Ogni settimana i Musei Civici di Bologna propongono un ricco calendario di appuntamenti, per svelare le loro collezioni e raccontare aspetti ed episodi inediti e curiosi della storia della città, anche attraverso punti di vista differenti e insoliti accostamenti fra le diverse collezioni…
Conferenze, laboratori, concerti, visite guidate, visite in lingua sono i principali “strumenti” di questo racconto, che si dispiega lungo millenni di storia, dai primi utensili in pietra di uomini vissuti 800.000 anni fa ai prodotti dell’attuale distretto industriale, dalla pittura alle varie forme dell’arte moderna e contemporanea, dalla musica alle grandi epopee politiche e civili.
Di seguito gli appuntamenti in programma da venerdì 1 a giovedì 7 giugno.
Domenica 3 giugno, come ogni prima domenica del mese, ingresso gratuito alle collezioni permanenti di tutte le sedi dell’Istituzione Bologna Musei.
IN EVIDENZA
venerdì 1 giugno
ore 17.30: Museo del Risorgimento – Piazza Carducci 5
Nell’ambito della rassegna Certosa di Bologna. Calendario estivo e di Bologna Estate
“Un Cimitero che si può chiamare Museo. Opere e artisti della Certosa di Bologna”
Inaugurazione della mostra.
Dal 1801, nel corso di oltre due secoli, in Certosa hanno operato centinaia di scultori, architetti, pittori e artigiani. In mostra alcune opere donate al museo negli ultimi anni e sculture, dipinti e documenti inediti provenienti da collezioni private. A corredo una esposizione di fotografie realizzate dal Gruppo Arti visive dell’Associazione Amici della Certosa.
Ingresso all’inaugurazione gratuito.
giovedì 7 giugno
ore 10: Museo Medievale – via Manzoni 4
“Ospiti tedeschi. Goldschmiede und Bildhauer”
Da diversi anni i Musei Civici d’Arte Antica propongono l’iniziativa “Ospiti”, in occasione della quale vengono mostrate temporaneamente al pubblico opere frutto di scambi attivati in occasione dell’esposizione di opere delle proprie collezioni presso altri musei italiani e stranieri.
In questa occasione si tratta di oggetti che provengono da due musei tedeschi, che sono visibili presso il Museo Civico Medievale a partire dal 7 giugno: un prezioso reliquiario a busto del capo di san Paolo dal Museo della Cattedrale di Muenster e una scultura in legno rinascimentale raffigurante il “Cristo Redentore” dal Maximilianmuseum di Ausburg.
Ingresso: biglietto museo (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto).
PER I BAMBINI
“Estate al museo 2018. I campi estivi dell’Istituzione Bologna Musei”
Sono aperte le iscrizioni ai campi estivi dell’Istituzione Bologna Musei, un’opportunità unica per bambini e ragazzi di vivere un’esperienza a contatto con il ricco patrimonio culturale della nostra città.
Due i moduli, distinti per fasce d’età: “L’arte è un diritto naturale. Un’estate ‘a passo di lumaca’”, per bambini da 5 a 11 anni (11 giugno-14 settembre); “That’s Summer. Io sto con l’artista” per ragazzi da 11 a 16 anni (25-29 giugno e 3-7 settembre).
Per informazioni ed iscrizioni:
Dipartimento educativo MAMbo: tel. 051 6496628 (martedì e giovedì, dalle ore 10 alle ore 17) oppure mamboedu@comune.bologna.it.
GLI ALTRI APPUNTAMENTI
venerdì 1 giugno
ore 17.30: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – via Don Minzoni 14
In occasione del Future Film Festival
“Masterclass di Marino Guarnieri, co-regista del film ‘Gatta Cenerentola’”
MAMbo e Future Film Festival rinnovano la propria collaborazione anche nel 2018: l’immagine guida del festival è affidata a Benni Bosetto, una dei 56 artisti protagonisti di “That’s IT! Sull’ultima generazione di artisti in Italia e a un metro e ottanta dal confine” che sarà aperta al pubblico dal 22 giugno all’11 novembre 2018.
La sala conferenze MAMbo inoltre ospita alcuni momenti di FFF 2018.
Durante la masterclass di venerdì 1° giugno sarà presentato il making of del film d’animazione tutto italiano, 100% made in Naples, prodotto dalla Mad Entertainment con Skydancers e distribuito in Italia da Videa, che in pochi mesi ha trovato un’accoglienza trionfale in Italia e all’estero. Per la prima volta nella storia del più importante premio dedicato al cinema italiano, un prodotto animato arriva in nomination per la statuetta più importante, quella per il miglior film.
Presentato alla 74a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia in concorso nella sezione “Orizzonti”, “Gatta Cenerentola” ha vinto ben due David: quello per i migliori effetti digitali e quello come miglior produzione. La pellicola, diretta Il film, diretto da Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri e Dario Sansone, dopo le recensioni entusiastiche da parte della critica e il premio come miglior noir dell’anno, continua a raccogliere consensi.
