Ogni settimana i Musei Civici di Bologna propongono un ricco calendario di appuntamenti, per svelare le loro collezioni e raccontare aspetti ed episodi inediti e curiosi della storia della città, anche attraverso punti di vista differenti e insoliti accostamenti fra le diverse collezioni…
Conferenze, laboratori, concerti, visite guidate, visite in lingua sono i principali “strumenti” di questo racconto, che si dispiega lungo millenni di storia, dai primi utensili in pietra di uomini vissuti 800.000 anni fa ai prodotti dell’attuale distretto industriale, dalla pittura alle varie forme dell’arte moderna e contemporanea, dalla musica alle grandi epopee politiche e civili.
Prorogata al 2 settembre 2018 la mostra “Giancarlo Fabbi. Il silenzio della pittura” in corso a Casa Morandi, con normale apertura fino al 1° luglio e visite solo su prenotazione dal 6 luglio al 2 settembre.
IN EVIDENZA
venerdì 22 giugno
ore 21.30: Museo del Tessuto e della Tappezzeria “Vittorio Zironi” – via di Casaglia 3
Nell’ambito di Opentour
“Riverberi”
Inaugurazione della mostra realizzata in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Bologna, a cura di Vanna Romualdi.
L’intervento cromatico di Valentina Fanton sulle persiane della facciata nord di Villa Spada dialoga con l’installazione sonora nel sistema di filodiffusione del museo di Laura Giovannardi e Simona Paladino.
Ingresso all’inaugurazione: gratuito.
mercoledì 27 giugno
ore 10-24: Museo per la Memoria di Ustica – via di Saliceto 3/22
In occasione della rassegna Attorno al Museo per la Memoria di Ustica e di Bologna Estate
“Apertura straordinaria del Museo per la Memoria di Ustica”
In occasione del XXXVIII anniversario della strage, il Museo per la Memoria di Ustica è visitabile dalle 10 alle 24.
Alle ore 21.30, nel Parco della Zucca, antistante al museo, il ciclo di spettacoli “Attorno al Museo per la Memoria di Ustica” si apre con “Di fronte agli occhi degli altri”, spettacolo di danza di e con Virgilio Sieni.
Ingresso museo: gratuito
Ingresso spettacolo: offerta libera
PER I BAMBINI
“Estate al museo 2018. I campi estivi dell’Istituzione Bologna Musei”
Dall’11 giugno al 14 settembre i campi estivi dell’Istituzione Bologna Musei offrono a bambini e ragazzi un’opportunità unica di vivere un’esperienza a contatto con il ricco patrimonio culturale della nostra città.
Due i moduli, distinti per fasce d’età: “L’arte è un diritto naturale. Un’estate ‘a passo di lumaca’”, per bambini da 5 a 11 anni (11 giugno-14 settembre); “That’s Summer. Io sto con l’artista” per ragazzi da 11 a 16 anni (25-29 giugno e 27-31 agosto). Per i bambini da 5 a 11 anni, il tema della settimana dal 25 al 29 giugno è “Darsi alla macchia. Diritto a sporcarsi”.
Una settimana dedicata al Diritto a sporcarsi, per divertirci a toccare l’arte con mano, lasciare la nostra impronta sul mondo e svelare gli universi nascosti dentro le macchie.
La pratica liberatoria del “paciugare”, la manipolazione della materia e la casualità del pastrocchiare come occasione creativa: sono queste le tematiche che approfondiremo di giorno in giorno, anche attraverso visite speciali al MAMbo e al Parco Talon.
Per i ragazzi da 11 a 16 anni, la settimana dal 25 al 29 giugno prevede “Practice Sousvelliance”, workshop con Irene Fenara. Una settimana per indagare la ricerca e la poetica di Irene Fenara “da dentro”.
L’immaginario dell’artista viene ricostruito a partire da “Self portrait from surveillance camera”, l’opera appositamente prodotta per la mostra “That’s IT!”, per proseguire con l’ascolto della sua musica preferita, la visione dei film da lei più amati e la lettura di brani dai libri che considera imperdibili. L’esplorazione delle sue suggestioni creative è approfondita da una visita guidata speciale al suo atelier. I ragazzi interagiscono con Irene Fenara in inedite attività laboratoriali alla scoperta del significato del termine anglofrancese “sousveilliance” (“subveglianza”), coniato per designare la registrazione di un evento dal punto di vista di chi vi è coinvolto.
Per informazioni ed iscrizioni:
Dipartimento educativo MAMbo: tel. 051 6496628 (martedì e giovedì, dalle ore 10 alle ore 17) oppure mamboedu@comune.bologna.it.
GLI ALTRI APPUNTAMENTI
venerdì 22 giugno
ore 16.30-17.30: Museo del Patrimonio Industriale – via della Beverara 123 / ore 18: Museo della Civiltà Contadina – via Sammarina 35 (San Marino di Bentivoglio)
Nell’ambito di Bologna Estate
“Vapore: la ‘nuova’ energia!”
Percorso per famiglie (età consigliata dei bambini: dai 6 anni).
L’attività è pensata per adulti e bambini ed è dedicata alla macchina a vapore, la più importante innovazione tecnologica del XVIII secolo, inventata da James Watt a partire dal 1765.
I visitatori potranno intraprendere un viaggio nei secoli per conoscere la storia e l’utilizzo delle macchine termiche. Come i viaggiatori del passato, avranno a disposizione bagagli e mappe per orientarsi e per effettuare piccoli esperimenti così da meglio comprendere la potenza e la versatilità dell’energia termica e la genialità della macchina a vapore che la renderà indiscussa protagonista della Rivoluzione industriale.
