il giovane Mozart come allievo nel periodo in cui il grande musicista soggiornò a Bologna (1770) per diplomarsi maestro di musica alla celebre Accademia Filarmonica cittadina. Il conservatorio ha una storica biblioteca musicale tra le più importanti in Europa, con numerosi reperti d’epoca.
Sempre sulla piazza svetta la facciata della Basilica di San Giacomo Maggiore, una grande chiesa a navata unica costruita nel XIII secolo dai frati agostiniani. L’interno è ricco di opere d’arte, tra cui un dipinto di Ludovico Carracci, crocifissi in legno di Jacopo di Paolo e vari dipinti e opere che decorano le cappelle, tra cui quelle delle famiglie Bentivoglio e Poggi.
Vi è custodita anche la tomba di Niccolò dell’Arca.
Lungo via Zamboni si trovano anche alcune facoltà umanistiche con le loro grandi biblioteche tra cui la principale, la Biblioteca Universitaria. Da vedere anche i musei universitari di Palazzo Poggi, al civico 33, tra i quali meritano attenzione il Museo delle Navi e delle Antiche Carte Geografiche, il Museo di Anatomia Umana, quello di Storia Naturale e il Museo di Fisica.Su via Zamboni si affaccia anche il Teatro Comunale, progettato nel 1763 da Antonio Galli Bibiena e proseguendo sotto i portici del teatro verso la porta San Donato dopo soli 200 metri si arriva alla piccola piazza Puntoni, dove inizia via Belle Arti, sede della Pinacoteca Nazionale, al numero 56, nello stesso edificio storico che ospita anche l’Accademia delle Belle Arti.
La Pinacoteca si sviluppa su trenta sale espositive che raccolgono una collezione di grandi opere in maggior parte salvate dalle requisizioni napoleoniche operate nelle chiese del bolognese e in Emilia in genere. Si trovano molti dipinti rappresentativi dell’arte bolognese del XVI e XVII secolo tra cui Ludovico, Agostino e Annibale Carracci, Guido Reni e Guercino, ma sono esposte anche opere di grandi maestri quali Giotto, Raffaello, Perugino, Tiziano e tantissimi altri nomi dello stesso spessore artistico, in un percorso espositivo che va dal ‘200 al ‘700.
Proprio alle spalle della Pinacoteca si trova via Irnerio, intitolata al fondatore della scuola di diritto bolognese nell’XI secolo, e al civico 42 si può visitare l’Orto Botanico Universitario, uno dei più antichi in Italia, istituito nel 1568 e sviluppato su circa due ettari con tre serre e cinquemila esemplari di piante locali e esotiche, tra cui tropicali, officinali, grasse, ornamentali, di bosco eccetera.
Da via Irnerio o da via Belle Arti si può raggiungere via Indipendenza, dove si può ammirare la cattedrale di San Pietro:
è di origini paleocristiane, ma la cattedrale vera e propria è sorta nel X secolo e poi ricostruita nel 1141 dopo un disastroso incendio e via via ritoccata fino a metà del XVIII secolo con gli ultimi interventi dell’architetto Alfonso Torreggiani. A testimonianza di questo lungo periodo di lavori l’interno della chiesa racchiude opere di grande importanza di Alfonso Lombardi, Ludovico Carracci e Donato Creti.
Altra interessante testimonianza delle successive riedificazioni è costituita dal campanile a base rettangolare, alto 70 metri, che racchiude l’antica torre campanaria a pianta circolare di origine paleo romanica.
A un centinaio di metri dalla cattedrale c’è la Biblioteca Sala Borsa, con ingresso davanti alla Fontana del Nettuno. È la più frequentata tra le biblioteche pubbliche bolognesi e sorge in un antico luogo pubblico dei mercanti della città, l’ingresso accede nella grande piazza coperta a due piani con l’altissimo soffitto a cassettoni e il pavimento di cristallo, creato per poter ammirare gli antichi scavi archeologici e la sedimentazione delle varie civiltà in uno scenario di armonia e di luce. Rivivono così secoli di storia, dai primi insediamenti di capanne della civiltà villanoviana del VII secolo a.C., alla Felsina etrusca, alla Bononia romana.
La Sala Borsa si sviluppa lungo via Ugo Bassi, e proprio in fondo a questa via si apre piazza Malpighi con la colonna a obelisco innalzata nel 1638 dedicata all’Immacolata Concezione.
A fianco della piazza, c’è il cortile della Basilica di San Francesco, con il suo Chiostro dei Morti, alcune tombe di glossatori del XIII secolo, maestri dello Studium bolognese che sul rinnovamento del Diritto Romano crearono la moderna giurisprudenza.
Tra le altre possiamo vedere le tombe di Accursio, Odofredo e Rolandino Romanzi.
Sul lato opposto al chiostro c’è l’ingresso della basilica, la più antica intitolata a San Francesco dopo quella di Assisi.
Costruita dal 1236 è il primo esempio in Italia di gotico francese, testimoniato dagli archi absidali esterni, anche se le forme sono ancora ancorate al gotico romano ben presente nella facciata.
Il grande campanile è del 1397 ad opera di Antonio di Vincenzo. L’interno, molto suggestivo, è a forma di croce latina a tre navate e la centrale, più alta, ha le volte a sei spicchi come la cattedrale di Notre Dame. Nove le cappelle e molto bello l’altare maggiore con una preziosa pala di marmo, opera dei fratelli Jacobello e Pier Paolo dalle Masegne (1388-1392); di particolare interesse la cappella di S. Bernardino, del XIII secolo, ornata di terracotta e il sepolcro in cotto dell’antipapa Alessandro V realizzato da Niccolò Lamberti nel 1424. La biblioteca del convento annesso alla basilica dispone di oltre 35.000 opere e annoverava anche la preziosa raccolta musicale del compositore padre Giovanni Battista Martini, ora trasferita al conservatorio musicale in piazza Rossini.
DA VEDERE
• La biblioteca del conservatorio G.B.Martini
• I musei universitari di Palazzo Poggi
• Il Teatro Comunale
• L’orto botanico universitario
• La cattedrale di San Pietro
DA NON PERDERE
• La cappella Bentivoglio nella Basilica di S. Giacomo Maggiore
• La Pinacoteca Nazionale
• La biblioteca Sala Borsa con gli scavi a vista pavimento
• La Basilica di San Francesco
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