Ogni settimana i Musei Civici di Bologna propongono un ricco calendario di appuntamenti, per svelare le loro collezioni e raccontare aspetti ed episodi inediti e curiosi della storia della città, anche attraverso punti di vista differenti e insoliti accostamenti fra le diverse collezioni…
Conferenze, laboratori, concerti, visite guidate, visite in lingua sono i principali “strumenti” di questo racconto, che si dispiega lungo millenni di storia, dai primi utensili in pietra di uomini vissuti 800.000 anni fa ai prodotti dell’attuale distretto industriale, dalla pittura alle varie forme dell’arte moderna e contemporanea, dalla musica alle grandi epopee politiche e civili.
Di seguito gli appuntamenti in programma da venerdì 8 a giovedì 14 giugno.
Si informa che martedì 12 giugno le Collezioni Comunali d’Arte chiuderanno anticipatamente alle ore 16.45, per consentire le operazioni di predisposizione del concerto de Lo Stato Sociale che si svolgerà in Piazza Maggiore.
IN EVIDENZA
mercoledì 13 giugno
ore 21.45: Piazza Maggiore
Nell’ambito di Bologna Estate
“Una piazza e 3000 anni di storia”
Un racconto per immagini del legame tra Bologna e le sue ricchezze storico-artistiche che inizia dal luogo più frequentato e più sentito dai bolognesi, Piazza Maggiore.
In una speciale serata gli operatori dell’Istituzione Bologna Musei, con la collaborazione dell’Istituzione Biblioteche di Bologna | Biblioteca dell’Archiginnasio e della Fondazione Cineteca di Bologna, accompagnerà il pubblico in un ideale “viaggio al centro della piazza” ripercorrendo, anche attraverso le opere conservate nei musei e nelle biblioteche cittadine, la storia di personaggi e avvenimenti che hanno dato vita nei secoli all’identità odierna della città.
Ingresso gratuito.
PER I BAMBINI
“Estate al museo 2018. I campi estivi dell’Istituzione Bologna Musei”
Dall’11 giugno al 14 settembre i campi estivi dell’Istituzione Bologna Musei offrono a bambini e ragazzi un’opportunità unica di vivere un’esperienza a contatto con il ricco patrimonio culturale della nostra città.
Due i moduli, distinti per fasce d’età: “L’arte è un diritto naturale. Un’estate ‘a passo di lumaca’”, per bambini da 5 a 11 anni (11 giugno-14 settembre); “That’s Summer. Io sto con l’artista” per ragazzi da 11 a 16 anni (25-29 giugno e 3-7 settembre).
Il tema della settimana dall’11 al 15 giugno è “Tempo al tempo”.
L’estate è sinonimo di vacanze, di gioco e di relax ma può essere anche occasione di riflessione e, perché no, di pausa. Inauguriamo i campi estivi dell’Istituzione Bologna Musei con una settimana dedicata al grande tema del tempo, che verrà indagato da diversi punti di vista.
Il tempo dell’uomo e il tempo della natura sono messi a confronto per scoprire come poterci accordare al nostro tempo e starci bene dentro. Queste sono le tematiche che approfondiremo attraverso grandi storie e personaggi del ‘900 e visite speciali al Museo Civico Medievale e al Museo del Tessuto e della Tappezzeria “Vittorio Zironi”.
Per informazioni ed iscrizioni:
Dipartimento educativo MAMbo: tel. 051 6496628 (martedì e giovedì, dalle ore 10 alle ore 17) oppure mamboedu@comune.bologna.it.
GLI ALTRI APPUNTAMENTI
venerdì 8 giugno
ore 20.30: Cimitero della Certosa – via della Certosa 18
Nell’ambito della rassegna Certosa di Bologna. Calendario estivo e di Bologna Estate
“Così si gioca solo in paradiso. Il Pantheon rossoblu della Certosa”
Un nuovo percorso/rappresentazione itinerante all’interno della Certosa, per ricordare e rendere omaggio ai grandi campioni del Bologna F.C. e non solo. Da un’idea di Cristian Ventura e Stefano Dalloli, regia di Orfeo Orlando. Con la collaborazione di autorevoli figure del giornalismo sportivo bolognese.
A cura dell’Associazione Percorso della memoria rossoblu e del Centro Bologna Clubs.
Prenotazione obbligatoria al 335 6056615 oppure info@percorsodellamemoriarossoblu.it.
Ritrovo presso l’ingresso principale della Certosa (cortile Chiesa).
Ingresso: € 10,00 (per ogni ingresso pagante due euro saranno devoluti per la valorizzazione della Certosa)
domenica 10 giugno
ore 10-14: Museo del Patrimonio Industriale – via della Beverara 123 / Gelato Museum Carpigiani – via Emilia 45 (Anzola dell’Emilia)
Nell’ambito della rassegna Outdoor. Insieme fuori porta e di Bologna Estate
“Il freddo che piace: il gelato artigianale a Bologna”
Visita guidata tra Museo del Patrimonio Industriale e Gelato Museum Carpigiani.