A seguire i partecipanti potranno raggiungere (su navetta dedicata) il Museo della Civiltà Contadina di San Marino di Bentivoglio per partecipare alle ore 18 alla rievocazione storica “La campagna a vapore” nel corso della quale si potrà assistere alla riproduzione di lavorazioni ormai abbandonate ma piene di fascino: la segatura dei tronchi e la sgranatura del mais che documentano un passaggio fondamentale nella storia dell’agricoltura, l’avvento della macchina a vapore.
Prenotazione obbligatoria allo 051 6356611 (entro le ore 13 di giovedì 21 giugno).
Num. max partecipanti: 30.
Ingresso: gratuito
sabato 23 giugno
ore 16.30-17.30: Museo del Patrimonio Industriale – via della Beverara 123 / ore 18: Museo della Civiltà Contadina – via Sammarina 35 (San Marino di Bentivoglio)
Nell’ambito di Bologna Estate
“Alla scoperta delle macchine termiche!”
Laboratorio-visita guidata per famiglie (età consigliata dei bambini: dagli 8 anni).
Un approfondimento sull’uso del vapore come fonte di energia, che sfruttando modelli, esperimenti e prove ricostruirà l’evoluzione delle macchine termiche: dall’eolipila e dal tempio di Erone (scienziato vissuto nel I secolo d.C.), alle macchine progettate da Thomas Savery e Thomas Newcomen nell’Inghilterra del XVIII secolo, fino all’invenzione della macchina a vapore di Watt, con tutte le conseguenti implicazioni in campo economico, sociale e storico.
A seguire i partecipanti potranno raggiungere (su navetta dedicata) il Museo della Civiltà Contadina di San Marino di Bentivoglio per assistere alle ore 18.00 alla rievocazione storica “la campagna a vapore” nel corso della quale si potrà assistere alla riproduzione di lavorazioni, ormai abbandonate ma piene di fascino: la scavezzatura, la gramolatura, la stigliatura della canapa e il funzionamento dell’idrovora che documentano un passaggio fondamentale nella storia dell’agricoltura, l’avvento della macchina a vapore.
Prenotazione obbligatoria allo 051 6356611 (entro le ore 13 di venerdì 22 giugno).
Num. max partecipanti: 30.
Ingresso: gratuito
domenica 24 giugno
ore 10.30-13 e 15-17.30: Museo della Musica – Strada Maggiore 34
Nell’ambito della rassegna Wunderkammer. Il museo delle meraviglie e di Bologna Estate
“Musica da vedere… di domenica”
Visite guidate “a domanda aperta” alle collezioni del museo con Giuseppe Ayroldi Sagarriga, Museo della Musica.
Mozart sbagliava i compiti? La tastiera perfetta è insuonabile? Wagner era bolognese? Nell’orchestra di Respighi c’era un giradischi?
Non lo sapete? Allora non potete perdere le speciali visite guidate domenicali “a rilascio prolungato” in cui lo staff del museo sarà a vostra disposizione per rispondere a queste domande e a tutte quelle che vi saltano in mente sulle collezioni esposte: un percorso guidato (ma non troppo) attraverso sei secoli di storia della musica parlando di libri, dipinti, strumenti a partire da Palazzo Sanguinetti, splendida sede del museo.
Ingresso: biglietto museo (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto)
ore 15.30-16.30: Museo del Patrimonio Industriale – via della Beverara 123 / ore 17: Museo della Civiltà Contadina – via Sammarina 35 (San Marino di Bentivoglio). In occasione de La campagna a vapore “Il treno ha fischiato”
Un percorso attraverso le collezioni del Museo del Patrimonio Industriale per approfondire, prendendo spunto da testi letterari e brani musicali, la storia delle trasformazioni sociali, urbanistiche, economiche, conseguenti all’introduzione della macchina a vapore, che hanno modificato, nel corso del XIX secolo, sia l’aspetto della città che le abitudini e i modi di vita dei bolognesi.
A seguire i partecipanti potranno raggiungere (su navetta dedicata) il Museo della Civiltà Contadina di San Marino di Bentivoglio per assistere alle ore 17 alla conferenza La campagna a vapore, con storici ed esperti del settore, sui temi del bracciantato e del lavoro delle macchine in campagna, cui seguirà la rievocazione storica con la messa in funzione delle macchine agricole.
Prenotazione obbligatoria allo 051 6356611 (entro le ore 13 di venerdì 22 giugno).
Ingresso: gratuito
ore 16: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – via Don Minzoni 14
“Visita guidata alla collezione permanente MAMbo”
Una visita guidata alla collezione permanente per avvicinarsi alla storia dell’arte italiana, dalla metà degli anni Cinquanta a oggi, attraverso l’attività dell’ex Galleria d’Arte Moderna di Bologna e le successive acquisizioni del MAMbo.
Prenotazione obbligatoria allo 051 6496627 (martedì e giovedì dalle 9 alle 17) oppure mamboedu@comune.bologna.it.
Ingresso: € 4,00 + biglietto museo (€ 6,00 intero / € 4,00 ridotto). Per i possessori della Card Musei Metropolitani Bologna € 3,00 (ingresso museo gratuito)
martedì 26 giugno
ore 17: Collezioni Comunali d’Arte, Palazzo d’Accursio – Piazza Maggiore 6
“Creti, Canova, Hayez. La nascita del gusto moderno tra ‘700 e ‘800 nelle Collezioni Comunali d’Arte”
Visita guidata alla mostra con Paolo Cova, RTI Senza Titolo s.r.l. e ASTER s.r.l.