Per informazioni sulle modalità di accesso alla masterclass scrivere a segreteria@futurefilmfestival.org o telefonare allo 051 2960664.
ore 18.30: Museo della Musica – Strada Maggiore 34
Nell’ambito della rassegna Wunderkammer. Il museo delle meraviglie
“In itinere: Vertigini di tenebra. Le Leçons de Ténèbres di François Couperin”
Concerto itinerante nelle sale del museo con Pamela Lucciarini, soprano; Silvia Vajente, soprano; Rosita Ippolito, viola da gamba; Alessandra Artifoni, clavicembalo.
Cinque lamenti. Ciascuno dipinge, con immagini impressionanti, l’angoscia di un popolo umiliato.
La caduta di Gerusalemme, sotto l’assalto di Nabucodonosor, è il racconto più cupo di tutta la storia biblica: la popolazione è depredata, la città rasa al suolo, il tempio distrutto. Gerusalemme non è più che un cumulo di rovine, dove alcuni credenti sopravvivono come ombre.
Nello smarrimento presente, un ricordo sussiste, uno solo: il Signore c’è sempre la sua potenza resta intatta, malgrado i torti del suo popolo.
Questi carmi dolenti hanno consolato e riconfortato molti afflitti: al profeta Geremia dobbiamo il testo che la Chiesa usava nella liturgia degli ultimi tre giorni della Settimana Santa, per celebrare la passione di Cristo, che porta la speranza nel mondo.
Su questi testi nascono le “Lezioni di Tenebra”, cantate per la Settimana Santa in cui veniva appunto rievocata la distruzione di Gerusalemme, mentre le candele di un candelabro venivano spente una ad una fino alla totale oscurità.
Quelle composte nel 1714 da François Couperin, compositore alla corte francese di Luigi XIV, sono una delle vette dell’arte vocale barocca, nonché una delle più pure e mistiche esperienze della musica occidentale.
È possibile prenotare il biglietto (con pagamento il giorno dell’evento) sul sito www.museibologna.it/musica.
Ingresso: € 10,00 intero / € 8,00 ridotto (minori di 18 anni, studenti universitari con tesserino e possessori di Card Musei Metropolitani Bologna).
sabato 2 giugno
ore 15: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – via Don Minzoni 14
In occasione del Future Film Festival
“Ricordi struggenti: Tavola rotonda su Isao Takahata”
Sono presenti Luca Della Casa, storico del cinema di animazione; Emiliano Mammucari, fumettista, illustratore e scrittore; Claudio Acciari, fumettista e animatore.
Coordina Enrico Azzano, critico cinematografico e autore del libro “Studio Ghibli. L’animazione utopica e meravigliosa di Miyazaki e Takahata”.
Ingresso gratuito.
domenica 3 giugno
ore 9.30: Cimitero della Certosa – via della Certosa 18
Nell’ambito della rassegna Certosa di Bologna. Calendario estivo e di Bologna Estate
“Certosa underground – percorso insolito tra chiostri inesplorati e angoli nascosti”
Partendo dal Chiostro VI andremo alla scoperta dei luoghi meno conosciuti e meno frequentati della Certosa, mostrandovi gallerie, sotterranei e angoli suggestivi, tra il biancore del marmo, la ricchezza del bronzo, il colore del mosaico, in un percorso alla scoperta del Cimitero Monumentale più… insolito.
A cura di Associazione Culturale Didasco.
Prenotazione obbligatoria al 348 1431230 (pomeriggio-sera).
Ritrovo presso l’ingresso principale della Certosa (cortile Chiesa).
Iniziativa rivolta ai soci dell’Associazione Culturale Didasco, con possibilità di associarsi al momento della visita. Quota associativa € 10,00 (prima visita in regalo).
L’appuntamento rientra nella Settimana alla Scoperta dei cimiteri europei promossa da ASCE – Association of Significant Cemeteries in Europe.
Tutti i possessori della Card Musei Metropolitani Bologna riceveranno un omaggio all’ingresso.
Ingresso: € 10,00 (per ogni ingresso pagante due euro saranno devoluti per la valorizzazione della Certosa).
ore 15: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – via Don Minzoni 14
In occasione del Future Film Festival
“Rone VR”
Incontro con Lester Francois, regista di “RONE VR” il film in competizione nel Virtual Reality Contest del Future Film Festival, che mostra il ritratto dello street artist “Rone”, le cui immagini di ragazze adornano palazzi in disuso. Il film in 360°, interattivo e in VR porta lo spettatore direttamente dentro il mondo dell’artista: troviamo i posti dove l’artista lavora, le stanze abbandonate, gli edifici in disuso, e veniamo a conoscenza della sua filosofia. Il workshop racconta le fasi di produzione e realizzazione del film.
Per informazioni sulle modalità di accesso all’evento scrivere a segreteria@futurefilmfestival.org o telefonare allo 051 2960664.
ore 16: “Visita guidata alla collezione permanente MAMbo”
Una visita guidata alla collezione permanente per avvicinarsi alla storia dell’arte italiana, dalla metà degli anni Cinquanta a oggi, attraverso l’attività dell’ex Galleria d’Arte Moderna di Bologna e le successive acquisizioni del MAMbo.
Prenotazione obbligatoria allo 051 6496627 (martedì e giovedì dalle 9 alle 17) oppure mamboedu@comune.bologna.it.