Bologna vanta una lunghissima tradizione in campo culinario: numerose sono infatti le prelibatezze che le hanno valso l’appellativo di “grassa”. Dopo una visita al Museo del Patrimonio Industriale, dove, attraverso macchine, exhibit e pannelli, si racconterà la storia delle maggiori imprese alimentari bolognesi moderne, ci si sposterà al Gelato Museum Carpigiani, che documenta 14.000 anni di storia del Gelato Artigianale. A seguire un workshop con degustazione per imparare a trasformare la frutta fresca in un ottimo gelato, anche a casa!
Ritrovo alle ore 9.45 in Piazza Malpighi oppure alle ore 10 al Museo del Patrimonio Industriale (via della Beverara 123, Bologna).
Posti limitati, prenotazione obbligatoria su http://cityredbus.com/shop/.
Minimo 15 partecipanti.
Il percorso è attivato solo se sarà raggiunto il numero minimo di partecipanti.
La rassegna “Outdoor. Insieme fuori porta”, organizzata dall’Istituzione Bologna Musei, propone un programma di gite per mezza o una giornata fuori porta. Adulti bambini e ragazzi saranno coinvolti in percorsi tematici ed esperienziali che utilizzano i musei dell’Istituzione come punti di partenza per itinerari di esplorazione sul territorio, dalla città all’intera area metropolitana.
Ingresso a partecipante: € 25,00. Per i possessori della Card Musei Metropolitani Bologna € 22,00
ore 10.30-13 e 15-17.30: Museo della Musica – Strada Maggiore 34
Nell’ambito della rassegna Wunderkammer. Il museo delle meraviglie e di Bologna Estate
“Musica da vedere… di domenica”
Visite guidate “a domanda aperta” alle collezioni del museo con Giuseppe Ayroldi Sagarriga, Museo della Musica.
Mozart sbagliava i compiti? La tastiera perfetta è insuonabile? Wagner era bolognese? Nell’orchestra di Respighi c’era un giradischi?
Non lo sapete? Allora non potete perdere le speciali visite guidate domenicali “a rilascio prolungato” in cui lo staff del museo sarà a vostra disposizione per rispondere a queste domande e a tutte quelle che vi saltano in mente sulle collezioni esposte: un percorso guidato (ma non troppo) attraverso sei secoli di storia della musica parlando di libri, dipinti, strumenti a partire da Palazzo Sanguinetti, splendida sede del museo.
Ingresso: biglietto museo (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto)
ore 16: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – via Don Minzoni 14
“Visita guidata al Museo Morandi, la Collezione”
L’allestimento ripercorre le diverse fasi della vicenda artistica di Giorgio Morandi, proponendo anche accostamenti tra i suoi lavori e quelli di altri autori contemporanei. Il percorso, recentemente rinnovato, include anche una sezione specificamente dedicata all’Incisione.
Prenotazione obbligatoria allo 051 6496627 (martedì e giovedì, dalle 9 alle 17) oppure mamboedu@comune.bologna.it.
Ingresso: € 4,00 + biglietto museo (€ 6,00 intero / € 4,00 ridotto). Per i possessori della Card Musei Metropolitani Bologna € 3,00 per la visita guidata (ingresso museo gratuito)
ore 16.30: Museo Medievale – via Manzoni 4
“L’Allegoria del Sonno di Alessandro Algardi dalla Galleria Borghese di Roma”
Visita guidata alla mostra con Paolo Cova, RTI Senza Titolo s.r.l. e ASTER s.r.l.
Ingresso: biglietto museo (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto)
martedì 12 giugno
ore 17: Collezioni Comunali d’Arte, Palazzo d’Accursio – Piazza Maggiore 6
“Creti, Canova, Hayez. La nascita del gusto moderno tra ‘700 e ‘800 nelle Collezioni Comunali d’Arte”
Visita guidata alla mostra con Paolo Cova, RTI Senza Titolo s.r.l. e ASTER s.r.l.
Ingresso: biglietto museo (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto)
mercoledì 13 giugno
ore 18: Museo Archeologico – via dell’Archiginnasio 2
Nell’ambito di Bologna Estate
“Ritratti di famiglia allargata. Incontri e narrazioni in mostra”
In occasione della mostra “RITRATTI DI FAMIGLIA. Personaggi, oggetti, storie del Museo Civico fra Bologna, l’Italia, l’Europa”, visitabile fino al 19 agosto 2018, il museo propone un calendario di incontri insoliti che permettono di guardare all’archeologia da un diverso punto di vista.
16 incontri a due voci di 45 minuti, dall’11 aprile al 1 agosto, tutti i mercoledì non festivi alle ore 18.
Mercoledì 13 giugno incontro con Giuseppe Sassatelli, Professore Alma Mater Studiorum Università di Bologna, sul tema “Dal Conte al Professore: l’archeologia ottocentesca e la scoperta della Bologna etrusca”.
Ingresso: biglietto museo ridotto (€ 3,00) + € 4,00 per la visita guidata fino a esaurimento posti. Per i possessori della Card Musei Metropolitani Bologna € 3,00 per la visita guidata (ingresso museo gratuito)
ore 20.30: Cimitero della Certosa – via della Certosa 18
Nell’ambito della rassegna Certosa di Bologna. Calendario estivo e di Bologna Estate
“Certosa criminale: storie di delitti e passioni”
Un nuovo percorso – il terzo – interamente dedicato al lato oscuro della città. Omicidi efferati, scandali pubblici, esili politici, cronache di criminalità comune. Una passeggiata tra le silenziose sale della Certosa, tra statue di marmo e bronzo.