Ingresso: biglietto museo (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto)
ore 19 (replica ore 21): Museo della Musica – Strada Maggiore 34
Nell’ambito di Soqquadro Italiano Days in Bologna e di Bologna Estate
“Y-Insieme”
Concerto sul pianoforte storico Camille Pleyel 1844 in occasione del 150° anniversario della morte di Gioachino Rossini. Con Cosmo Nocenzi, pianoforte.
“Y-Insieme” nasce per esplorare i vari aspetti del mondo femminile con cui l’uomo entra in contatto. Ogni brano racconta un aspetto peculiare di questo rapporto: Laura, la madre e la radice, Sofia la purezza e la spiritualità, Giorgia gli opposti ed il contrasto, Aleida la fragilità e la paternità, Ambra l’amore e la complementarietà.
Cosmo Nocenzi è considerato tra i pianisti più interessanti ed eclettici nell’odierno panorama musicale. Nasce a Genzano di Roma e si diploma in Pianoforte vecchio ordinamento con il massimo dei voti, lode e menzione speciale.
Nel 2012 viene insignito del premio Mancini e del premio Regione Lazio come miglior diploma in pianoforte dell’anno 2010/2011 e nel 2014 ottiene la laurea specialistica in Pianoforte – musica dal ‘900 ad oggi con il massimo dei voti. Attualmente svolge un’intensa attività concertistica sia in qualità di solista, proponendo sue composizioni originali, che in diversi ensemble, interpretando le musiche di Shostakovic, Beethoven, Schubert ed altri. Dal 2017 entra a far parte dell’ensemble Soqquadro Italiano partecipando come solista al progetto Schubert-Nobody’s room.
È possibile prenotare il biglietto (con pagamento il giorno dell’evento) sul sito www.museibologna.it/musica.
Ingresso: € 10,00 intero / € 8,00 ridotto (minori di 18 anni, studenti universitari con tesserino e possessori di Card Musei Metropolitani Bologna)
mercoledì 27 giugno
ore 18: Museo Archeologico – via dell’Archiginnasio 2
Nell’ambito di Bologna Estate
“Ritratti di famiglia allargata. Incontri e narrazioni in mostra”
In occasione della mostra “RITRATTI DI FAMIGLIA. Personaggi, oggetti, storie del Museo Civico fra Bologna, l’Italia, l’Europa”, visitabile fino al 19 agosto 2018, il museo propone un calendario di incontri insoliti che permettono di guardare all’archeologia da un diverso punto di vista.
16 incontri a due voci di 45 minuti, dall’11 aprile al 1 agosto, tutti i mercoledì non festivi alle ore 18.
Mercoledì 27 giugno incontro con Giacomo Nerozzi, coordinatore scientifico Biblioteca Universitaria di Bologna, sul tema “Una biblioteca per la città e per l’Università: da Marsili al ventunesimo secolo”.
Ingresso: biglietto museo ridotto (€ 3,00) + € 4,00 per la visita guidata fino a esaurimento posti. Per i possessori della Card Musei Metropolitani Bologna € 3,00 per la visita guidata (ingresso museo gratuito)
ore 20.30: Piazza Nettuno / Museo Davia Bargellini – Strada Maggiore 44
Nell’ambito della rassegna C’era una volta… e di Bologna Estate
“C’era una volta… Cardinal Davia”
La rassegna “C’era una volta…” propone tre percorsi artistico-culturali.
Partendo da Piazza del Nettuno una promenade accompagnata da alcuni figuranti in costume storico dell’Associazione Culturale 8cento. A metà percorso il gruppo incontrerà il personaggio storico protagonista della serata che condurrà i partecipanti sul luogo dell’evento dove sono previsti spettacolo e visita guidata.
Programma della serata:
– ore 20.30: partenza da Piazza del Nettuno con la guida Ilaria Negretti
– ore 20.45: incontro con il Cardinal Davia sotto le Due Torri
– ore 21.15: ingresso al Museo Davia Bargellini
– ore 21.30: spettacolo, visita guidata e conclusione intorno alle ore 22.30
Ingresso: gratuito
ore 20.30: Cimitero della Certosa – via della Certosa 18
Nell’ambito della rassegna Certosa di Bologna. Calendario estivo e di Bologna Estate
“Il teschio e la farfalla – simboli arcani e misteriosi della Certosa”
Nulla è lasciato al caso in Certosa: anche la più piccola foglia ha un suo preciso significato. Una passeggiata tra serpenti attorcigliati, grifoni, clessidre e sfingi. A cura di Associazione Culturale Didasco.
Prenotazione obbligatoria al 348 1431230 (pomeriggio-sera).
Ritrovo presso l’ingresso principale della Certosa (cortile Chiesa).
Iniziativa rivolta ai soci dell’Associazione Culturale Didasco, con possibilità di associarsi al momento della visita. Quota associativa € 10,00 (prima visita in regalo).
Tutti i possessori della Card Musei Metropolitani Bologna riceveranno un omaggio all’ingresso.
Ingresso: € 10,00 (per ogni ingresso pagante due euro saranno devoluti per la valorizzazione della Certosa)
giovedì 28 giugno
ore 17.30: Museo Medievale – via Manzoni 4
“Ospiti tedeschi. Goldschmiede und Bildhauer”
Visita guidata alla mostra a cura di Paolo Cova, RTI Senza Titolo e ASTER S.r.l.
Da diversi anni i Musei Civici d’Arte Antica propongono l’iniziativa “Ospiti”, in occasione della quale vengono mostrate temporaneamente al pubblico opere frutto di scambi attivati in occasione dell’esposizione di opere delle proprie collezioni presso altri musei italiani e stranieri.