Ingresso: € 4,00 (non è dovuto il pagamento del biglietto di ingresso al museo in quanto prima domenica del mese). Per i possessori della Card Musei Metropolitani Bologna € 3,00
ore 18: In occasione del Future Film Festival
“Anne Magnussen: tecniche e segreti del rotoscoping”
Anne Magnussen, regista del film “The Man who Knew 75 Languages”, illustrerà al pubblico tutti i processi con cui la troupe ha rotoscopizzato il film, mostrando backstage, animatic e cortometraggi.
Per informazioni sulle modalità di accesso all’evento scrivere a segreteria@futurefilmfestival.org o telefonare allo 051 2960664.
ore 16: Museo del Patrimonio Industriale – via della Beverara 123
“Aspettando la Notte Blu”
Una caccia al tesoro per famiglie interamente dedicata all’acqua!
I partecipanti dovranno muoversi tra le collezioni del Museo per ritrovare tutti gli oggetti in qualche modo legati all’uso dell’acqua: dal modello del mulino da seta alla riproduzione della conca di navigazione, dal mulino da grano al modello di pila da riso, dalla ruota a cassetti alle turbine, ecc. per scoprire come attraverso i secoli l’acqua sia stata un elemento identificativo del nostro territorio, fondamentale per il suo sviluppo, economico e produttivo.
Il percorso si concluderà in laboratorio dove si potranno sperimentare alcune caratteristiche della sostanza più studiata e meno compresa del nostro pianeta: l’acqua!
Prenotazione obbligatoria allo 051 6356611 (entro le ore 13 di venerdì 1° giugno).
Ingresso: gratuito (non è dovuto il pagamento del biglietto di ingresso al museo in quanto prima domenica del mese)
lunedì 4 giugno
ore 15.30 : Cimitero della Certosa – via della Certosa 18
Nell’ambito della rassegna Certosa di Bologna. Calendario estivo e di Bologna Estate
“Un cimitero che si può chiamare Museo”
Un invito alla scoperta della Certosa attraverso gli occhi di giovani ragazzi chiamati a loro volta a conoscere il più grande monumento di Bologna. Due appuntamenti frutto del progetto di alternanza scuola-lavoro tra Museo del Risorgimento e Liceo Linguistico Internazionale “C. Boldrini”.
Ritrovo presso l’ingresso principale della Certosa (cortile Chiesa).
L’appuntamento rientra nella Settimana alla Scoperta dei cimiteri europei promossa da ASCE – Association of Significant Cemeteries in Europe.
Tutti i possessori della Card Musei Metropolitani Bologna riceveranno un omaggio all’ingresso.
Ingresso gratuito.
mercoledì 6 giugno
ore 17: Collezioni Comunali d’Arte, Palazzo d’Accursio – Piazza Maggiore 6
In occasione della mostra Creti, Canova, Hayez. La nascita del gusto moderno tra ‘700 e ‘800 nelle Collezioni Comunali d’Arte
“Madonna adorante il Bambino con i santi Antonio abate e Bernardino”
Visita guidata per illustrare l’intervento svolto dalla ditta di restauro Leonardo s.r.l. su un’opera del museo, “Madonna adorante il Bambino con i santi Antonio abate e Bernardino”, pala d’altare bolognese della seconda metà del Quattrocento, proveniente dalla chiesa di San Paolo in Monte all’Osservanza.
L’incontro è condotto da uno storico dell’arte del museo e dai restauratori che eseguono l’intervento sull’opera.
Nella stessa giornata, durante la mattina, la visita è riservata alle scuole, previa prenotazione all’indirizzo silvia.battistini@comune.bologna.it.
Ingresso: biglietto museo (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto).
ore 18: Museo Archeologico – via dell’Archiginnasio 2
Nell’ambito di Bologna Estate
“Ritratti di famiglia allargata. Incontri e narrazioni in mostra”
In occasione della mostra “RITRATTI DI FAMIGLIA. Personaggi, oggetti, storie del Museo Civico fra Bologna, l’Italia, l’Europa”, visitabile fino al 19 agosto 2018, il museo propone un calendario di incontri insoliti che permettono di guardare all’archeologia da un diverso punto di vista.
16 incontri a due voci di 45 minuti, dall’11 aprile al 1 agosto, tutti i mercoledì non festivi alle ore 18.
Mercoledì 6 giugno incontro con Giovan Battista Vai, già direttore del Museo Geologico “Giovanni Capellini”, sul tema “Ulisse Aldrovandi: classificare il mondo”.
Ingresso: biglietto museo ridotto (€ 3,00) + € 4,00 per la visita guidata fino a esaurimento posti. Per i possessori della Card Musei Metropolitani Bologna € 3,00 per la visita guidata (ingresso museo gratuito).
ore 18.30: via della Grada 12 / Museo del Patrimonio Industriale – via della Beverara 123
In occasione della Notte Blu
“Storie e luoghi della Bologna d’acqua”
Il Museo del Patrimonio Industriale, in collaborazione di City Red Bus, propone un tour guidato alla scoperta dei luoghi dove ancora sono visibili le tracce della storia dell’antica Bologna dell’acqua: dalla Grada e l’antico Porto sino alla fornace Galotti, sede del museo.