A cura di Associazione Culturale Didasco.
Prenotazione obbligatoria al 348 1431230 (pomeriggio-sera).
Ritrovo presso l’ingresso principale della Certosa (cortile Chiesa).
Iniziativa rivolta ai soci dell’Associazione Culturale Didasco, con possibilità di associarsi al momento della visita. Quota associativa € 10,00 (prima visita in regalo).
Ingresso: € 10,00 (per ogni ingresso pagante due euro saranno devoluti per la valorizzazione della Certosa)
giovedì 14 giugno
ore 17.30: Museo Medievale – via Manzoni 4
“Ospiti tedeschi. Goldschmiede und Bildhauer”
Visita guidata alla mostra a cura di Paolo Cova, RTI Senza Titolo e ASTER S.r.l.
Da diversi anni i Musei Civici d’Arte Antica propongono l’iniziativa “Ospiti”, in occasione della quale vengono mostrate temporaneamente al pubblico opere frutto di scambi attivati in occasione dell’esposizione di opere delle proprie collezioni presso altri musei italiani e stranieri.
In questa occasione si tratta di oggetti che provengono da due musei tedeschi: un prezioso reliquiario a busto del capo di san Paolo dal Museo della Cattedrale di Muenster e una scultura in legno rinascimentale raffigurante il “Cristo Salvatore” dal Maximilianmuseum di Ausburg.
Ingresso: biglietto museo (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto)
ore 18: Museo Archeologico – via dell’Archiginnasio 2
Nell’ambito di Bologna Estate
“MNEMOSYNE. Coralli di memoria nell’acqua torbida del tempo”
All’interno della mostra “Ritratti di Famiglia” Archivio Zeta propone una visita guidata ispirata, un’azione scenica itinerante nella quale Mnemosyne – dea della memoria – conduce i visitatori in un percorso fatto di lampi, scintille e frammenti poetici, antropologici e storici per accostarsi con un altro punto di vista agli oggetti in mostra e ai protagonisti della genesi del Museo Civico Archeologico.
Una costellazione di interventi recitati, sonori e musicali sul significato filosofico del guardare un’opera d’arte; un dialogo onirico tra due personaggi surreali: un eccentrico storico dell’arte ispirato alla figura di Aby Warburg e la dea greca Mnemosyne, madre delle Muse (e quindi letteralmente madre del museo, luogo sacro alle Muse) e personificazione della Memoria. Saranno queste due figure che si inseguiranno nelle sale del museo invitando i visitatori a seguirli.
Alla base dell’idea drammaturgica c’è l’amore per il museo, da vivere e attraversare con un nuovo sguardo, esso stesso opera d’arte. A partire da un saggio che Georges Didi-Huberman ha dedicato proprio ad Aby Warburg e alla sua idea di costruzione di un “Atlante della Memoria” (Bilderatlas Mnemosyne) il cui scopo principale è la necessità di un orientamento, il tentativo è quello di mettere in relazione immagini insepolte, di tracciare rotte e disegnare mappe di senso: provare dunque a orientarsi nella memoria viva delle opere d’arte e a immergersi in un vasto oceano pieno di fossili viventi.
Un’esperienza che inviterà ciascuno dei partecipanti a interrogarsi sull’atto del guardare e a costruire il proprio personale Atlante della Memoria.
Max 40 partecipanti.
Prenotazione obbligatoria su www.archiviozeta.eu oppure al 334 9553640.
“MNEMOSYNE. Coralli di memoria nell’acqua torbida del tempo” è uno spettacolo di e con Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni. Partitura sonora Patrizio Barontini. Tecnica Andrea Sangiovanni. Produzione Archivio Zeta
Ingresso: visita teatrale € 4,00 + ingresso mostra ridotto € 3,00. Per gli abbonati alla Card Musei Metropolitani Bologna ingresso € 4,00
ore 19-21: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – via Don Minzoni 14
Proiezione del video “Rosanna Chiessi, L’ULTIMA INTERVISTA, dagli esordi a Shimamoto”
Mentre nella Project Room del MAMbo è in corso, fino al 16 settembre, la mostra “Rosanna Chiessi. Pari&Dispari”, nella sala conferenze del museo viene proiettata un’intervista inedita rilasciata da Rosanna Chiessi nel gennaio del 2016, due mesi prima della sua scomparsa, dal titolo “Rosanna Chiessi, L’ULTIMA INTERVISTA, dagli esordi a Shimamoto” di Kerstin Petrick ed Enrico Magnani.
Ingresso: gratuito
ore 21: Museo Davia Bargellini – Strada Maggiore 44
“Ignazio Cirri. Sesta Sonata, opera II”
Presentazione-concerto in anteprima del CD dell’ensemble Sezione Aurea con le “Sonate” di Ignazio Cirri (1711-1780). Con Luca Giardini, violino barocco; Filippo Pantieri, cembalo.