In questa occasione si tratta di oggetti che provengono da due musei tedeschi: un prezioso reliquiario a busto del capo di san Paolo dal Museo della Cattedrale di Münster e una scultura in legno rinascimentale raffigurante il “Cristo Salvatore” dal Maximilianmuseum di Ausburg.
Ingresso: biglietto museo (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto)
ore 19-21: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – via Don Minzoni 14
“Proiezione del video “Rosanna Chiessi, L’ULTIMA INTERVISTA, dagli esordi a Shimamoto”
Mentre nella Project Room del MAMbo è in corso, fino al 16 settembre, la mostra “Rosanna Chiessi. Pari&Dispari”, nella sala conferenze del museo viene proiettata un’intervista inedita rilasciata da Rosanna Chiessi nel gennaio del 2016, due mesi prima della sua scomparsa, dal titolo “Rosanna Chiessi, L’ULTIMA INTERVISTA, dagli esordi a Shimamoto” di Kerstin Petrick ed Enrico Magnani.
Ingresso: gratuito
ore 19.30: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – via Don Minzoni 14
Nell’ambito della rassegna I favolosi ’80 e di Bologna Estate
“Incontro con Giuseppe De Mattia”
10 opere, 10 artisti, 10 anni: quarantacinque minuti per raccontare un’opera della mostra “That’s IT!”.
Dieci incontri coinvolgenti per rivivere l’atmosfera dei favolosi anni ’80.
Ogni appuntamento è dedicato ad un artista presente in mostra il cui anno di nascita diventa un pretesto per per ripercorrere o conoscere gli accadimenti, le immagini, i protagonisti, le mode, le HIT del periodo. Chi c’era se lo ricorderà, chi non c’era… lo scoprirà.
Per ragazzi dai 12 anni in su e adulti. A cura del Dipartimento educativo MAMbo.
Info e prenotazioni: tel. 051 6496627 (martedì e giovedì, h 9-17) oppure 051 6496611 (sabato e domenica, h 11.30-17) oppure mamboedu@comune.bologna.it.
Ingresso: € 4,00 per visita a persona + ingresso mostra ridotto € 4,00 (adulti). Per i possessori della Card Musei Metropolitani Bologna ingresso mostra € 3,00
ore 21: Cimitero della Certosa – via della Certosa 18
Nell’ambito della rassegna Certosa di Bologna. Calendario estivo e di Bologna Estate
“Silenzio: parlano le pietre”
Il 28 giugno 1914 a Sarajevo veniva ucciso l’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo d’Este e iniziava un nuovo, triste capitolo della storia mondiale. Ricordiamo quella giornata e ciò che comportò per Bologna e per il mondo intero attraverso le “pietre” che furono dedicate ai figli, ai soldati, ai mariti.
A cura di G.A.I.A. Eventi.
Prenotazione obbligatoria allo 051 9911923 (lunedì-venerdì, ore 10-13) oppure info@guidegaiabologna.it.
Ritrovo presso l’ingresso principale della Certosa (cortile Chiesa).
Tutti i possessori della Card Musei Metropolitani Bologna riceveranno un omaggio all’ingresso.
Ingresso: € 12,00 (per ogni ingresso pagante due euro saranno devoluti per la valorizzazione della Certosa)
MOSTRE
Museo del Tessuto e della Tappezzeria “Vittorio Zironi” – via di Casaglia 3
“Riverberi”
23 giugno-22 luglio 2018
Il progetto “Riverberi”, a cura di Vanna Romualdi, che vede la collaborazione dell’Accademia di Belle Arti di Bologna e dei Musei Civici d’Arte Antica, è il primo momento espositivo di un ciclo di interventi dedicati al patrimonio che vede coinvolti studenti del Biennio di Decorazione per l’architettura ed ex studenti dell’Accademia.
In occasione di Opentour 2018, in assonanza con l’intervento di Yanxi Zhou negli Spazi espositivi sotterranei dell’Accademia, l’intervento cromatico di Valentina Fanton sulle persiane della facciata nord di Villa Spada dialoga con l’installazione sonora nel sistema di filodiffusione del museo di Laura Giovannardi e Simona Paladino.
Nel progetto le diverse pratiche d’intervento si innestano nel luogo come indizi di un patrimonio urbano che conferma nella città la presenza di una struttura comunitaria in movimento. In un processo di riappropriazione che vede gli spazi inglobati in differenti forme di appaesamento, gli interventi mettono in connessione nuovi segni e memorie preesistenti, tracce visive e sonore, personali e collettive. Come un organismo vivente l’architettura riverbera colori, suoni, parole.
Riverberi è parte del progetto culturale “Patrimonio, risorse per lo spazio pubblico, strumenti per la ricerca artistica contemporanea” al quale hanno collaborato Giancarlo Benevolo, Maria Rita Bentini, Manuela Farinelli, Marina Gasparini, Paola Goretti, Gabriele Lamberti, Claudia Losi, Eva Marisaldi, Francesca Pasini, Renata Pompas, Fabiano Petricone, Mili Romano, Uliana Zanetti.
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – via Don Minzoni 14
“That’s IT! Sull’ultima generazione di artisti in Italia e a un metro e ottanta dal confine”
22 giugno-11 novembre 2018
Il MAMbo apre la programmazione espositiva del suo spazio principale – la Sala delle Ciminiere – sotto la direzione artistica di Lorenzo Balbi, con “That’s IT! Sull’ultima generazione di artisti in Italia e a un metro e ottanta dal confine”, una mostra che presenta i lavori di 56 tra artisti e collettivi nati dal 1980 in avanti, esplorando differenti media e linguaggi.