A partire dalla fine del XII secolo Bologna si dotò di un complesso sistema idraulico artificiale composto da chiuse (sul fiume Reno e sul torrente Savena), canali (tra cui quello di Reno, di Savena, delle Moline e Navile) e chiaviche, condotte sotterranee, che distribuivano a rete l’acqua in molte zone della città.
A bordo del City Red Bus sarà possibile seguire l’antico percorso dell’acqua in città soffermandosi su ciò che ancora esiste degli antichi manufatti idraulici che ancora recano tracce dei precedenti utilizzi come: l’antica pellacaneria di Via della Grada, opificio per la lavorazione delle pelli; l’ex Manifattura Tabacchi di Via Riva di Reno; l’antica area del Porto Canale; il canale Navile e l’area del Battiferro con i suoi numerosi opifici: la cartiera, il sostegno, la centrale idrotermoelettrica del 1901 e la fornace Galotti che ospita il Museo del Patrimonio Industriale.
La visita proseguirà in museo alla scoperta della più celebre industria dell’antica Bologna che tra XV e XVIII secolo si afferma in Europa nella produzione di filati e veli di seta il cui successo si basa proprio sull’efficienza del sistema idraulico artificiale e sulla complessità delle tecnologie tessili adoperate. L’affermazione commerciale della città è mostrata attraverso exhibit, oggetti e modelli tra i quali spicca il grande mulino da seta “alla bolognese”, in scala 1:2 e funzionante, che – meccanizzando il processo di incannatura e torcitura del filo di seta – rendeva più robusti i semilavorati e il velo.
Tale mulino, alimentato da ruota idraulica, è considerata la più alta tecnologia conosciuta in Europa prima della macchina a vapore anticipando il sistema di fabbrica della Rivoluzione Industriale.
I suoi segreti, celati all’interno di private abitazioni inaccessibili agli stranieri, furono al centro di una vera e propria rete di spionaggio industriale che il governo cittadino contrastò con una durissima legislazione che prevedeva persino la pena di morte per i “traditori della patria”. I prodotti, veli e filati, sfruttavano nuovamente l’acqua per raggiungere, attraverso la navigazione lungo il Navile e il Po, Venezia e il commercio internazionale.
Ritrovo in via della Grada 12 ore 18.30.
Prenotazione obbligatoria presso City Red Bus: tel. 051 379452 – 366 6161319.
Ingresso: € 12,00 (comprensivo di tour col City Red Bus, visita guidata al museo e rientro in centro). Per i possessori di Card Musei Metropolitani Bologna € 9,00
ore 20.30: Cimitero della Certosa – via della Certosa 18
Nell’ambito della rassegna Certosa di Bologna. Calendario estivo e di Bologna Estate
“Finché morte non vi separi. Amori e passioni senza confini”
Quante storie si celano dietro i monumenti. Non solo esistenze gloriose da manuali di storia, ma anche affetti travolgenti e divertenti oppure tragici e burrascosi. E la Certosa stessa fu teatro di avventure galanti e licenziose.
A cura di Associazione Culturale Didasco.
Prenotazione obbligatoria al 348 1431230 (pomeriggio-sera).
Ritrovo presso l’ingresso principale della Certosa (cortile Chiesa).
Iniziativa rivolta ai soci dell’Associazione Culturale Didasco, con possibilità di associarsi al momento della visita. Quota associativa € 10,00 (prima visita in regalo).
Tutti i possessori della Card Musei Metropolitani Bologna riceveranno un omaggio all’ingresso.
Ingresso: € 10,00 (per ogni ingresso pagante due euro saranno devoluti per la valorizzazione della Certosa).
ore 21: Museo del Tessuto e della Tappezzeria “Vittorio Zironi” – via di Casaglia 3
Nell’ambito di Bologna Estate
“Tessuti e costume nella storia”
Visita guidata con Giancarlo Benevolo, curatore del museo.
La visita illustra alcuni aspetti delle collezioni presenti in museo con particolare attenzione alle testimonianze che riguardano l’evoluzione dei tessuti e del costume dal ‘700 al ‘900.
Per l’occasione il museo effettua un’apertura straordinaria dalle h 20.30 alle h 23.30.
Ingresso: biglietto museo (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto).
MOSTRE
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – via Don Minzoni 14
“Rosanna Chiessi. Pari&Dispari”, fino al 16 settembre 2018
Il MAMbo prosegue nella programmazione espositiva dello spazio Project Room, dedicato a una ricognizione di protagonisti e vicende tra le più significative per la storia artistica del territorio, presentando un focus dedicato a Rosanna Chiessi, a cura di Lorenzo Balbi e organizzato in collaborazione con l’Archivio Storico Pari&Dispari – Rosanna Chiessi e Comune di Reggio Emilia Biblioteca Panizzi.
L’esposizione intende omaggiare, con rinnovata attenzione, una straordinaria protagonista dell’arte italiana ed internazionale, al cui nome si deve un impegno fondamentale per la conoscenza e la diffusione di alcune delle avanguardie più influenti del secondo Novecento: area concettuale italiana, poesia visiva, Azionismo Viennese, movimenti Fluxus e Gutai, arte performativa. Il progetto consente dunque di riscoprirne l’intensa avventura – per la prima volta in un contesto museale dopo la sua scomparsa avvenuta nel 2016 – attraverso alcune delle testimonianze più rilevanti della sua attività che, negli anni Settanta, ha trasformato Reggio Emilia e Cavriago in crocevia di correnti artistiche di eccezionale rilievo.