Ignazio Cirri, fratello del più celebre Giovanni Battista, fu maestro di cappella della Cattedrale di Santa Croce, l’attuale Duomo di Forlì, a partire dal 1759. Lo stesso anno ebbe accesso all’Accademia Filarmonica di Bologna. Non è certo che tra i suoi maestri ci sia stato anche Giovanni Battista Martini (solo di cinque anni più anziano), ma tra i due intercorsero sicuramente rapporti di amicizia. Martini possedeva tra i suoi ritratti di uomini illustri anche quello di Cirri (oggi conservato presso la Sala Bossi del Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna) e si rilevano tra le loro opere molte affinità compositive.
Tra le creazioni a stampa di Ignazio, oltre ai numerosi manoscritti, si ricordano Le Dodici Sonate per organo e Le Sei Sonate per clavicembalo con accompagnamento per violino, proposte al Museo Davia Bargellini in concerto e mai incise fino ad ora. Molte sono però le sue composizioni rimaste inedite, attualmente conservate presso l’Archivio Capitolare del Duomo forlivese.
Le sonate per violino e cembalo – scritte da un compositore contrappuntista normalmente dedito alla scrittura di Chiesa per organo e voci – rappresentano una deliziosa e rara raccolta di musica salottiera che unisce il tardo barocco italiano alle tendenze del nascente classicismo europeo.
Ingresso gratuito
MOSTRE
Museo Medievale – via Manzoni 4
“Ospiti tedeschi. Goldschmiede und Bildhauer”, fino al 30 settembre
Dal 1996 i Musei Civici d’Arte Antica di Bologna promuovono il ciclo di iniziative “Ospiti”, in cui vengono esposte temporaneamente opere che possono suscitare interesse da parte del pubblico per la singolarità della loro storia o di ciò che raffigurano, ma anche per la loro rarità, o per la ricerca di una loro corretta attribuzione o per un particolare legame con il patrimonio artistico o la storia dell’arte della città e del suo territorio. Spesso tali prestiti si configurano come veri e propri scambi, attivati in occasione di esposizioni presso altri istituti italiani e internazionali. Infatti l’importanza dell’opera prestata rende necessaria una sua momentanea sostituzione, permettendo così di ricevere ed esporre per un periodo di tempo limitato degli illustri “ospiti”, posti in dialogo con il patrimonio conservato nei Musei Civici d’Arte Antica.
Nel contesto di questa attività di valorizzazione e di collaborazione culturale e scientifica con istituzioni museali internazionali, la mostra “Ospiti tedeschi. Goldschmiede und Bildhauer” presenta due oggetti di elevatissimo pregio che provengono da musei tedeschi: un prezioso busto reliquiario del capo di San Paolo del XV secolo dal Museo della Cattedrale di Münster e una scultura rinascimentale in legno raffigurante il Cristo Salvatore, opera di Gregor Erhart, dal Maximilianmuseum di Augusta (Augsburg).
Museo del Risorgimento – Piazza Carducci 5
“Un Cimitero che si può chiamare Museo. Opere e artisti della Certosa di Bologna”, fino al 15 luglio 2018
La mostra vuole porsi come spunto di riflessione sulla ricchezza del patrimonio conservato nelle sale e nei chiostri della Certosa, sul numero impressionante di artisti che vi operarono e su come nasceva un’opera da un primo segno grafico fino all’esecuzione come affresco o scultura in stucco, marmo e bronzo.
La Certosa di Bologna fu meta per tutto l’Ottocento del turismo internazionale. Tra le personalità che ne ammirarono grandiosità e bellezza vi fu lo statista e storico russo Alexander Turgenev (1784-1846), che confrontò il cimitero con il Camposanto di Pisa, definendo ambedue “musei”.
In mostra sono presenti una quarantina di opere oltre a una selezione di oggetti e documenti donati al Museo civico del Risorgimento dal 2009 ad oggi, insieme a un consistente nucleo di lavori inediti provenienti da due collezioni private. L’ultima donazione in ordine di tempo si deve alla Ditta Imbellone di Bologna, che ha consegnato il bozzetto del monumento Degli Esposti (1913 ca.) di Armando Minguzzi, mentre nella sezione dedicata ai documenti spicca una selezione dell’imponente fondo della ditta di marmisti Davide Venturi & Figlio, donata nel 2009 dagli eredi al museo.
Tra gli architetti, scultori e pittori che hanno segnato il volto del cimitero si possono ammirare opere di Arrigo Armieri, Enrico Barberi, Alfonso Borghesani, Giacomo De Maria, Roberto Franzoni, Ercole Gasparini, Tullo Golfarelli, Luciano Minguzzi, Silverio Montaguti, Giovanni Putti, Pasquale Rizzoli, Giacomo Savini, Cesarino Vincenzi. Da segnalare come unica presenza non attiva in Certosa quella di Umberto Tirelli, scelto con una delle sue tipiche sculture umoristiche poiché dedicata a Ercole Drei che, diversamente, ha eseguito grandi opere monumentali collocate nei Chiostri VI, X e del 1500.
Arricchisce l’esposizione una mostra fotografica realizzata dal gruppo Arti Visive dell’Associazione Amici della Certosa (Lorena Barchetti, Alessandro Chalambalakis, Nadia Carboni, Antonella Di Tillo, Miriam Girard, Sonia Meotti, Feliciano Musolesi, Paolo Vegetti), che dal 2009 si occupa di promuovere il sito monumentale come bene culturale di primaria importanza per la città di Bologna, collaborando con il Comune di Bologna e il Museo civico del Risorgimento e raccogliendo attivamente fondi per la realizzazione di progetti di tutela, restauro e manutenzione costante del luogo.