L’esposizione, dal taglio dichiaratamente generazionale, indaga gli sviluppi più recenti dell’arte nel nostro Paese, coerentemente con un preciso posizionamento nel panorama italiano e internazionale che il MAMbo ha scelto di darsi, individuando per ognuno dei suoi spazi espositivi una chiara identità scientifica. In questo contesto, il museo conferma e sviluppa una vocazione che lo ha reso storicamente punto di riferimento e privilegia, per le mostre nella Sala delle Ciminiere, la ricerca sulle nuove generazioni, sui media sperimentali e su nomi emergenti mai presentati in Italia. Una particolare attenzione è inoltre rivolta alla produzione di nuove opere, anche nell’ottica dell’accrescimento della collezione permanente: numerosi lavori in mostra saranno infatti realizzati per l’occasione.
“That’s IT!” (IT come codice dell’Unione Europea che individua la sigla dell’Italia) non si sviluppa, volutamente, intorno a un concept unitario e monolitico, ma propone interrogativi e possibili letture della contemporaneità in una prospettiva aperta, dialettica e magmatica. Ha ancora senso oggi definire un artista “italiano”? Cosa contribuisce a determinare la definizione di “italianità”? Tale definizione ha delle conseguenze sull’autorappresentazione dell’artista? Dove e come poniamo il confine geografico e generazionale?
Nella mostra si possono rintracciare alcuni possibili indizi. Sono inclusi artisti nati in Italia che lavorano in Italia; nati in Italia che lavorano all’estero; nati in Italia che lavorano sia in Italia che all’estero; nati all’estero che lavorano in Italia; nati all’estero che lavorano all’estero ma che hanno studiato in Italia.
L’unico limite che si è scelto di stabilire e mantenere rigidamente è quello dell’età anagrafica, per dare spazio e visibilità a chi sulla scena artistica si è affacciato più di recente: nessuno dei protagonisti dell’esposizione infatti è nato prima del 1980.
La mostra tratteggia una panoramica della generazione Millennials, la prima a sperimentare un continuo adattamento all’evolversi frenetico delle tecnologie, l’iperconnessione costante e, sul piano sociale, una crescente precarizzazione del mondo del lavoro in un contesto di crisi economica. Una generazione che ha abbandonato le certezze e le ideologie delle precedenti per adottare modalità espressive che stimolano a interrogarsi sul presente, a investigare la contemporaneità più che a fornire delle risposte.
“Rosanna Chiessi. Pari&Dispari”, fino al 16 settembre 2018
Il MAMbo prosegue nella programmazione espositiva dello spazio Project Room, dedicato a una ricognizione di protagonisti e vicende tra le più significative per la storia artistica del territorio, presentando un focus dedicato a Rosanna Chiessi, a cura di Lorenzo Balbi e organizzato in collaborazione con l’Archivio Storico Pari&Dispari – Rosanna Chiessi e Comune di Reggio Emilia Biblioteca Panizzi.
L’esposizione intende omaggiare, con rinnovata attenzione, una straordinaria protagonista dell’arte italiana ed internazionale, al cui nome si deve un impegno fondamentale per la conoscenza e la diffusione di alcune delle avanguardie più influenti del secondo Novecento: area concettuale italiana, poesia visiva, Azionismo Viennese, movimenti Fluxus e Gutai, arte performativa. Il progetto consente dunque di riscoprirne l’intensa avventura – per la prima volta in un contesto museale dopo la sua scomparsa avvenuta nel 2016 – attraverso alcune delle testimonianze più rilevanti della sua attività che, negli anni Settanta, ha trasformato Reggio Emilia e Cavriago in crocevia di correnti artistiche di eccezionale rilievo.
Nel suo restare sempre fedele alla dimensione di un’arte prodotta per ricerca e non per redditività di mercato, il profilo di Rosanna Chiessi si sottrae a tentativi di connotazione univoca per la vitale molteplicità di ruoli attraversati in quarant’anni di passione per l’arte contemporanea: gallerista, editrice, promotrice e animatrice pionieristica di eventi divenuti epocali, collezionista, mecenate e scopritrice di talenti.
La mostra allestita al MAMbo è concepita come un ritratto biografico che prende forma dall’accostamento di materiali compositi e posti in dialogo fra loro per associazione, a raccontare le poetiche e i principali eventi da lei sostenuti e promossi. Si trovano così opere realizzate dagli artisti con cui Chiessi strinse i legami di amicizia e intesa più profondi, molte delle quali a lei dedicate fin nel titolo, come nel caso del ritratto di Anne Tardos “Sunset for Rosanna” con cui si apre il percorso espositivo; oggetti simbolo, come il grande tavolo di lavoro che campeggiava nella sua casa-studio di Cavriago e la doppia chiave ideata come logo di Pari&Dispari; reperti iconici di artisti carismatici come il giubbotto firmato di Joseph Beuys e un paio di scarpe di Shozo Shimamoto.
E ancora fotografie, multipli, edizioni numerate e libri d’artista, provenienti da collezioni private e dal corpus documentale conservato dall’Archivio Storico Pari&Dispari – Rosanna Chiessi, che ne ha raccolto e sistematizzato l’eredità. Una costellazione di pezzi ancora oggi in grado di trasmettere le energie di un’eccezionale stagione di libertà in cui le forme del fare cultura furono rivoluzionate da una creatività dirompente.