Nel suo restare sempre fedele alla dimensione di un’arte prodotta per ricerca e non per redditività di mercato, il profilo di Rosanna Chiessi si sottrae a tentativi di connotazione univoca per la vitale molteplicità di ruoli attraversati in quarant’anni di passione per l’arte contemporanea: gallerista, editrice, promotrice e animatrice pionieristica di eventi divenuti epocali, collezionista, mecenate e scopritrice di talenti.
La mostra allestita al MAMbo è concepita come un ritratto biografico che prende forma dall’accostamento di materiali compositi e posti in dialogo fra loro per associazione, a raccontare le poetiche e i principali eventi da lei sostenuti e promossi. Si trovano così opere realizzate dagli artisti con cui Chiessi strinse i legami di amicizia e intesa più profondi, molte delle quali a lei dedicate fin nel titolo, come nel caso del ritratto di Anne Tardos “Sunset for Rosanna” con cui si apre il percorso espositivo; oggetti simbolo, come il grande tavolo di lavoro che campeggiava nella sua casa-studio di Cavriago e la doppia chiave ideata come logo di Pari&Dispari; reperti iconici di artisti carismatici come il giubbotto firmato di Joseph Beuys e un paio di scarpe di Shozo Shimamoto.
E ancora fotografie, multipli, edizioni numerate e libri d’artista, provenienti da collezioni private e dal corpus documentale conservato dall’Archivio Storico Pari&Dispari – Rosanna Chiessi, che ne ha raccolto e sistematizzato l’eredità. Una costellazione di pezzi ancora oggi in grado di trasmettere le energie di un’eccezionale stagione di libertà in cui le forme del fare cultura furono rivoluzionate da una creatività dirompente.
Museo del Patrimonio Industriale – via della Beverara 123
“Il Canale Emiliano Romagnolo nello sguardo di Enrico Pasquali”, fino al 25 novembre 2018
La promessa di regalare al visitatore suggestioni uniche e originali del nostro territorio – racchiuse già nel titolo della mostra per immagini “Il Canale Emiliano Romagnolo nello sguardo di Enrico Pasquali” – viene ampiamente mantenuta nel collage di emozioni in bianco e nero che il Consorzio per il Canale Emiliano Romagnolo (CER) ha ideato ed organizzato con la collaborazione di numerosi partner per valorizzare non solo una delle opere idrauliche più importanti del paese, ma per celebrare l’attività dell’uomo laborioso.
L’esposizione consegna al nostro presente la rilevanza del Canale per le economie agroalimentari di parte dell’Emilia e di gran parte della Romagna. Al contempo essa ci fa compiere un salto all’indietro, in un universo composito fatto di essenzialità, cruda, reale, quasi documentaristica, rappresentato dal maestro di neorealismo di Castel Guelfo, nato in quella fetta di terra bagnata dal Sillaro spesso indicata come spartiacque di confine tra l’Emilia e la Romagna, che ha iniziato il “mestiere” di fotografo a Medicina.
In mostra viene esposta una scelta significativa dei lavori di Enrico Pasquali degli anni ’50-’60 e un video con una ricca serie di testimonianze orali e interviste a lavoratori, tecnici, progettisti e dirigenti, protagonisti dell’avviamento dei lavori del Canale Emiliano Romagnolo, recentemente realizzate da Sonia Lenzi, con la regia di Enza Negroni.
“Moto Bolognesi C.M. Trent’anni memorabili 1929-1959”, fino al 14 ottobre 2018
L’esposizione è incentrata sul periodo d’oro per Bologna nel settore produttivo motociclistico: nei decenni 1920-’50 il territorio bolognese è infatti un centro di importanza nazionale in quest’ambito, grazie a una concentrazione senza eguali di piccole e medie aziende produttrici di moto finite (oltre 70 attive con alterne fortune in quegli anni) e un numero ancora maggiore in grado di fornire tutto ciò che serve per assemblare qualsiasi motociclo.
In quegli stessi anni si situa l’avventurosa storia della C.M, non dissimile da quella di molte aziende bolognesi.
La mostra presenta 15 motociclette degli anni 1930-’50, tra i più importanti modelli realizzati dalla C.M e tra i più significativi esemplari presenti nelle collezioni di Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Un ricco apparato di immagini fotografiche e di cataloghi, in gran parte inedito, è visibile in tre proiezioni su schermo e a video.
Museo della Musica – Strada Maggiore 34
“Quando la musica si mostra. Una nota al museo”, fino al 10 giugno 2018
La mostra, curata da Olivia Spatola e organizzato in collaborazione con la galleria Fabbrica Eos di Milano, Musiche Metropolitane e Vittorio Corbisiero Management, presenta alcune opere di Francesco Tricarico.
Il mondo visionario di Tricarico trova espressione in un intreccio complementare tra forme artistiche differenti: composizione musicale, scrittura e arte visiva. Per questa sua attitudine, il Museo della Musica appare come un luogo naturale in cui mettere in scena le sue opere.