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – via Don Minzoni 14
“Rosanna Chiessi. Pari&Dispari”, fino al 16 settembre 2018
Il MAMbo prosegue nella programmazione espositiva dello spazio Project Room, dedicato a una ricognizione di protagonisti e vicende tra le più significative per la storia artistica del territorio, presentando un focus dedicato a Rosanna Chiessi, a cura di Lorenzo Balbi e organizzato in collaborazione con l’Archivio Storico Pari&Dispari – Rosanna Chiessi e Comune di Reggio Emilia Biblioteca Panizzi.
L’esposizione intende omaggiare, con rinnovata attenzione, una straordinaria protagonista dell’arte italiana ed internazionale, al cui nome si deve un impegno fondamentale per la conoscenza e la diffusione di alcune delle avanguardie più influenti del secondo Novecento: area concettuale italiana, poesia visiva, Azionismo Viennese, movimenti Fluxus e Gutai, arte performativa. Il progetto consente dunque di riscoprirne l’intensa avventura – per la prima volta in un contesto museale dopo la sua scomparsa avvenuta nel 2016 – attraverso alcune delle testimonianze più rilevanti della sua attività che, negli anni Settanta, ha trasformato Reggio Emilia e Cavriago in crocevia di correnti artistiche di eccezionale rilievo.
Nel suo restare sempre fedele alla dimensione di un’arte prodotta per ricerca e non per redditività di mercato, il profilo di Rosanna Chiessi si sottrae a tentativi di connotazione univoca per la vitale molteplicità di ruoli attraversati in quarant’anni di passione per l’arte contemporanea: gallerista, editrice, promotrice e animatrice pionieristica di eventi divenuti epocali, collezionista, mecenate e scopritrice di talenti.
La mostra allestita al MAMbo è concepita come un ritratto biografico che prende forma dall’accostamento di materiali compositi e posti in dialogo fra loro per associazione, a raccontare le poetiche e i principali eventi da lei sostenuti e promossi. Si trovano così opere realizzate dagli artisti con cui Chiessi strinse i legami di amicizia e intesa più profondi, molte delle quali a lei dedicate fin nel titolo, come nel caso del ritratto di Anne Tardos “Sunset for Rosanna” con cui si apre il percorso espositivo; oggetti simbolo, come il grande tavolo di lavoro che campeggiava nella sua casa-studio di Cavriago e la doppia chiave ideata come logo di Pari&Dispari; reperti iconici di artisti carismatici come il giubbotto firmato di Joseph Beuys e un paio di scarpe di Shozo Shimamoto.
E ancora fotografie, multipli, edizioni numerate e libri d’artista, provenienti da collezioni private e dal corpus documentale conservato dall’Archivio Storico Pari&Dispari – Rosanna Chiessi, che ne ha raccolto e sistematizzato l’eredità. Una costellazione di pezzi ancora oggi in grado di trasmettere le energie di un’eccezionale stagione di libertà in cui le forme del fare cultura furono rivoluzionate da una creatività dirompente.
Museo del Patrimonio Industriale – via della Beverara 123
“Il Canale Emiliano Romagnolo nello sguardo di Enrico Pasquali”, fino al 25 novembre 2018
La promessa di regalare al visitatore suggestioni uniche e originali del nostro territorio – racchiuse già nel titolo della mostra per immagini “Il Canale Emiliano Romagnolo nello sguardo di Enrico Pasquali” – viene ampiamente mantenuta nel collage di emozioni in bianco e nero che il Consorzio per il Canale Emiliano Romagnolo (CER) ha ideato ed organizzato con la collaborazione di numerosi partner per valorizzare non solo una delle opere idrauliche più importanti del paese, ma per celebrare l’attività dell’uomo laborioso.
L’esposizione consegna al nostro presente la rilevanza del Canale per le economie agroalimentari di parte dell’Emilia e di gran parte della Romagna. Al contempo essa ci fa compiere un salto all’indietro, in un universo composito fatto di essenzialità, cruda, reale, quasi documentaristica, rappresentato dal maestro di neorealismo di Castel Guelfo, nato in quella fetta di terra bagnata dal Sillaro spesso indicata come spartiacque di confine tra l’Emilia e la Romagna, che ha iniziato il “mestiere” di fotografo a Medicina.
In mostra viene esposta una scelta significativa dei lavori di Enrico Pasquali degli anni ’50-’60 e un video con una ricca serie di testimonianze orali e interviste a lavoratori, tecnici, progettisti e dirigenti, protagonisti dell’avviamento dei lavori del Canale Emiliano Romagnolo, recentemente realizzate da Sonia Lenzi, con la regia di Enza Negroni.