Museo Medievale – via Manzoni 4
“Ospiti tedeschi. Goldschmiede und Bildhauer”, fino al 30 settembre 2018
Dal 1996 i Musei Civici d’Arte Antica di Bologna promuovono il ciclo di iniziative “Ospiti”, in cui vengono esposte temporaneamente opere che possono suscitare interesse da parte del pubblico per la singolarità della loro storia o di ciò che raffigurano, ma anche per la loro rarità, o per la ricerca di una loro corretta attribuzione o per un particolare legame con il patrimonio artistico o la storia dell’arte della città e del suo territorio. Spesso tali prestiti si configurano come veri e propri scambi, attivati in occasione di esposizioni presso altri istituti italiani e internazionali. Infatti l’importanza dell’opera prestata rende necessaria una sua momentanea sostituzione, permettendo così di ricevere ed esporre per un periodo di tempo limitato degli illustri “ospiti”, posti in dialogo con il patrimonio conservato nei Musei Civici d’Arte Antica.
Nel contesto di questa attività di valorizzazione e di collaborazione culturale e scientifica con istituzioni museali internazionali, la mostra “Ospiti tedeschi. Goldschmiede und Bildhauer” presenta due oggetti di elevatissimo pregio che provengono da musei tedeschi: un prezioso busto reliquiario del capo di San Paolo del XV secolo dal Museo della Cattedrale di Münster e una scultura rinascimentale in legno raffigurante il Cristo Salvatore, opera di Gregor Erhart, dal Maximilianmuseum di Augusta (Augsburg).
Museo del Risorgimento – Piazza Carducci 5
“Un Cimitero che si può chiamare Museo. Opere e artisti della Certosa di Bologna”, fino al 15 luglio 2018
La mostra vuole porsi come spunto di riflessione sulla ricchezza del patrimonio conservato nelle sale e nei chiostri della Certosa, sul numero impressionante di artisti che vi operarono e su come nasceva un’opera da un primo segno grafico fino all’esecuzione come affresco o scultura in stucco, marmo e bronzo.
La Certosa di Bologna fu meta per tutto l’Ottocento del turismo internazionale. Tra le personalità che ne ammirarono grandiosità e bellezza vi fu lo statista e storico russo Alexander Turgenev (1784-1846), che confrontò il cimitero con il Camposanto di Pisa, definendo ambedue “musei”.
In mostra sono presenti una quarantina di opere oltre a una selezione di oggetti e documenti donati al Museo civico del Risorgimento dal 2009 ad oggi, insieme a un consistente nucleo di lavori inediti provenienti da due collezioni private. L’ultima donazione in ordine di tempo si deve alla Ditta Imbellone di Bologna, che ha consegnato il bozzetto del monumento Degli Esposti (1913 ca.) di Armando Minguzzi, mentre nella sezione dedicata ai documenti spicca una selezione dell’imponente fondo della ditta di marmisti Davide Venturi & Figlio, donata nel 2009 dagli eredi al museo.
Tra gli architetti, scultori e pittori che hanno segnato il volto del cimitero si possono ammirare opere di Arrigo Armieri, Enrico Barberi, Alfonso Borghesani, Giacomo De Maria, Roberto Franzoni, Ercole Gasparini, Tullo Golfarelli, Luciano Minguzzi, Silverio Montaguti, Giovanni Putti, Pasquale Rizzoli, Giacomo Savini, Cesarino Vincenzi. Da segnalare come unica presenza non attiva in Certosa quella di Umberto Tirelli, scelto con una delle sue tipiche sculture umoristiche poiché dedicata a Ercole Drei che, diversamente, ha eseguito grandi opere monumentali collocate nei Chiostri VI, X e del 1500.
Arricchisce l’esposizione una mostra fotografica realizzata dal gruppo Arti Visive dell’Associazione Amici della Certosa (Lorena Barchetti, Alessandro Chalambalakis, Nadia Carboni, Antonella Di Tillo, Miriam Girard, Sonia Meotti, Feliciano Musolesi, Paolo Vegetti), che dal 2009 si occupa di promuovere il sito monumentale come bene culturale di primaria importanza per la città di Bologna, collaborando con il Comune di Bologna e il Museo civico del Risorgimento e raccogliendo attivamente fondi per la realizzazione di progetti di tutela, restauro e manutenzione costante del luogo.
Museo del Patrimonio Industriale – via della Beverara 123
“Il Canale Emiliano Romagnolo nello sguardo di Enrico Pasquali”, fino al 25 novembre 2018
La promessa di regalare al visitatore suggestioni uniche e originali del nostro territorio – racchiuse già nel titolo della mostra per immagini “Il Canale Emiliano Romagnolo nello sguardo di Enrico Pasquali” – viene ampiamente mantenuta nel collage di emozioni in bianco e nero che il Consorzio per il Canale Emiliano Romagnolo (CER) ha ideato ed organizzato con la collaborazione di numerosi partner per valorizzare non solo una delle opere idrauliche più importanti del paese, ma per celebrare l’attività dell’uomo laborioso.
L’esposizione consegna al nostro presente la rilevanza del Canale per le economie agroalimentari di parte dell’Emilia e di gran parte della Romagna. Al contempo essa ci fa compiere un salto all’indietro, in un universo composito fatto di essenzialità, cruda, reale, quasi documentaristica, rappresentato dal maestro di neorealismo di Castel Guelfo, nato in quella fetta di terra bagnata dal Sillaro spesso indicata come spartiacque di confine tra l’Emilia e la Romagna, che ha iniziato il “mestiere” di fotografo a Medicina.
In mostra viene esposta una scelta significativa dei lavori di Enrico Pasquali degli anni ’50-’60 e un video con una ricca serie di testimonianze orali e interviste a lavoratori, tecnici, progettisti e dirigenti, protagonisti dell’avviamento dei lavori del Canale Emiliano Romagnolo, recentemente realizzate da Sonia Lenzi, con la regia di Enza Negroni.