L’intento della mostra è infatti quello di far dialogare l’arte con la musica all’interno di uno stesso spazio che è al contempo sia fisico che metaforico: il concetto della musica in quanto segno espresso – scritto, di contenitore di significanti e di significati che suonano anche quando gli strumenti non sono sfiorati dalle dita del musicista.
I lavori selezionati sono sette come il numero delle note musicali e le sale del museo in cui il percorso artistico si dispiega. Ed è così che le stanze abbandonano temporaneamente la loro consueta numerazione per diventare contrassegnate – attraverso i dipinti dell’artista – dai nomi delle note musicali: la “Stanza del Do”, la “Stanza del Re”, la “Stanza del Mi”, la “Stanza del Fa”, la “Stanza del Sol”, la “Stanza del La” e la “Stanza del Si”. Ma non solo.
In questo caso, il segno – ovvero la relazione tra significante e significato – rappresentato dalla denominazione delle stanze, diventa anche simbolo: vale a dire una realtà altra, che va oltre e da ricomporre; l’espressione dell’inconscio collettivo da cui emergono processi di trasformazione tra ciò che è noto e ciò che non lo è, coinvolgendo lo spettatore.
La “Stanza del Do” dunque – in questo gioco fra segno e simbolo – non è soltanto la sala in cui Tricarico omaggia la prima nota musicale, ma anche del Do-minus; la “Stanza del Re” del Re-gnare; la “Stanza del Mi” del Mi-stero; la “Stanza del Fa” del Fa-re; la “Stanza del Sol” del Sol-o; la “Stanza del La” del La-voro e la “Stanza del Si” del Si-lenzio, che chiude concretamente e allegoricamente la mostra.
Villa delle Rose – via Saragozza 228/230
“AN-MAMbo 2018. You Can Do It and You Must Do It”, fino al 3 giugno 2018
Villa delle Rose ospita la mostra “You Can Do It and You Must Do It”, a cura di Laura Tori Petrillo, organizzata da Academy Now in collaborazione con il MAMbo e l’Accademia di Belle Arti di Bologna.
L’esposizione vuole essere da una parte un incoraggiamento agli aspiranti artisti rispetto al perseguimento della loro vocazione e dall’altra sensibilizzare le istituzioni pubbliche e private in merito alle problematiche legate al termine del percorso accademico.
Se da un lato è fondamentale che le Accademie di Belle Arti diano agli studenti gli strumenti necessari per poter continuare con successo il loro percorso dopo gli studi, dall’altro è altrettanto importante che il sistema dell’arte offra e preservi spazi per nuovi artisti di talento affinché possano effettivamente avere l’opportunità di essere visti da pubblico e professionisti.
L’esposizione include dieci artisti, cinque tra i finalisti delle scorse edizioni internazionali e cinque nuovi selezionati provenienti dall’Accademia di Belle Arti di Bologna: Frank Ammerlaan, Veronica Billi, Nicola Bizzarri, Leni Dothan, Nicolas Feldmeyer, Vincenzo Gentile, Noa Pane,
Dario Picariello, Daniele Pulze e Fabio Romano.
Casa Morandi – via Fondazza 36
“Giancarlo Fabbi. Il silenzio della pittura”, fino al 1 luglio 2018
Leggere il lavoro di Giorgio Morandi attraverso pochi semplici oggetti, un pennello, un bulino, un tubetto di colore: è quanto si propone Giancarlo Fabbi, autore dei dieci scatti fotografici che vengono esposti a Casa Morandi, con la curatela di Massimo Recalcati.
Giancarlo Fabbi, modenese di nascita, inizia sin da giovane a utilizzare la fotografia da autodidatta, all’inizio per passione e poi sempre più per necessità, facendone una vera e propria ragione di vita.
A partire dal 2014 il suo obiettivo si è concentrato su alcuni oggetti appartenuti a Giorgio Morandi, esposti in mostra insieme alle fotografie, che ha accostato per creare delle personali nature morte.
Fabbi evita volutamente di utilizzare le componenti più celebri delle composizioni morandiane come le bottiglie, le conchiglie, i fiori per offrire una visione asciutta ed essenziale degli elementi primari e più umili riferibili alla pittura e all’incisione.
La sua indagine fotografica, nella serie in mostra, viene condotta eccezionalmente a colori e in digitale, contrariamente agli altri suoi progetti tutti rigorosamente in bianco e nero, per i quali si avvale sempre dell’utilizzo dell’analogico e della luce naturale «per dare realtà a quello che si fa», come lui stesso dichiara.
La serie di dieci fotografie vuole incoraggiare una meta-riflessione su alcuni aspetti fondamentali della pittura di Morandi: composizione e ricomposizione geometrica, insistenza su pochi temi, silenzio, solitudine, assenza di retorica e di qualsiasi narrazione.
La scelta del colore dello sfondo che fa da quinta alle composizioni di Fabbi, un bianco luminoso da cui emergono gli oggetti nella loro fisicità come forme che si allineano, si intersecano o campeggiano al centro della foto in un voluto isolamento estetico, mette in risalto l’atteggiamento con cui il fotografo modenese intende la pratica artistica: esperienza sulla luce e sull’ombra, ricerca quasi mistica dell’essenziale, riduzione estrema delle immagini, intese come frammenti di realtà capaci di custodire momenti di eterna poesia, proprio come la pittura di Morandi.