“Moto Bolognesi C.M. Trent’anni memorabili 1929-1959”, fino al 14 ottobre 2018
L’esposizione è incentrata sul periodo d’oro per Bologna nel settore produttivo motociclistico: nei decenni 1920-’50 il territorio bolognese è infatti un centro di importanza nazionale in quest’ambito, grazie a una concentrazione senza eguali di piccole e medie aziende produttrici di moto finite (oltre 70 attive con alterne fortune in quegli anni) e un numero ancora maggiore in grado di fornire tutto ciò che serve per assemblare qualsiasi motociclo.
In quegli stessi anni si situa l’avventurosa storia della C.M, non dissimile da quella di molte aziende bolognesi.
La mostra presenta 15 motociclette degli anni 1930-’50, tra i più importanti modelli realizzati dalla C.M e tra i più significativi esemplari presenti nelle collezioni di Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Un ricco apparato di immagini fotografiche e di cataloghi, in gran parte inedito, è visibile in tre proiezioni su schermo e a video.
Museo della Musica – Strada Maggiore 34
“Quando la musica si mostra. Una nota al museo”, fino al 10 giugno 2018
La mostra, curata da Olivia Spatola e organizzato in collaborazione con la galleria Fabbrica Eos di Milano, Musiche Metropolitane e Vittorio Corbisiero Management, presenta alcune opere di Francesco Tricarico.
Il mondo visionario di Tricarico trova espressione in un intreccio complementare tra forme artistiche differenti: composizione musicale, scrittura e arte visiva. Per questa sua attitudine, il Museo della Musica appare come un luogo naturale in cui mettere in scena le sue opere.
L’intento della mostra è infatti quello di far dialogare l’arte con la musica all’interno di uno stesso spazio che è al contempo sia fisico che metaforico: il concetto della musica in quanto segno espresso – scritto, di contenitore di significanti e di significati che suonano anche quando gli strumenti non sono sfiorati dalle dita del musicista.
I lavori selezionati sono sette come il numero delle note musicali e le sale del museo in cui il percorso artistico si dispiega. Ed è così che le stanze abbandonano temporaneamente la loro consueta numerazione per diventare contrassegnate – attraverso i dipinti dell’artista – dai nomi delle note musicali: la “Stanza del Do”, la “Stanza del Re”, la “Stanza del Mi”, la “Stanza del Fa”, la “Stanza del Sol”, la “Stanza del La” e la “Stanza del Si”. Ma non solo.
In questo caso, il segno – ovvero la relazione tra significante e significato – rappresentato dalla denominazione delle stanze, diventa anche simbolo: vale a dire una realtà altra, che va oltre e da ricomporre; l’espressione dell’inconscio collettivo da cui emergono processi di trasformazione tra ciò che è noto e ciò che non lo è, coinvolgendo lo spettatore.
La “Stanza del Do” dunque – in questo gioco fra segno e simbolo – non è soltanto la sala in cui Tricarico omaggia la prima nota musicale, ma anche del Do-minus; la “Stanza del Re” del Re-gnare; la “Stanza del Mi” del Mi-stero; la “Stanza del Fa” del Fa-re; la “Stanza del Sol” del Sol-o; la “Stanza del La” del La-voro e la “Stanza del Si” del Si-lenzio, che chiude concretamente e allegoricamente la mostra.
Casa Morandi – via Fondazza 36
“Giancarlo Fabbi. Il silenzio della pittura”, fino al 1 luglio 2018
Leggere il lavoro di Giorgio Morandi attraverso pochi semplici oggetti, un pennello, un bulino, un tubetto di colore: è quanto si propone Giancarlo Fabbi, autore dei dieci scatti fotografici che vengono esposti a Casa Morandi, con la curatela di Massimo Recalcati.
Giancarlo Fabbi, modenese di nascita, inizia sin da giovane a utilizzare la fotografia da autodidatta, all’inizio per passione e poi sempre più per necessità, facendone una vera e propria ragione di vita.
A partire dal 2014 il suo obiettivo si è concentrato su alcuni oggetti appartenuti a Giorgio Morandi, esposti in mostra insieme alle fotografie, che ha accostato per creare delle personali nature morte.
Fabbi evita volutamente di utilizzare le componenti più celebri delle composizioni morandiane come le bottiglie, le conchiglie, i fiori per offrire una visione asciutta ed essenziale degli elementi primari e più umili riferibili alla pittura e all’incisione.
La sua indagine fotografica, nella serie in mostra, viene condotta eccezionalmente a colori e in digitale, contrariamente agli altri suoi progetti tutti rigorosamente in bianco e nero, per i quali si avvale sempre dell’utilizzo dell’analogico e della luce naturale «per dare realtà a quello che si fa», come lui stesso dichiara.
La serie di dieci fotografie vuole incoraggiare una meta-riflessione su alcuni aspetti fondamentali della pittura di Morandi: composizione e ricomposizione geometrica, insistenza su pochi temi, silenzio, solitudine, assenza di retorica e di qualsiasi narrazione.
La scelta del colore dello sfondo che fa da quinta alle composizioni di Fabbi, un bianco luminoso da cui emergono gli oggetti nella loro fisicità come forme che si allineano, si intersecano o campeggiano al centro della foto in un voluto isolamento estetico, mette in risalto l’atteggiamento con cui il fotografo modenese intende la pratica artistica: esperienza sulla luce e sull’ombra, ricerca quasi mistica dell’essenziale, riduzione estrema delle immagini, intese come frammenti di realtà capaci di custodire momenti di eterna poesia, proprio come la pittura di Morandi.