“Moto Bolognesi C.M. Trent’anni memorabili 1929-1959”, fino al 14 ottobre 2018
L’esposizione è incentrata sul periodo d’oro per Bologna nel settore produttivo motociclistico: nei decenni 1920-’50 il territorio bolognese è infatti un centro di importanza nazionale in quest’ambito, grazie a una concentrazione senza eguali di piccole e medie aziende produttrici di moto finite (oltre 70 attive con alterne fortune in quegli anni) e un numero ancora maggiore in grado di fornire tutto ciò che serve per assemblare qualsiasi motociclo.
In quegli stessi anni si situa l’avventurosa storia della C.M, non dissimile da quella di molte aziende bolognesi.
La mostra presenta 15 motociclette degli anni 1930-’50, tra i più importanti modelli realizzati dalla C.M e tra i più significativi esemplari presenti nelle collezioni di Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Un ricco apparato di immagini fotografiche e di cataloghi, in gran parte inedito, è visibile in tre proiezioni su schermo e a video.
Museo della Musica – Strada Maggiore 34
“Quando la musica si mostra. Una nota al museo”, fino al 24 giugno 2018
La mostra, curata da Olivia Spatola e organizzato in collaborazione con la galleria Fabbrica Eos di Milano, Musiche Metropolitane e Vittorio Corbisiero Management, presenta alcune opere di Francesco Tricarico.
Il mondo visionario di Tricarico trova espressione in un intreccio complementare tra forme artistiche differenti: composizione musicale, scrittura e arte visiva. Per questa sua attitudine, il Museo della Musica appare come un luogo naturale in cui mettere in scena le sue opere.
L’intento della mostra è infatti quello di far dialogare l’arte con la musica all’interno di uno stesso spazio che è al contempo sia fisico che metaforico: il concetto della musica in quanto segno espresso – scritto, di contenitore di significanti e di significati che suonano anche quando gli strumenti non sono sfiorati dalle dita del musicista.
I lavori selezionati sono sette come il numero delle note musicali e le sale del museo in cui il percorso artistico si dispiega. Ed è così che le stanze abbandonano temporaneamente la loro consueta numerazione per diventare contrassegnate – attraverso i dipinti dell’artista – dai nomi delle note musicali: la “Stanza del Do”, la “Stanza del Re”, la “Stanza del Mi”, la “Stanza del Fa”, la “Stanza del Sol”, la “Stanza del La” e la “Stanza del Si”. Ma non solo.
In questo caso, il segno – ovvero la relazione tra significante e significato – rappresentato dalla denominazione delle stanze, diventa anche simbolo: vale a dire una realtà altra, che va oltre e da ricomporre; l’espressione dell’inconscio collettivo da cui emergono processi di trasformazione tra ciò che è noto e ciò che non lo è, coinvolgendo lo spettatore.
La “Stanza del Do” dunque – in questo gioco fra segno e simbolo – non è soltanto la sala in cui Tricarico omaggia la prima nota musicale, ma anche del Do-minus; la “Stanza del Re” del Re-gnare; la “Stanza del Mi” del Mi-stero; la “Stanza del Fa” del Fa-re; la “Stanza del Sol” del Sol-o; la “Stanza del La” del La-voro e la “Stanza del Si” del Si-lenzio, che chiude concretamente e allegoricamente la mostra.
Casa Morandi – via Fondazza 36
“Giancarlo Fabbi. Il silenzio della pittura”, fino al 2 settembre 2018
Leggere il lavoro di Giorgio Morandi attraverso pochi semplici oggetti, un pennello, un bulino, un tubetto di colore: è quanto si propone Giancarlo Fabbi, autore dei dieci scatti fotografici che vengono esposti a Casa Morandi, con la curatela di Massimo Recalcati.
Giancarlo Fabbi, modenese di nascita, inizia sin da giovane a utilizzare la fotografia da autodidatta, all’inizio per passione e poi sempre più per necessità, facendone una vera e propria ragione di vita.
A partire dal 2014 il suo obiettivo si è concentrato su alcuni oggetti appartenuti a Giorgio Morandi, esposti in mostra insieme alle fotografie, che ha accostato per creare delle personali nature morte.
Fabbi evita volutamente di utilizzare le componenti più celebri delle composizioni morandiane come le bottiglie, le conchiglie, i fiori per offrire una visione asciutta ed essenziale degli elementi primari e più umili riferibili alla pittura e all’incisione.
La sua indagine fotografica, nella serie in mostra, viene condotta eccezionalmente a colori e in digitale, contrariamente agli altri suoi progetti tutti rigorosamente in bianco e nero, per i quali si avvale sempre dell’utilizzo dell’analogico e della luce naturale «per dare realtà a quello che si fa», come lui stesso dichiara.
La serie di dieci fotografie vuole incoraggiare una meta-riflessione su alcuni aspetti fondamentali della pittura di Morandi: composizione e ricomposizione geometrica, insistenza su pochi temi, silenzio, solitudine, assenza di retorica e di qualsiasi narrazione.
La scelta del colore dello sfondo che fa da quinta alle composizioni di Fabbi, un bianco luminoso da cui emergono gli oggetti nella loro fisicità come forme che si allineano, si intersecano o campeggiano al centro della foto in un voluto isolamento estetico, mette in risalto l’atteggiamento con cui il fotografo modenese intende la pratica artistica: esperienza sulla luce e sull’ombra, ricerca quasi mistica dell’essenziale, riduzione estrema delle immagini, intese come frammenti di realtà capaci di custodire momenti di eterna poesia, proprio come la pittura di Morandi.