A conclusione dell’esposizione le dieci opere, grazie alla generosità dell’artista, saranno donate all’Istituzione Bologna Musei ed entreranno a far parte del patrimonio del Museo Morandi.
Collezioni Comunali d’Arte, Palazzo d’Accursio – Piazza Maggiore 6
“Creti, Canova, Hayez. La nascita del gusto moderno tra ‘700 e ‘800 nelle Collezioni Comunali d’Arte”, fino al 15 luglio 2018
Con la mostra “Creti, Canova, Hayez. La nascita del gusto moderno tra ‘700 e ‘800 nelle Collezioni Comunali d’Arte”, il museo presenta un percorso di visita ridefinito in concomitanza con gli interventi di ripristino di una parte della copertura di Palazzo d’Accursio.
Organizzata dai Musei Civici d’Arte Antica con la curatela di Silvia Battistini e Massimo Medica, l’esposizione consente di ammirare oltre 150 opere ordinate secondo numerosi accostamenti inediti, anche grazie alla presentazione di alcuni lavori solitamente conservati in deposito – è il caso dei pastelli e dei dipinti di Angelo Crescimbeni, Sebastiano Gamma e Coriolano Vighi – e di prestiti provenienti da altri musei civici come il Museo Civico Archeologico, il Museo Civico Medievale e il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna.
La mostra si sofferma sulla ripresa ricorsiva di modelli delle epoche precedenti da parte degli artisti che operarono durante il XVIII e il XIX secolo, mettendo a confronto stili e iconografie di importanti autori non solo bolognesi. La sintesi che ne nacque gettò le fondamenta del gusto contemporaneo, creando i presupposti teorici ed estetici anche per le avanguardie del primo Novecento.
A fronte della chiusura di sette sale in questa fase di cantierizzazione – la Galleria Vidoniana, le sale 8, 9 e 10 della Pinacoteca, la sala 11 nell’ala Rusconi, le sale 19 e 20 dedicate a Pelagio Palagi – il percorso espositivo della mostra si snoda attraverso la magnifica sala 17 (nota come Sala Urbana), le sale 14-16 (ala Rusconi),18 e 23-25.
Museo Archeologico – via dell’Archiginnasio 2
“Ritratti di famiglia. Personaggi, oggetti, storie del Museo Civico fra Bologna, l’Italia e l’Europa”, fino al 19 agosto 2018
È un racconto corale quello composto da “Ritratti di famiglia”: non una contemplazione del passato alla ricerca delle proprie radici ma piuttosto un’espressione viva e attuale dell’identità del museo e della natura complessa del patrimonio storico conservato.
Lungo un’ideale linea cronologica che va dal 1522, anno di nascita del naturalista e filosofo Ulisse Aldrovandi, uno dei massimi rappresentanti del collezionismo di indirizzo naturalistico enciclopedico, al 1944, anno di morte di Pericle Ducati, direttore del museo che compì fondamentali ricerche sulla civiltà etrusca, sono disposti oltre 350 oggetti di differente tipologia, selezionati per il grande valore storico e il legame con le principali figure che hanno contribuito alla formazione e allo studio dei nuclei collezionistici del museo, uno dei più prestigiosi in ambito europeo.
Diciotto sono i personaggi convocati in questa ideale galleria del tempo, dei veri e propri “ritratti di famiglia”, a cui si affiancano le vicende degli oggetti archeologici, della costituzione e ordinamento delle raccolte del museo, della storia di Bologna e dei suoi istituti culturali. Conducendo il visitatore lungo il percorso di sviluppo del modo di guardare all’antico, dal Seicento fino alla nascita della scienza archeologica e delle moderne strutture di valorizzazione e di tutela nel Novecento, si scopre che una narrazione apparentemente settoriale permette inaspettate aperture verso le vicende storico-politiche, culturali, sociali. Un racconto a più voci che proietta la città in un panorama italiano ed europeo già a partire dal XVI secolo.
Diciotto sono anche le sezioni della mostra: una per ciascuno dei personaggi rievocati, le cui fattezze sono tratteggiate dalla matita e dall’ingegno di Elena Maria Canè, restauratrice del museo, in ritratti riprodotti su grandi pannelli scenografici che scandiscono il percorso espositivo.
Museo Medievale – via Manzoni 4
“Medioevo svelato. Storie dell’Emilia-Romagna attraverso l’archeologia”, fino al 17 giugno 2018
La mostra indaga le trasformazioni causate dall’affermazione dei nuovi ceti dirigenti goti, bizantini e longobardi in questo territorio e nelle sue città, attraverso un viaggio nel tempo di quasi un millennio che racconta la delicata fase di passaggio dalla Tarda Antichità (IV-V secolo) al pieno Medioevo (inizi del Trecento). Una transizione che si riverbera in ogni aspetto della vita politica, economica, sociale e culturale, rappresentando un momento decisivo nella costruzione di nuovi assetti di potere e nuove identità.
Curata da Sauro Gelichi e Luigi Malnati, la mostra è promossa da Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara e Istituzione Bologna Musei | Musei Civici d’Arte Antica nell’ambito del programma culturale 2200 anni lungo la Via Emilia che celebra la fondazione delle colonie romane di Reggio Emilia, Parma e Modena.