A conclusione dell’esposizione le dieci opere, grazie alla generosità dell’artista, saranno donate all’Istituzione Bologna Musei ed entreranno a far parte del patrimonio del Museo Morandi.
Collezioni Comunali d’Arte, Palazzo d’Accursio – Piazza Maggiore 6
“Creti, Canova, Hayez. La nascita del gusto moderno tra ‘700 e ‘800 nelle Collezioni Comunali d’Arte”, fino al 15 luglio 2018
Con la mostra “Creti, Canova, Hayez. La nascita del gusto moderno tra ‘700 e ‘800 nelle Collezioni Comunali d’Arte”, il museo presenta un percorso di visita ridefinito in concomitanza con gli interventi di ripristino di una parte della copertura di Palazzo d’Accursio.
Organizzata dai Musei Civici d’Arte Antica con la curatela di Silvia Battistini e Massimo Medica, l’esposizione consente di ammirare oltre 150 opere ordinate secondo numerosi accostamenti inediti, anche grazie alla presentazione di alcuni lavori solitamente conservati in deposito – è il caso dei pastelli e dei dipinti di Angelo Crescimbeni, Sebastiano Gamma e Coriolano Vighi – e di prestiti provenienti da altri musei civici come il Museo Civico Archeologico, il Museo Civico Medievale e il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna.
La mostra si sofferma sulla ripresa ricorsiva di modelli delle epoche precedenti da parte degli artisti che operarono durante il XVIII e il XIX secolo, mettendo a confronto stili e iconografie di importanti autori non solo bolognesi. La sintesi che ne nacque gettò le fondamenta del gusto contemporaneo, creando i presupposti teorici ed estetici anche per le avanguardie del primo Novecento.
A fronte della chiusura di sette sale in questa fase di cantierizzazione – la Galleria Vidoniana, le sale 8, 9 e 10 della Pinacoteca, la sala 11 nell’ala Rusconi, le sale 19 e 20 dedicate a Pelagio Palagi – il percorso espositivo della mostra si snoda attraverso la magnifica sala 17 (nota come Sala Urbana), le sale 14-16 (ala Rusconi),18 e 23-25.
Museo Archeologico – via dell’Archiginnasio 2
“Ritratti di famiglia. Personaggi, oggetti, storie del Museo Civico fra Bologna, l’Italia e l’Europa”, fino al 19 agosto 2018
È un racconto corale quello composto da “Ritratti di famiglia”: non una contemplazione del passato alla ricerca delle proprie radici ma piuttosto un’espressione viva e attuale dell’identità del museo e della natura complessa del patrimonio storico conservato.
Lungo un’ideale linea cronologica che va dal 1522, anno di nascita del naturalista e filosofo Ulisse Aldrovandi, uno dei massimi rappresentanti del collezionismo di indirizzo naturalistico enciclopedico, al 1944, anno di morte di Pericle Ducati, direttore del museo che compì fondamentali ricerche sulla civiltà etrusca, sono disposti oltre 350 oggetti di differente tipologia, selezionati per il grande valore storico e il legame con le principali figure che hanno contribuito alla formazione e allo studio dei nuclei collezionistici del museo, uno dei più prestigiosi in ambito europeo.
Diciotto sono i personaggi convocati in questa ideale galleria del tempo, dei veri e propri “ritratti di famiglia”, a cui si affiancano le vicende degli oggetti archeologici, della costituzione e ordinamento delle raccolte del museo, della storia di Bologna e dei suoi istituti culturali. Conducendo il visitatore lungo il percorso di sviluppo del modo di guardare all’antico, dal Seicento fino alla nascita della scienza archeologica e delle moderne strutture di valorizzazione e di tutela nel Novecento, si scopre che una narrazione apparentemente settoriale permette inaspettate aperture verso le vicende storico-politiche, culturali, sociali. Un racconto a più voci che proietta la città in un panorama italiano ed europeo già a partire dal XVI secolo.
Diciotto sono anche le sezioni della mostra: una per ciascuno dei personaggi rievocati, le cui fattezze sono tratteggiate dalla matita e dall’ingegno di Elena Maria Canè, restauratrice del museo, in ritratti riprodotti su grandi pannelli scenografici che scandiscono il percorso espositivo.
Museo Medievale – via Manzoni 4
“Medioevo svelato. Storie dell’Emilia-Romagna attraverso l’archeologia”, fino al 17 giugno 2018
La mostra indaga le trasformazioni causate dall’affermazione dei nuovi ceti dirigenti goti, bizantini e longobardi in questo territorio e nelle sue città, attraverso un viaggio nel tempo di quasi un millennio che racconta la delicata fase di passaggio dalla Tarda Antichità (IV-V secolo) al pieno Medioevo (inizi del Trecento). Una transizione che si riverbera in ogni aspetto della vita politica, economica, sociale e culturale, rappresentando un momento decisivo nella costruzione di nuovi assetti di potere e nuove identità.
Curata da Sauro Gelichi e Luigi Malnati, la mostra è promossa da Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara e Istituzione Bologna Musei | Musei Civici d’Arte Antica nell’ambito del programma culturale 2200 anni lungo la Via Emilia che celebra la fondazione delle colonie romane di Reggio Emilia, Parma e Modena.
