Conosciuta in tutto il mondo, la cucina bolognese è troppo frequentemente snaturata dai media e da contraffazioni industriali…
Per tutelare e valorizzare nel mondo questo patrimonio così ricco e unico, per i contenuti che esprime direttamente, per i rapporti stretti che presenta con la storia del territorio, con il tessuto sociale, culturale e imprenditoriale e per il valore del settore agroalimentare sul quale si regge, la Città metropolitana di Bologna ha deciso di sostenerne il riconoscimento di “Cultura gastronomica bolognese” presso l’UNESCO. L’organismo internazionale ha recentemente concesso un titolo analogo alla Dieta mediterranea e all’Arte dei pizzaioli napoletani.
La proposta è stata lanciata in occasione della presentazione del libro di Napoleone Neri “A tavola con il Dottor Balanzone”, che si è tenuta a palazzo Malvezzi mercoledì 13 giugno.
La Città metropolitana intende adottare un progetto per preservare e valorizzare la propria cultura gastronomica nel mondo. Iniziativa che si collega integralmente con l’evoluzione di Bologna metropolitana quale “City of food”. In questo senso il progetto punta a coinvolgere tutta la città e il territorio: Camera di Commercio, Università, Organizzazioni economiche, professioni, scuola e tanto altro ancora. “
“Iniziamo un percorso – ha sottolineato Giuseppe De Biasi capo di Gabinetto della Città metropolitana – che prova a ricostruire la solidità di una candidatura che il mondo ci riconosce, una candidatura possibile che parte come primo passo da un orientamento della Città metropolitana. Ci sarà un lavoro lungo da fare ma è un modo di raccogliere tutti gli esperti e gli stakeholders per dare spessore possibile a questa candidatura e possibilità di successo.”
“L’UNESCO – ha evidenziato Andrea Segrè presidente Fondazione FICO e presidente CAAB – può essere una occasione per codificare qualcosa che c’è già. Finché non ho letto il libro di Napoleone Neri non mi sono reso conto di quanto la cultura gastronomica bolognese, intesa nel senso metropolitano, fosse un patrimonio culturale così importante che rientra perfettamente nella piramide alimentare mediterranea, che si declina negli alimenti locali. Abbiamo provato a fare una analisi preliminare per giustificare questa idea e guardando la compilazione della domanda di candidatura ci sono tutte le caratteristiche che già ci porterebbero in quella direzione dal punto di vista agricolo, delle produzioni, storico, delle identità, della cultura, dell’arte e della musica. È incredibile quello che è venuto fuori, il percorso può essere attivato e ci sono tutte le caratteristiche per realizzarlo.”