Una selezione di oltre 300 reperti, recuperati dalle intense ricerche archeologiche condotte in regione negli ultimi 40 anni, racconta con nuove chiavi di lettura questo lungo e complesso percorso storico: dal missorium d’argento cesenate (piatto di uso simbolico-celebrativo) che testimonia la vita agiata di un possidente terriero nella tardantichità alle fibule di età gota rinvenute a Imola, dai reperti longobardi recuperati nella necropoli di Ponte del Rio di Spilamberto al servizio di vasellame in argento di età bizantina proveniente da Classe, dai bicchieri in legno rinvenuti a Parma al bacino in maiolica recuperato dalla facciata della chiesa di San Giacomo Maggiore a Bologna.
Il percorso espositivo, articolato in sei sezioni tematiche, parte da un’istantanea sulle città nell’alto Medioevo, profondamente ridimensionate rispetto alla vitalità dei secoli precedenti e contrapposte al dinamismo del nuovo emporio commerciale di Comacchio (Ferrara), per allargare lo sguardo alla riorganizzazione delle campagne, dove fioriscono castelli, villaggi, borghi franchi, pievi e monasteri, e terminare la narrazione con la ciclica rinascita delle città in età comunale.
“L’allegoria del Sonno di Alessandro Algardi dalla Galleria Borghese di Roma”, fino al 10 giugno
Il Museo Medievale ospita la splendida scultura “Allegoria del Sonno” scolpita da Alessandro Algardi, proveniente dalla Galleria Borghese di Roma.
L’esposizione del capolavoro, visibile per la prima volta nella città che ha dato i natali all’artista, è frutto di un rapporto di scambio con il museo romano.
Tra il 1635 e il 1636 Alessandro Algardi, massimo rappresentante della corrente classicista nel periodo di piena fioritura della cultura figurativa barocca, scolpisce su commissione del principe Marcantonio Borghese questo prezioso marmo nero raffigurante un putto con leggere ali di farfalla placidamente addormentato. Le capsule e le foglie di papavero da oppio che ne incoronano i capelli ricciuti, al pari del piccolo ghiro acciambellato sulla roccia, sono soggetti allegorici che alludono simbolicamente al sonno.
Destinata alla Villa Pinciana della famiglia Borghese, l’opera fu collocata in un ambiente situato al primo piano, che da essa prese il nome di “Stanza del Sonno”. Fortemente ispirata alla scultura antica, la statua divenne in breve tempo celebre, anche grazie a un aneddoto narrato dal biografo di Algardi, Giovanni Battista Passeri. Secondo questa versione, lo scultore avrebbe realizzato l’Allegoria del Sonno per confondere i detrattori che sostenevano non fosse capace di scolpire il marmo, e avrebbe scelto di utilizzare una pietra famosa per la sua durezza, il marmo del Belgio, noto anche come “pietra di paragone”, per esprimere ancora di più il suo virtuosismo. In realtà, la scelta di questo pregiato materiale si deve probabilmente alla volontà del committente e appare legata al motivo iconografico rappresentato, che potrebbe essere interpretato come un’allegoria del sonno, o piuttosto della morte.
In occasione di questa mostra l’”Allegoria del Sonno” viene eccezionalmente allestita nella sala dei bronzi del Museo Medievale accanto alla scultura “San Michele Arcangelo che atterra il demonio”, realizzata nel 1647 dallo stesso Algardi per la biblioteca del monastero di San Michele in Bosco. L’accostamento ravvicinato delle due opere permette in questo modo al pubblico di ammirare l’abilità tecnica dimostrata dall’artista nella lavorazione di materiali profondamente diversi, come il marmo e il bronzo.
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L’Istituzione Bologna Musei racconta, attraverso le sue collezioni, l’intera storia dell’area metropolitana bolognese, dai primi insediamenti preistorici fino alle dinamiche artistiche, economiche, scientifiche e produttive della società contemporanea.
Un unico percorso diffuso sul territorio, articolato per aree tematiche.
Archeologia, storia, storia dell’arte, musica, patrimonio industriale e cultura tecnica sono i grandi temi che è possibile affrontare, anche attraverso percorsi trasversali alle varie sedi.
Fanno parte dell’Istituzione Bologna Musei: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Museo Morandi, Casa Morandi, Villa delle Rose, Museo per la Memoria di Ustica, Museo Civico Archeologico, Museo Civico Medievale, Collezioni Comunali d’Arte, Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini, Museo del Patrimonio Industriale, Museo e Biblioteca del Risorgimento, Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna, Museo del Tessuto e della Tappezzeria “Vittorio Zironi”.
Info: www.museibologna.it.
La Card Musei Metropolitani di Bologna è il servizio attivato in occasione del IX centenario del Comune di Bologna per ampliare l’accessibilità al patrimonio storico artistico della città: un abbonamento che offre accesso illimitato alle collezioni permanenti e ingresso a prezzo ridotto alle mostre temporanee di tanti musei della città e dell’area metropolitana.
Vale 12 mesi e costa 25 euro: tutte le informazioni sono disponibili sul sito cardmuseibologna.it.