Una selezione di oltre 300 reperti, recuperati dalle intense ricerche archeologiche condotte in regione negli ultimi 40 anni, racconta con nuove chiavi di lettura questo lungo e complesso percorso storico: dal missorium d’argento cesenate (piatto di uso simbolico-celebrativo) che testimonia la vita agiata di un possidente terriero nella tardantichità alle fibule di età gota rinvenute a Imola, dai reperti longobardi recuperati nella necropoli di Ponte del Rio di Spilamberto al servizio di vasellame in argento di età bizantina proveniente da Classe, dai bicchieri in legno rinvenuti a Parma al bacino in maiolica recuperato dalla facciata della chiesa di San Giacomo Maggiore a Bologna.
Il percorso espositivo, articolato in sei sezioni tematiche, parte da un’istantanea sulle città nell’alto Medioevo, profondamente ridimensionate rispetto alla vitalità dei secoli precedenti e contrapposte al dinamismo del nuovo emporio commerciale di Comacchio (Ferrara), per allargare lo sguardo alla riorganizzazione delle campagne, dove fioriscono castelli, villaggi, borghi franchi, pievi e monasteri, e terminare la narrazione con la ciclica rinascita delle città in età comunale.
“L’allegoria del Sonno di Alessandro Algardi dalla Galleria Borghese di Roma”, fino al 10 giugno
Il Museo Medievale ospita la splendida scultura “Allegoria del Sonno” scolpita da Alessandro Algardi, proveniente dalla Galleria Borghese di Roma.
L’esposizione del capolavoro, visibile per la prima volta nella città che ha dato i natali all’artista, è frutto di un rapporto di scambio con il museo romano.
Tra il 1635 e il 1636 Alessandro Algardi, massimo rappresentante della corrente classicista nel periodo di piena fioritura della cultura figurativa barocca, scolpisce su commissione del principe Marcantonio Borghese questo prezioso marmo nero raffigurante un putto con leggere ali di farfalla placidamente addormentato. Le capsule e le foglie di papavero da oppio che ne incoronano i capelli ricciuti, al pari del piccolo ghiro acciambellato sulla roccia, sono soggetti allegorici che alludono simbolicamente al sonno.
Destinata alla Villa Pinciana della famiglia Borghese, l’opera fu collocata in un ambiente situato al primo piano, che da essa prese il nome di “Stanza del Sonno”. Fortemente ispirata alla scultura antica, la statua divenne in breve tempo celebre, anche grazie a un aneddoto narrato dal biografo di Algardi, Giovanni Battista Passeri. Secondo questa versione, lo scultore avrebbe realizzato l’Allegoria del Sonno per confondere i detrattori che sostenevano non fosse capace di scolpire il marmo, e avrebbe scelto di utilizzare una pietra famosa per la sua durezza, il marmo del Belgio, noto anche come “pietra di paragone”, per esprimere ancora di più il suo virtuosismo. In realtà, la scelta di questo pregiato materiale si deve probabilmente alla volontà del committente e appare legata al motivo iconografico rappresentato, che potrebbe essere interpretato come un’allegoria del sonno, o piuttosto della morte.
In occasione di questa mostra l’”Allegoria del Sonno” viene eccezionalmente allestita nella sala dei bronzi del Museo Medievale accanto alla scultura “San Michele Arcangelo che atterra il demonio”, realizzata nel 1647 dallo stesso Algardi per la biblioteca del monastero di San Michele in Bosco. L’accostamento ravvicinato delle due opere permette in questo modo al pubblico di ammirare l’abilità tecnica dimostrata dall’artista nella lavorazione di materiali profondamente diversi, come il marmo e il bronzo.
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L’Istituzione Bologna Musei racconta, attraverso le sue collezioni, l’intera storia dell’area metropolitana bolognese, dai primi insediamenti preistorici fino alle dinamiche artistiche, economiche, scientifiche e produttive della società contemporanea.
Un unico percorso diffuso sul territorio, articolato per aree tematiche.
Archeologia, storia, storia dell’arte, musica, patrimonio industriale e cultura tecnica sono i grandi temi che è possibile affrontare, anche attraverso percorsi trasversali alle varie sedi.
Fanno parte dell’Istituzione Bologna Musei: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Museo Morandi, Casa Morandi, Villa delle Rose, Museo per la Memoria di Ustica, Museo Civico Archeologico, Museo Civico Medievale, Collezioni Comunali d’Arte, Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini, Museo del Patrimonio Industriale, Museo e Biblioteca del Risorgimento, Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna, Museo del Tessuto e della Tappezzeria “Vittorio Zironi”.
Info: www.museibologna.it.
La Card Musei Metropolitani di Bologna è il nuovo servizio attivato in occasione del IX centenario del Comune di Bologna per ampliare l’accessibilità al patrimonio storico artistico della città: un abbonamento che offre accesso illimitato alle collezioni permanenti e ingresso a prezzo ridotto alle mostre temporanee di tanti musei della città e dell’area metropolitana. Vale 12 mesi e costa 25 euro: tutte le informazioni sono disponibili sul sito cardmuseibologna.it.