A conclusione dell’esposizione le dieci opere, grazie alla generosità dell’artista, saranno donate all’Istituzione Bologna Musei ed entreranno a far parte del patrimonio del Museo Morandi.
Collezioni Comunali d’Arte, Palazzo d’Accursio – Piazza Maggiore 6
“Creti, Canova, Hayez. La nascita del gusto moderno tra ‘700 e ‘800 nelle Collezioni Comunali d’Arte”, fino al 15 luglio 2018
Con la mostra “Creti, Canova, Hayez. La nascita del gusto moderno tra ‘700 e ‘800 nelle Collezioni Comunali d’Arte”, il museo presenta un percorso di visita ridefinito in concomitanza con gli interventi di ripristino di una parte della copertura di Palazzo d’Accursio.
Organizzata dai Musei Civici d’Arte Antica con la curatela di Silvia Battistini e Massimo Medica, l’esposizione consente di ammirare oltre 150 opere ordinate secondo numerosi accostamenti inediti, anche grazie alla presentazione di alcuni lavori solitamente conservati in deposito – è il caso dei pastelli e dei dipinti di Angelo Crescimbeni, Sebastiano Gamma e Coriolano Vighi – e di prestiti provenienti da altri musei civici come il Museo Civico Archeologico, il Museo Civico Medievale e il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna.
La mostra si sofferma sulla ripresa ricorsiva di modelli delle epoche precedenti da parte degli artisti che operarono durante il XVIII e il XIX secolo, mettendo a confronto stili e iconografie di importanti autori non solo bolognesi. La sintesi che ne nacque gettò le fondamenta del gusto contemporaneo, creando i presupposti teorici ed estetici anche per le avanguardie del primo Novecento.
A fronte della chiusura di sette sale in questa fase di cantierizzazione – la Galleria Vidoniana, le sale 8, 9 e 10 della Pinacoteca, la sala 11 nell’ala Rusconi, le sale 19 e 20 dedicate a Pelagio Palagi – il percorso espositivo della mostra si snoda attraverso la magnifica sala 17 (nota come Sala Urbana), le sale 14-16 (ala Rusconi),18 e 23-25.
Museo Archeologico – via dell’Archiginnasio 2
“Ritratti di famiglia. Personaggi, oggetti, storie del Museo Civico fra Bologna, l’Italia e l’Europa”, fino al 19 agosto 2018
È un racconto corale quello composto da “Ritratti di famiglia”: non una contemplazione del passato alla ricerca delle proprie radici ma piuttosto un’espressione viva e attuale dell’identità del museo e della natura complessa del patrimonio storico conservato.
Lungo un’ideale linea cronologica che va dal 1522, anno di nascita del naturalista e filosofo Ulisse Aldrovandi, uno dei massimi rappresentanti del collezionismo di indirizzo naturalistico enciclopedico, al 1944, anno di morte di Pericle Ducati, direttore del museo che compì fondamentali ricerche sulla civiltà etrusca, sono disposti oltre 350 oggetti di differente tipologia, selezionati per il grande valore storico e il legame con le principali figure che hanno contribuito alla formazione e allo studio dei nuclei collezionistici del museo, uno dei più prestigiosi in ambito europeo.
Diciotto sono i personaggi convocati in questa ideale galleria del tempo, dei veri e propri “ritratti di famiglia”, a cui si affiancano le vicende degli oggetti archeologici, della costituzione e ordinamento delle raccolte del museo, della storia di Bologna e dei suoi istituti culturali. Conducendo il visitatore lungo il percorso di sviluppo del modo di guardare all’antico, dal Seicento fino alla nascita della scienza archeologica e delle moderne strutture di valorizzazione e di tutela nel Novecento, si scopre che una narrazione apparentemente settoriale permette inaspettate aperture verso le vicende storico-politiche, culturali, sociali. Un racconto a più voci che proietta la città in un panorama italiano ed europeo già a partire dal XVI secolo.
Diciotto sono anche le sezioni della mostra: una per ciascuno dei personaggi rievocati, le cui fattezze sono tratteggiate dalla matita e dall’ingegno di Elena Maria Canè, restauratrice del museo, in ritratti riprodotti su grandi pannelli scenografici che scandiscono il percorso espositivo.
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L’Istituzione Bologna Musei racconta, attraverso le sue collezioni, l’intera storia dell’area metropolitana bolognese, dai primi insediamenti preistorici fino alle dinamiche artistiche, economiche, scientifiche e produttive della società contemporanea.
Un unico percorso diffuso sul territorio, articolato per aree tematiche.
Archeologia, storia, storia dell’arte, musica, patrimonio industriale e cultura tecnica sono i grandi temi che è possibile affrontare, anche attraverso percorsi trasversali alle varie sedi.
Fanno parte dell’Istituzione Bologna Musei: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Museo Morandi, Casa Morandi, Villa delle Rose, Museo per la Memoria di Ustica, Museo Civico Archeologico, Museo Civico Medievale, Collezioni Comunali d’Arte, Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini, Museo del Patrimonio Industriale, Museo e Biblioteca del Risorgimento, Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna, Museo del Tessuto e della Tappezzeria “Vittorio Zironi”.
Info: www.museibologna.it.
La Card Musei Metropolitani di Bologna è il servizio attivato in occasione del IX centenario del Comune di Bologna per ampliare l’accessibilità al patrimonio storico artistico della città: un abbonamento che offre accesso illimitato alle collezioni permanenti e ingresso a prezzo ridotto alle mostre temporanee di tanti musei della città e dell’area metropolitana. Vale 12 mesi e costa 25 euro: tutte le informazioni sono disponibili sul sito cardmuseibologna.it.